Prepariamoci per il Big Bang
Analisidi Mordechai Kedar
(Traduzione dall’ebraico di Sally Zahav, versione italiana di Yehudit Weisz)
Secondo alcune fonti, Israele la scorsa settimana ha attaccato postazioni Hezbollah nell’area di confine tra Siria e Libano. L’ipotesi più accreditata è che nel mirino ci fosse un convoglio di carri pesanti che dalla Siria trasportava missili Scud verso il Libano. I missili in questione erano a lunga gittata, di precisione e con testata molto grande. Quest’operazione confermerebbe quel che Israele ha già più volte dichiarato, cioè che non permetterà alle organizzazioni terroristiche libanesi di impossessarsi di armi di distruzione di massa o di armi strategiche in grado di alterare l’equilibrio della regione, ovvero missili di peso, portata e precisione.
I portaparola di Hezbollah hanno affermato che l’attacco è avvenuto in zona siriana, il che potrebbe essere vero come falso, poiché se l’attacco fosse stato fuori dal Libano, gli Hezbollah sarebbero stati meno tenuti a rispondere. L’organizzazione, che dichiara di essere a difesa del Libano dagli attacchi dei ‘sionisti’ , avrebbe dovuto rispondere se avesse ammesso che l’attacco era avvenuto in territorio libanese. Hezbollah ha un altro motivo per affermare che l’attacco è avvenuto in territorio siriano: indurre l’esercito siriano a rispondere a Israele, mentre nei casi precedenti Bashar Assad si era limitato a dichiarare semplicemente che “la Siria risponderà in tempo utile e luogo appropriato”. In ogni caso, l’esercito siriano attualmente è impegnato a combattere per la sopravvivenza e non vuole né ha l’intenzione di entrare in conflitto con Israele in un momento così decisivo. E’ interessante anche notare che nessun portaparola di Hezbollah si sia espresso in questi termini, così come abbia assunto un basso profilo questa settimana nel ricordare l’anniversario della morte di Imad Murghniye: rispetto al passato non ci sono state grandi manifestazioni, nel timore di attacchi contro i partecipanti.
Obiettivo: contrabbando di armi
Il contrabbando di armi strategiche verso il Libano dipende da due fattori: il primo è legato a Iran, Arabia Saudita e Israele, e il secondo ad al-Qaeda e alle organizzazioni jihadiste salafite; tutti attori del “Big Bang” che Hezbollah sta preparando nella regione, quando la coalizione tra Israele e Arabia Saudita deciderà da sola di intervenire contro l’Iran, nel momento in cui il regime delle sanzioni si sarà sgonfiato e l’Iran si sentirà libero di portare a termine il progetto nucleare militare.
Sempre secondo l’interpretazione di Teheran, Israele e Arabia Saudita, sentendosi traditi dagli Stati Uniti e dall’Europa, stanno preparando un attacco all’Iran. Uno dei mezzi a disposizione per scoraggiare Israele e Arabia Saudita, e per agire contro di loro se necessario, è per l'Iran trasferire missili a lunga gittata nella disponibilità di Hezbollah, che li punterà prima contro l’Arabia Saudita e poi contro Israele. Negli ultimi tre anni trascorsi sul campo di battaglia siriano, l’Iran si è reso conto infatti che il nemico più pericoloso non è Israele, ma l’Arabia Saudita. Questa è la ragione per cui Hezbollah ha bisogno di nuovi missili a più lunga gittata rispetto ai diecimila di cui oggi dispone. L’attacco israeliano della scorsa settimana aveva lo scopo di proteggere sia l’Arabia Saudita che Israele. Il secondo motivo per trasferire missili dalla Siria al Libano sta nel voler impedire, nel caso crollasse il regime di Assad, che vadano a finire nelle mani di organizzazioni jihadiste salafite sunnite quali al-Qaeda, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, e il Fronte Al Nusra (della vittoria del popolo di Siria). Nel caso se ne impadronissero, queste organizzazioni potrebbero far uso di missili a lunga gittata contro Hezbollah in Libano e contro i suoi alleati in Iraq, e forse persino contro l’ Iran. Per proteggere i propri alleati Hezbollah, l’Iran sta tentando di trasferire questi missili a lunga gittata in territorio libanese.
A questo punto è importante sottolineare che in Siria ci sono ancora notevoli quantità di armi chimiche, che Hezbollah potrebbe trasferire in Libano. Occorre rendersi conto che Israele non è ancora riuscito a bloccare ermeticamente il trasferimento verso il Libano di queste armi strategiche - missili potenti, a lunga gittata, precisi, e armi chimiche – senza contare che già oggi Hezbollah dispone di alcune di queste armi, pronte per essere usate.
Chiunque visiti in questi giorni le Alture del Golan e si avvicini alla zona di Kuneitra, può udire gli echi della guerra in territorio siriano. Il rumore dei tiri di mortai, cannoni, tanks, lanciarazzi anti carro e forse persino dei missili anti-tank, si sentono esplodere senza sosta, e alcuni si abbattono perfino sul Golan. Questa musica è Il canto del cigno del sanguinario regime di Assad che sta massacrando i propri cittadini, il cui destino,oggi senza avvenire, è nelle mani della logica suicida del “Lasciatemi morire con i Filistei” Giudici 16:30).
L’Arabia Saudita continua a soffiare sul fuoco fornendo ai jihadisti missili anti aerei da portare a spalla, di fabbricazione cinese, affinchè possano combattere in modo più efficace contro gli elicotteri di Assad che lanciano sui jihadisti e sui cittadini siriani i terribili barili-bomba. La Russia è molto preoccupata, ma Putin lo è ancora di più a proposito dell’Ucraina. A causa delle attuali difficoltà del regime turco, la Giordania sta diventando la principale base delle operazioni contro il regime siriano. Un attacco siriano contro la Giordania per opera di Hezbollah non sarebbe da escludere, per esempio contro un simbolo governativo su territorio giordano o all’estero, ad esempio contro un’ambasciata o un aereo di linea giordana.
I leader di Hezbollah e dell’Iran conoscono perfettamente il territorio siriano e si stanno preparando per la prossima fase della battaglia, il Big Bang, quando scoppierà la guerra regionale tra la coalizione Israele- Arabia Saudita -Giordania e Qatar da un lato e l’Iran con i suoi satelliti dall’altro. L’attacco israeliano della scorsa settimana aveva lo scopo di assicurare alla coalizione una posizione più forte in vista di questo possibile scenario. Ma alle spalle di Hezbollah, in Libano, sta sorgendo un grave problema con le organizzazioni jihadiste salafite libanesi che vogliono far propagare all’interno del Libano una guerra fotocopia di quella che ora sta dilagando in Siria. Persino i nomi delle organizzazioni sono identiche a quelle che stanno lacerando la Siria. Il giorno in cui cesseranno i combattimenti in Siria, che ci sia la vittoria o la caduta del regime di Assad, inizieranno i combattimenti all’interno del Libano, per vendicarsi su Hezbollah per la disfatta conseguita in Siria o per sfruttare la vittoria ottenuta su Assad, Nasrallah e Kamenei.
Alcune considerazioni sul Terrorismo
Il terrorismo è un pericolo perché è uno stato di guerra asimmetrica tra due parti: da un lato uno Stato e una società che agiscono secondo leggi nazionali ed internazionali, si comportano rispettando i diritti umani, le minoranze e le donne, cercando di distinguere tra un combattente e un civile e attaccando solo chi combatte, anche quando si nasconde dietro un bambino innocente. Il comportamento di uno Stato quando combatte contro il terrorismo è limitato da regole di correttezza politica. Dall’altra c’è chi combatte senza regole precise: non indossa uniformi, non rispetta leggi e convenzioni internazionali, i diritti umani non hanno alcun valore. Questa è la ragione profonda per cui gli Stati e le società moderne hanno difficoltà ad affrontare il terrorismo. Per questo il terrorismo ha un enorme vantaggio nella sua guerra senza limiti contro le società occidentali.
La situazione del terrorismo diventa problematica nel momento in cui il suo nemico è un altro gruppo terrorista: in questo caso entrambi perdono il relativo vantaggio ed è per questo che la loro guerra diventa particolarmente sanguinaria. Questa è la situazione tra Hezbollah e i nemici sunniti, e i Jihadisti salafiti: entrambe le parti si comportano come terroristi senza regole e confini, senza legge o giudici, e l’Onnipotente, che ciascuna delle due parti dice di rappresentare, non interviene nel sanguinoso conflitto. Alcune organizzazioni in Siria sintrovano in questa situazione: al-Qaeda combatte con lo “ Stato Islamico in Iraq e in Siria “ (ISIS), e Jabhat al-Nusra minaccia ISIS con una guerra aperta come risultato dell’assassinio di uno dei suoi leader in Siria, Abu Khaled al-Suri, una settimana fa ad Aleppo.
Questa è la tragedia dell’Islam radicale: ogni qual volta un gruppo cerca di impossessarsi di un territorio e porvi le proprie basi operative, si forma un gruppo ancora più radicale per combattere il primo. Dopo che ha vinto, ne viene un terzo e così via …… Questo è il risultato dell’operazione Saudita in Siria, così non c’è da stupirsi che Obama abbia abbandonato la famiglia reale Saudita e l’abbia spinta sotto l’autobus iraniano.
Il conflitto siriano
In Israele e nel Golan si sta dibattendo se è meglio appoggiare Bashar Assad o farlo cadere. La disputa tra quelli che sostengono Assad e quelli che lo combattono viene diffusa anche dai graffiti sui muri. I palazzi nei quartieri principali di Quneitra, che è dentro il territorio israeliano, è uno spazio aperto dove chiunque può entrare. Su un muro si legge una scritta in nero che dice: “ Io sono siriano e il mio paese è arabo, la mia gente è un esempio di libertà. Possa Bashar cadere “. Qualcun altro in rosso ha aggiunto la parola “ mai “.
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
Link: http://eightstatesolution.com/
http://mordechaikedar.com