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Comunione e Liberazione e Israele 27/02/2014

Gentilissima Redazione,
ho letto con molto interesse l'appassionata "Lettera aperta a Matteo Renzi" di Deborah Fait, che condivido pienamente nel suo auspicio. La sua rievocazione degli anni '70-'80 mi ha riportato alla memoria ricordi che risalgono alle mie prime, abbastanza precoci, letture di giornali e che ancora mi stringono il cuore.
Un punto mi ha colta, però, di sorpresa: la menzione della "Italia di Comunione e Liberazione, di filosofi comunisti ... che diffamavano Israele ...". Non ho mai fatto parte né frequentato Comunione e Liberazione, ma nei miei ormai lontani ricordi universitari i modestissimi 'spazi', per lo più banchetti all'aperto, gestiti dagli studenti di CL erano praticamente l'unica manifestazione studentesca organizzata non comunista. Ed i suddetti studenti erano visti dai compagni di studi di sinistra come il fumo negli occhi.
Contro CL ho letto molte accuse, ma sempre nel senso di essere berlusconiana e, comunque, non di sinistra. Né ricordo di aver mai udito o letto espressioni anti-israeliane da parte di CL (o del suo fondatore Don Giussani), men che meno l'elogio del terrorismo o l'augurio della distruzione di Israele. Perciò sarò profondamente grata alla signora Fait di un chiarimento al riguardo. Con i più cordiali saluti e auguri di buon lavoro,

Annalisa Ferramosca

 Risponde Deborah Fait:

Gentile Signora,

E’ vero che Comunione e Liberazione , come organizzazione, non e’ contro Israele e che durante la fiaccolata organizzata dal Foglio nel novembre del 2005 Giancarlo Cesana ha detto : "Ogni difesa degli ebrei che non difenda Israele è ipocrisia o antisemitismo mascherato. Viva Israele!".
Io mi riferivo agli anni 70 quando Cl e’ nata come associazione ecclesiale e quando tutti erano mescolati in un enorme calderone politico e sociale che comprendeva, appunto, CL, Movimento Studentesco, Lotta Continua scatenando tensioni esasperate. Cl per difendersi dagli attacchi di tutti questi movimenti giovanili ha cercato di assumere la politica della mediazione.
Il risultato e’ stato positivo poiche’ oggi CL esiste ancora mentre quei movimenti piu’ radicali e violenti che avevano portato alla lotta armata degli anni di piombo sono scomparsi.
Mediare significa appunto, dare un colpo al cerchio e uno alla botte e questo porto’ alcuni membri di CL a fare dichiarazioni non proprio corrette nei confronti di Israele. Ogni associazione ha molte anime e la confusione era grande. Ogni organizzazione dell’epoca , sia di destra che di sinistra che cattolica, prima o poi, diceva qualcosa di anti israeliano o addirittura di antisemita, erano tempi in cui definirsi filoisraeliano era molto pericoloso. Cl non ne fu esente.
Ricordo di aver scritto personalmente a Giancarlo Cesana rammentandogli il suo cognome ebraico, lo stesso cognome di un ramo della mia famiglia fuggita dalla Spagna e rifugiatasi nell’Italia del Sud al tempo dell’Inquisizione, per poi riscappare a Corfu’.
Il mio articolo, Gentile Signora, intendeva far capire che negli anni 70/80 nessuno, tranne rare eccezioni- radicali, liberali e repubblicani - che fosse politicamente attivo, era esente da quello che io chiamo antisemitismo e che altri addolciscono in “legittima critica a Israele”.

Cordiali saluti
Deborah Fait


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