Israele: la visita di Angela Merkel cronaca di Maurizio Molinari
Testata: La Stampa Data: 25 febbraio 2014 Pagina: 15 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «La Merkel sbarca in Israele: 'Fate la pace, faremo affari'»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 25/02/2014, a pag. 15, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " La Merkel sbarca in Israele: 'Fate la pace, faremo affari' ". Il pezzo di Molinari conclude così "La replica del premier è arrivata dagli schermi della tv tedesca Zdf: «Il riconoscimento fra noi e i palestinesi deve essere reciproco, a loro sta accettare Israele come Stato Ebraico» superando le obiezioni sollevate da Abu Mazen per non rinunciare al diritto al ritorno dei profughi del 1948. Netanyahu cerca inoltre garanzie da Merkel sul nucleare iraniano per via della presenza tedesca nel gruppo «5+1» che tratta con Teheran. "
Maurizio Molinari Angela Merkel con Bibi Netanyahu
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha iniziato in Israele una visita di 36 ore con l’obiettivo di rafforzare la partnership economica ottenendo al tempo stesso dal governo Netanyahu concessioni sul negoziato con i palestinesi. Accompagnata da 14 ministri, Merkel è protagonista del maggiore vertice bilaterale avvenuto con lo Stato Ebraico. La Germania è già il terzo partner commerciale di Israele - con un interscambio di 6,5 miliardi di dollari l’anno - ma appare destinato a moltiplicarsi grazie alla raffica di accordi che verranno firmati: dall’alta tecnologia alla sicurezza, dall’agricoltura ai trasporti, dal recupero della «Città Bianca» - il cuore di Tel Aviv realizzato negli Anni Trenta nello stile tedesco Bauhaus - fino all’estensione dei servizi consolari tedeschi a tutti gli israeliani che si trovano in nazioni con cui lo Stato Ebraico non ha relazioni. La scelta del presidente Shimon Peres di insignire Angela Merkel della più alta onorificienza civile israeliana punta a sottolineare la «partnership unica fra le nostre nazioni», come ha detto il premier Benjamin Netanyahu guardando all’imminente giubileo delle relazioni diplomatiche. Per gli israeliani avere nella Germania il più solido partner dell’Unione europea ha un significato particolare, in ragione della memoria della Shoah subita dal nazismo, e la cancelliera assicura che «la Germania non abbandonerà mai Israele». Per Berlino ciò significa trovare in Israele una testa di ponte per rivaleggiare in Medio Oriente con Parigi, la capitale Ue finora più impegnata a conquistare, nei Paesi arabi del Golfo, gli spazi geopolitici lasciati liberi dagli Usa. L’intenzione di Merkel è di fare leva su tale relazione privilegiata con Israele per spingere il premier Netanyahu a concessioni nel negoziato con i palestinesi. «Serve una soluzione stabile per i due Stati il più presto possibile» ha detto la cancelliera e a rendere più limpido il messaggio ci pensa il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, imputando alla costruzione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania un «effetto dirompente ai danni della pace» perché «l’espansione avviene in territori destinati a far parte del futuro Stato di Palestina». Messaggio e toni di Merkel rispecchiano l’opinione dominante in Germania - dove il sostegno a Israele è scivolato al 14% - ed evocano simili posizioni dell’amministrazione Obama, lasciando intendere la volontà di esercitare pressioni convergenti su Netanyahu. La replica del premier è arrivata dagli schermi della tv tedesca Zdf: «Il riconoscimento fra noi e i palestinesi deve essere reciproco, a loro sta accettare Israele come Stato Ebraico» superando le obiezioni sollevate da Abu Mazen per non rinunciare al diritto al ritorno dei profughi del 1948. Netanyahu cerca inoltre garanzie da Merkel sul nucleare iraniano per via della presenza tedesca nel gruppo «5+1» che tratta con Teheran.
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