Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/02/2014, a pag.21, con il titolo "Tokyo,vandali neo-nazi contro il Diario di Anna Frank", la cronaca di Giampaolo Visetti.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTEI-PECHINO
La memoria a Tokyo fa ancora paura e un Giappone sotto shock si interroga sul fascino che il neonazismo torna ad esercitare in una nazione che ha pagato con la tragedia atomica l’alleanza con la Germania di Hitler. A far suonare l’allarme, dopo le affermazioni del nazionalismo di estrema destra nelle ultime tornate elettorali, la denuncia del Consiglio delle biblioteche pubbliche della capitale. A partire da gennaio almeno 265 copie del “Diario” di Anna Frank, conservate in oltre una trentina di biblioteche della regione metropolitana, sono state prese di mira da vandali neonazisti. Un’azione sistematica, portata avanti con una serie di blitz: da ogni libro sono state strappate tra 10 e 20 pagine, in modo da renderlo illeggibile e da costringere le amministrazioni a mandarlo al macero. Gli estremisti antisemiti hanno usato lo stesso sistema. Dopo aver chiesto di consultare il “Diario” nella sala lettura, si sono appartati nei bagni, gettando poi i fogli strappati nel wc. Solo il moltiplicarsi delle denunce ha portato alla luce la vastità dell’attacco contro la memoria della ragazza ebrea uccisa
a quindici anni nel campo di concentramento germanico di Bergen- Belsen dopo essere rimasta nascosta due anni dietro un armadio in una casa di Amsterdam.
L’attacco sarebbe rimasto sconosciuto se non lo avesse denunciato pubblicamente il “Simon Wiesenthal Center”, che ha chiesto alle autorità di Tokyo l’apertura di un’inchiesta formale. Il portavoce del governo della capitale, Yoshihide Suga, ha definito il rigurgito di antisemitismo «estremamente deplorevole e vergognoso». Sale però in Giappone la preoccupazione per il silenzio delle istituzioni, tra cui il governo del premier Shinzo Abe, e per i commenti assolutori di alcuni partiti neo-nazionalisti. La distruzione del “Diario” si è compiuta mentre in Asia e negli Usa montano gli allarmi per la deriva estremista della destra giapponese. Abe, a fine dicembre, ha scelto di visitare il Tempio di Yasukuni, dove assieme ai caduti nipponici della Seconda guerra mondiale sono sepolti anche quelli che Cina e Corea del Sud considerano criminali di guerra. Ennesimo segnale per accelerare l’addio alla Costituzione pacifista del 1945 e il riarmo del Paese, spaventato dagli investimenti militari di Pechino.
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