Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 18/02/2014, a pag. 12, l'articolo di Claudio Gallo dal titolo "Khamenei: sul nucleare dialogo inutile".
"Ma...ma...ero stato gentile con loro !"
Claudio Gallo riporta le dichiarazioni di Ali Khamenei e quelle di John Kerry.
Ma due bugie non fanno una verità. Sia Kerry sia l'Iran hanno mentito, su queste premesse com'è possibile pensare di andare avanti in un negoziato serio e credibile ?
Ecco il pezzo:
Alla vigilia dell’avvio del secondo round delle trattative sul nucleare iraniano, oggi a Ginevra, il leader supremo della Repubblica islamica è tornato a dar voce al suo pessimismo. Parlando ieri nella città settentrionale di Tabriz, l’ayatollah Khamenei ha detto: «Non rinnegheremo ciò che i nostri rappresentanti hanno iniziato. Non sono contrario. Ma ripeto: non serve a niente, non porta a niente». Queste parole, seguite da altre ancora più dure ma anche molto usuali sulla cattiva fede degli americani, ci mettono di fronte alla solita difficoltà di capire che cosa il leader abbia veramente voluto dire e a chi stesse parlando. I suoi discorsi talvolta sono come quelle bombe che ne contengono altre più piccole, destinate a obiettivi molto diversi tra di loro. Khamenei, è chiaro, continua a sostenere il presidente del «cambiamento» Rohani. In un discorso all’inizio di febbraio l’ayatollah era intervenuto per intimare di «avere pazienza con il governo». Le grandi aspettative sollevate da Rohani, che pure per l’economia ha fatto in pochi mesi più di Ahmadinejad in otto anni, stanno cominciando a produrre impazienza nei riformisti e timori nei conservatori. Se possibile il messaggio di Khamenei cerca di sostenere il presidente, rincuorando allo stesso tempo i conservatori con un messaggio che dice: non cambia nulla, i vecchi nemici non ci inganneranno. La trattativa nucleare si può vedere in modi radicalmente diversi se la si guarda da Teheran o da Washington. L’occidente sembra credere tacitamente che, sotto la superficie, le offerte iraniane contengano un’inveterata doppiezza. Gli iraniani pensano lo stesso degli americani. Tutta la polemica sulle dichiarazioni di Kerry che sbandierava (specialmente ai conservatori di casa sua) come l’accordo prevedesse lo «smantellamento» delle strutture nucleari iraniane, mentre nei documenti quella parola non compariva mai, spiega bene il clima. Il ministro degli Esteri Zarif ha dovuto smentire concedendo un’intervista alla «Cnn» (intervento destinato specialmente ai conservatori di casa sua). L’accordo nucleare sarà ovviamente complicatissimo ma tecnicamente è possibile.
Ciò che ancora manca per arrivarci è il coraggio di costruire la fiducia reciproca.
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