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La verità e l'acqua
Cari amici, Mao Tse Tung, uno che di queste cose certamente si intendeva, per giustificare violenza, assassini, prigionie, menzogne, amava dire che la rivoluzione non è un pranzo di gala. Mao Tse Tung Difficile pensare che lo sia, come non lo è la guerra, quella con le parole come quella con le armi. Come i terroristi ammazzano più gente che possono, così i loro propagandisti fanno con la verità e col diritto. Nessuna meraviglia dunque che si appiglino ai temi più elementari, quelli che colpiscono il pubblico allo stomaco e lasciano poco spazio alla riflessione fredda e alla documentazione. Per questa ragione riprendono contro Israele esattamente tutti i vecchi temi della propaganda antisemita, e li spacciano per cronaca. Una volta gli antisemiti per far strage delle comunità ebraiche le accusavano di uccidere i bambini, per impastare il pane azzimo di Pasqua col loro sangue. Oggi gli antisemiti dicono che Israele uccide i bambini palestinesi, senza neanche bisogno del pretesto pasquale. Nel "Mercante di Venezia" di Shakespeare (opera sommamente antisemita nonostante la tirata di Shylok "se ci pungete non sanguiniamo?") si racconta che l'ebreo per antonomasia vuole estrarre "una libbra di carne umana vicino al cuore" da un suo debitore. E ogni tanto qualcuno calunnia l'esercito israeliano inventandosi che estragga gli organi interni di suoi nemici morti, per sfruttarli chirurgicamente. Nel Medioevo si accusavano gli ebrei di avvelenare i pozzi per provocare le epidemie, rendendo imbevibile l'acqua dei cristiani. E oggi è diventato di moda dire che Israele toglie l'acqua ai poveri palestinesi: loro non hanno da bere e i ricchi coloni si divertono nelle loro piscine (http://www.alarabiya.net/articles/2009/10/26/89276.html). L'hanno fatto vari nemici di Israele, fra cui parecchi grillini, anche una settimana fa a Roma cercando di far saltare un accordo di collaborazione fra l'azienda municipale Acea e quella israeliana (da cui Roma, fra l'altro, aveva solo da guadagnare: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=52322). Qualche mese fa c'era stata quella organizzazione internazionale (naturalmente di volontariato, di progresso, di buona volontà), che aveva messo in giro la storia del povero padre palestinese che “nella giornata più calda dell'anno” “voleva solo un po' d'acqua per la sua famiglia” e quindi fu arrestato dai cattivissimi assetatori israeliani. (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=50272).
Da ultimo, nei giorni scorsi è stata la volta del presidente del parlamento europeo, quello Schulz di cui Berlusconi una volta aveva detto che avesse la faccia da kapò (giudicate voi se a torto o a ragione, io non mi occupo di fisiognomica), che parlando alla Knesset (il parlamento israeliano) aveva pronunciato una frase simpatica come questa: «Un giovane palestinese mi ha chiesto perché abbia diritto a 17 litri d’acqua al giorno, quando gli israeliani possono consumarne 70. Mi ha commosso e adesso giro a voi la sua domanda» (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=52410), un po' come se venendo in visita a Montecitorio avesse detto, “mi hanno detto che tutti gli italiani sono mafiosi, voi che cosa ne pensate?”. Un bel modo di far diplomazia, non c'è che dire. Come ha scritto Deborah Fait, “l'Europa non ne imbrocca una”, dato che uno dei suoi massimi dirigenti non si sogna neanche di verificare una menzogna che gli avrebbe detto un ragazzo (ammesso che esista e che non sia uno dei suoi consiglieri). O forse semplicemente non vuole, pensa che sia naturale e perfino doveroso fare il prepotente nei confronti di Israele, rimetterlo al suo posto, come i suoi avi hanno fatto per generazioni nei confronti degli ebrei. Come si permettono di avere uno stato? Avvelenatori di pozzi, usurai e dissanguatori di bambini come sono? Be', di fronte a questo tipo di accuse, che sembrano modernissime ma vengono giù giù dal Medioevo, la tentazione di rispondere con male parole è fortissima, e io temo di non riuscire sempre a evitarla. Dopotutto è chiaro che chi le avanza non si farà convincere da nessuna smentita. Per esempio“Aftonbladet”, il giornale dei sindacati svedesi che ha tirato fuori per ultimo la calunnia del sangue accusando l'esercito israeliano di prelevare gli organi dalle vittima dei combattimenti, non è stato mai criticato ufficialmente dal suo governo nonostante le richieste israeliane, naturalmente per via del virtuoso rispetto nordico della libertà di espressione, né ha mai ritenuto di dover chiedere scusa. Il suo autore, il “giornalista” Bostrom neppure, anche se naturalmente ha negato di essere antisemita e ha vantato il suo antirazzismo. Eppure quel che ha scritto è palesemente falso e antisemita.Ma ci sono gli altri, le persone qualunque, che hanno diritto di ottenere spiegazioni, dati, elementi che permettano loro di rifiutare la calunnia, se hanno l'indipendenza di giudizio per contrapporsi ai luoghi comuni, anche se si tratta di informazioni già date molte volte. Per esempio, sull'acqua, basterebbe guardare a questo articolo di Informazione Corretta ( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=110&id=21834). Ma ci sono informazioni più dettagliate e più recenti. Vi consiglio dunque innanzitutto di guardare un po' di belle fotografie dei parchi acquatici che si trovano negli assetati territori dell'Autorità Palestinese, per esempio qui (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/08/thirsty-in-west-bank-must-be-all-those.html#.UwE2Bfl5OAU) o qui (http://www.camera.org/index.asp?x_context=2&x_outlet=55&x_article=1486); o magari quelle degli alberghi con piscina che sono aperti da quelle parti (http://www.yellowpages.com.ps/category/Playgrounds-and-Amusement-Parks/Mjk4NV9fXyBfX1NlYXJjaCBDYXRlZ29yeV9fIF8=/). Vi sono piscine negli insediamenti israeliani e anche nei villaggi e nelle città arabe. Permettetemi di dire che sono contento per entrambi.
Così istruiti e dilettati, vi consiglio di leggere questo rapporto ufficiale sulla distribuzione dell'acqua fra Israele e territori amministrati dall'Autorità Palestinese (http://www.biu.ac.il/SOC/besa/MSPS94.pdf). Scoprirete che esiste sì una certa differenza fra l'acqua totalmente disponibile agli israeliani (170 metri cubi all'anno contro 129, che si spiegano con le dimensioni dell'agricoltura e dell'industria israeliana), ma che nel '67 la differenza era di 508 mc a 93, cioè è enormemente diminuita grazie ai lavori infrastrutturale che lo stato ebraico ha fatto e alla decisione di fornire acqua ben oltre gli obblighi che Israele si è preso con il trattato di Oslo. Scoprirete anche che la differenza di consumo effettivo d'acqua (150 mc in Israele e 140 nei territori dell'AP) è nettamente inferiore alle differenze interne in Israele (per esempio a Gerusalemme ci sono 65mc a testa, mentre a Tel Aviv sono 113). Scoprirete anche che la rete idrica dell'Autorità Palestinese ha perdite intorno al 35%, che ci sono grossi problemi a far pagare l'acqua, che i palestinesi non hanno rispettato gli impegni a riciclare l'acqua, anzi stanno inquinando per incuria la falda e che sul piano del diritto internazionale non hanno affatto diritto a tutta l'acqua che propagandisticamente dicono essere loro. Vedrete mappe che mostrano come acqua che viene raccolta o estratta in Israele, per esempio nel lago di Tiberiade, venga fornita alle città palestinesi. In mezzo a molti altri dati che contraddicono la calunnia del furto d'acqua, scoprirete che esiste una commissione comune per la gestione dei problemi idrici, che lavora da moltissimi anni piuttosto bene. E dunque che una cosa è la propaganda, un'altra la realtà. Insomma, se Schulz si fosse informato, avrebbe evitato di provocare il parlamento israeliano con domande infondate e sciocche. Ma anche se Aftonbladet si fosse informato non avrebbe accusato l'esercito israeliano di inesistenti pratiche criminali. E mi permetto di aggiungere: se gli “scienziati” e gli altri che a suo tempo firmarono il manifesto fascista della razza avessero avuto un'informazione adeguata sulla biologia umana, si sarebbero risparmiate molte sciocchezze. Ma, per l'appunto, non si informano, sanno già che gli ebrei sono malvagi: qui non si tratta di informazioni, ma di miti antichi, di immagini demonizzanti ripetute milioni di volte nei secoli. Diciamo di superstizioni: anche se si facessero grandi ricerche sociologiche per dimostrare che l'influenza dei gatti neri sulla sfortuna è nulla, ci sarebbe chi li eviterebbe lo stesso. Il fatto è che stiamo parlando di problemi reali, seri, da cui dipende la vita della gente. E su queste cose cedere ai pregiudizi è una colpa grave. O, se volete, è un modo di fare la guerra con le parole invece (o prima) che con le armi. E la guerra non è un pranzo di gala, fa vittime. La prima delle quali è la verità. Ugo Volli |
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