venerdi 27 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Giornale - Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.02.2014 Egitto: attentato terroristico contro un bus di turisti in Sinai
commento di Fiamma Nirenstein, cronaca di Davide Frattini

Testata:Il Giornale - Corriere della Sera
Autore: Fiamma Nirenstein - Davide Frattini
Titolo: «Quel paradiso diventato teatro di guerra - Attacco in Sinai al bus di turisti. Sfida qaedista ai generali»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 17/02/2014, a pag. 13, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo " Quel paradiso diventato teatro di guerra ". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 14, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Attacco in Sinai al bus di turisti. Sfida qaedista ai generali ".
Ecco i pezzi:

Il GIORNALE - Fiamma Nirenstein : " Quel paradiso diventato teatro di guerra"


Fiamma Nirenstein

Un attacco al passaggio di Taba con quattro morti e decine di feriti è un bel risultato per l'organizzazione Ansar Bait al Madis, senza dimenticare il bus di turisti cristiani che va da Santa Caterina in Egitto ai luoghi santi di Gerusalemme. L'autobus è scoppiato nei pochi metri che dividono Egitto e Israele, il primo ormai nelle mani del generale Sisi, il peggior nemico della Fratellanza Musulmana, il secondo l'odiata roccaforte degli ebrei, i nemici della Umma Islamica: la bomba collocata sotto il sedile del guidatore è scoppiata quando doveva, dove i sionisti avvertissero bene la minaccia. La strage è stata rivendicata dalla stessa organizzazione che qualche giorno fa ha lanciato due missili su Eilat, cittadina israeliana.

I simboli non mancano: ieri è ripreso il processo a Mursi, il presidente estromessoe la Fratellanza vuole proseguire la guerra. Ma al di là dei simboli la realtà parla di una inusitata violenza islamista in tutta l'area mediorentale, dall'Iraq, alla Siria, al Sinai, a Gaza. La Striscia dominata da Hamas, dove si approvvigionano gruppi misti, beduini compiacenti, pendolari del terrore, inviati da Al Qaeda, reclutatori delle organizzazioni con base in Iraq e in Siria, tutti uniti oggi contro l'Egitto ma anche contro Israele e il mondo cristiano.

L'Egitto non sta a a guardare: chi parla di"assedio" israeliano a Gaza, ignora che l'Egitto sta costruendo una zona cuscinetto, che in un giorno solo distrugge 17 case e inonda di acqua sporca i tunnel da cui entrano e escono armi e rifornimentivari, arresta sospetti a dozzine, distrugge uliveti, uccide in scontri a fuoco.Ieri Israele ha offerto subito le sue ambulanze per ricoverare i feriti negli ospedali israeliani. Il Sinai è ormai teatro di guerra: dal luglio vi hanno avuto luogo circa 300 attacchi jihadisti, e le violenze raggiungono il Cairo con attacchi ai militari e l'uccisione di un dirigente del Ministero degli Interni.

Il gruppo che ieri ha compiuto l'attentato(Ansar Beit al Maqdis vuol dire "Sostegno di Gerusalemme"), esiste dal 2011, è nato a Gaza. E' curiosa la gaffe contenuta nel nome dell'associazione qaedista: Al Maqdis vuol dire Ha Migdash, Beit Ha Migdash è l'antico nome del Tempio Ebraico che per primo sorse a Gerusalemme.Ansar ha compiuto un attacco in cui sono stati uccisi 8 israeliani e ha abbattuto un elicottero militare egiziano. Certi affermano che sia l'ala militare della Fratellanza, usa i canali ufficiali di Al Qaeda (come il Fajr Madia Center) e il leader di Al Qaeda Ayman Al Zawahiri la loda spesso. Nella penisola del Sinai un tempo luogo di bellissime vacanze fra il blu del mare e il rosso delle montagne desertiche, ormai si aggirano, si alleano, si dividono molti altri gruppi determinati alla violenza contro tutti loro, cristiani, musulmani traditori, ebrei. Hanno soldi, armi, uno scopo: distruggere tutti quelli che impediscono la creazione del Califfato mondiale.
www.fiammanirenstein.com

CORRIERE della SERA - Davide Frattini : " Attacco in Sinai al bus di turisti. Sfida qaedista ai generali "


Davide Frattini

Quello che gli storici egiziani chiamano «lo scatolone di sabbia» continua a eruttare pietre. Che ieri hanno colpito dentro la penisola del Sinai, mentre nelle scorse settimane sono state scagliate contro la città israeliana di Eliat. La bomba sul bus ha ucciso tre turisti sud-coreani e l’autista locale, tornavano dalla visita al monastero di Santa Caterina e a Taba stavano per attraversare il confine verso Israele. La rivendicazione sarebbe arrivata dal gruppo Ansar Bait Al Maqdis che ha dichiarato guerra ai militari egiziani — i generali al potere stanno cercando di tappare «lo scatolone» — e al «nemico sionista». Gli estremisti sono legati ai clan beduini che trafficano in droga, armi e esseri umani, i migranti sudanesi ed eritrei spesso trattati come schiavi. Due anni fa tra le montagne fuori controllo sono cominciati a girare volantini di rivendicazione firmati da «Al Qaeda nella Penisola del Sinai»: invocano la creazione di un Emirato islamico, l’imposizione della sharia, la cancellazione del trattato di pace Egitto-Israele, ma anche la fine della discriminazione contro le tribù locali per decenni trascurate dai governi del Cairo. Già tra il 2004 e il 2006 gli attentati hanno devastato Taba, Ras Al Shaitan, Nuweiba, Sharm El Sheikh, Dahab. Una vendetta da 130 morti contro il turismo imposto dalla capitale, contro l’invasione dei grandi alberghi e dei resort sulla costa del Mar Rosso. Con la bomba di ieri il bersaglio torna a essere una delle fonti di reddito più importanti per il Paese e vuole mettere in difficoltà il generale Abdel Fattah Al Sisi, che per diventare presidente deve dimostrare di saper affrontare anche la crisi economica. I 61 mila chilometri quadrati della penisola uniscono due continenti e confinano con l’Egitto, Israele, la Striscia di Gaza. Sono le terre che il premier israeliano Benjamin Netanyahu chiama «il Far West sulla nostra frontiera a sud». Malgrado i legami di sangue tra i clan e spesso di ideologia tra le fazioni, il Sinai ha finito con il creare problemi anche ad Hamas. La repressione dell’esercito egiziano ha portato alla distruzione dei tunnel scavati a Rafah sotto la sabbia del deserto: sono vitali per i fondamentalisti al potere nella Striscia che devono far passare armi e prodotti. Gli abitanti dall’altra parte del confine restano cugini, anche se le strategie qualche volta divergono. I beduini si sentono molto più vicini ai palestinesi: «Viviamo a 40 chilometri da Rafah e a 200 dal Cairo», ripetono i capi clan.

Per inviare la propria opinione a Giornale e Corriere della Sera, cliccare sulle e-mail sottostanti


segreteria@ilgiornale.it
lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT