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Una specie di videogame, tutto da guardare, diffuso dalla TV iraniana a destra, un fotogramma del video che simula l'attacco iraniano contro Israele Cari amici, sapete certamente che c'è un conflitto duro fra Giappone e Cina su certe isole nel tratto di mare che separa i due paesi. Ora, vi chiedo, che pensereste se i giapponesi, il cui governo ha fama di essere tosto, se non guerrafondaio, mettesse online un video che mostra i suoi aerei e razzi che distruggono Pechino, con immagini realistiche di palazzi fatti cadere, feriti, incendi, emergenze? E che direste se i cinesi, che quanto a uso delle armi non sono da meno, replicassero mostrando un altro video in cui si vedono i suoi aerei che affondano una nave giapponese? Be', mi sembra ovvio che sareste preoccupati. E se il loro primo ministro andasse in giro a fare relazioni pubbliche, "offensive dello charme" e altri balletti del genere, vi fareste incantare? Firmereste per caso con loro un trattato di fornitura che permettesse di sviluppare moltissimo la loro forza militare? Prima di rispondere, guardate per favore questo video: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=DxpcHl2jj20. Ci trovate ben riconoscibili i grattacieli di Tel Aviv, l'aeroporto Ben Gurion, altre località israeliane - per lo più luoghi civili, fra l'altro, non basi militari - e li vedete devastati da una infinita raffica di razzi che vengono da un drone iraniano, Vedete ambulanze, riunioni che si trasformano in stragi, incendi, collassi di edifici straordinariamente simili al video dell'attentato alle Twin Towers. Vedete missili che completano la distruzione. E poi vedete qualcosa di simile il cui oggetto è una portaerei americana nel Golfo Persico. Ah, mi ero dimenticato, sapete da dove proviene tutto questo finimondo? Eh già, dal pacifico Iran, con cui l'America di Obama ritiene bene venire a patti e a cui già l'Europa, con il ministro degli esteri italiano in testa, si affretta a chinare la schiena, nella speranza di raccogliere un po' di commesse industriali. Le immagini sono abbastanza realistiche, di quel realismo un po' troppo nitido dei videogames, lo scenario invece non lo è, perché non c'è accenno di difesa o reazione, sia nel caso di una nave da guerra che dovrebbe essere almeno capace di difendersi contro i droni, sia nel caso delle città israeliane che sappiamo ben difese da Tzahal. Ma non importa, quel che si mostra è un desiderio di onnipotenza e i suoi risultati, non le immagini di uno scontro vero. Mettiamola così: il regime degli ayatollah sogna la distruzione delle città israeliane e il genocidio degli ebrei - l'ha dichiarato molte volte. Ed è anche così presuntuoso, nella sua propaganda almeno, da pensare di poter distruggere non la popolazione americana (perché dovrebbero farlo, in maggioranza non sono ebrei), ma la sua potenza militare. Del resto, non ha avuto il regime iraniano la faccia tosta di mandare una flottiglia di navi da guerra in Atlantico ai confini delle acque territoriali americane, con la buffa idea di far vedere agli Usa che potevano minacciarli militarmente? (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/177226). E' un po' la storia del topo che minaccia l'elefante... Aggiungete che l'altro giorno, alla firma della nuova costituzione tunisina il presidente del parlamento iraniano Al Larjani, non proprio l'ultima figura del regime, ha tirato fuori di nuovo la storia di Israele "cancro da estirpare"... Ma non bisogna ridere troppo a queste guasconate. Perché indicano una tendenza, se non proprio una follia. Anche Hitler voleva conquistare il mondo, eppure bastava una carta geografica per far vedere la differenza di stazza fra Germania e Usa e Unione Sovietica assieme... Certe volte il confine fra il bluff, il fanatismo folle e l'idiozia è molto stretto. E certamente vi sono mosse politiche e militari che conseguono a questa posizione, soprattutto per il fatto che gli accordi sottoscritti dall'Occidente lasciano in sostanza libero l'Iran di continuare il proprio cammino verso l'atomica.
Resta il fatto che queste bizzarre iniziative di comunicazione sono solo un sintomo di una accresciuta aggressività reale: una prova in più, se ce ne fosse bisogno, che fare "gesti di buona volontà" con i terroristi non li rabbonisce affatto, ma anzi li incoraggia nella loro propensione alla violenza. E' accaduto così per l'appeasement di Chamberlain verso Hitler, per gli accordi di Oslo coi terroristi palestinesi (ricordiamoci che le ondate di violenza sono venute dopo e non prima Oslo e le proposte di Barak ad Arafat), e ora con l'Iran. Come ha detto ieri Netanyahu, "l'allentamento internazionale delle sanzioni contro l'Iran non ha portato l'Iran a moderare la sua aggressione internazionale, si è verificato l'esatto contrario. Il ministro degli Esteri iraniano ha recentemente incontrato il capo della Jihad Islamica, l'Iran sta continuando a fornire alle organizzazioni terroristiche armi letali, l'Iran continua a essere complice di massacri in Siria e per tutto questo può essere aggiunto il violento e duro attacco del leader iraniano contro la Stati Uniti, accanto all'invio di navi da guerra verso l'Oceano Atlantico. Quello che sta accadendo è che la comunità internazionale ha ridotto le sanzioni contro l'Iran e l'Iran sta intensificando la sua aggressione internazionale. Questo è il vero risultato dei passi finora svolti."
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