Israele: rilasciata Anat Kamm, le sue rivelazioni sono costate la vita di altri condannata per la divulgazione di documenti top secret, cronaca di Maurizio Molinari
Testata: La Stampa Data: 10 febbraio 2014 Pagina: 12 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «Rilasciata la Snowden d’Israele. 'Lui ha cambiato il mondo Io ho fallito la mia missione'»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 10/02/2014, a pag. 12, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Rilasciata la Snowden d’Israele. 'Lui ha cambiato il mondo Io ho fallito la mia missione' ".
Maurizio Molinari Anat Kamm
«Non ho tradito il mio Paese». La soldatessa Anat Kamm, condannata per la divulgazione di documenti top secret sulla sicurezza nazionale di Israele, esce da prigione e adopera un linguaggio che evoca a chiare lettere il paragone con Edward Snowden, la gola profonda della «National Security Agency» americana in asilo temporaneo a Mosca. Processata e imprigionata nel 2011 per aver raccolto, conservato e consegnato al quotidiano «Haaretz» documenti segreti dell’esercito sull’autorizzazione ad eliminare tre capi jihadisti ricercati senza l’esplicito avallo della Corte Suprema di Israele, Kamm si è vista ridurre la pena da 4 anni e mezzo a 26 mesi e, appena uscita dal carcere, ha scelto di rompere il silenzio su «Yedioth Aharonot» ovvero il giornale in questo momento più critico nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu. «Ciò che più mi fa male sono le domande di chi mi chiede se adesso abbandonerò Israele» esordisce, spiegando di «non sentirsi una traditrice della mia patria». «Questa è la mia casa, la mia nazione, perché mai dovrei andarmene?» si chiede, rimandando al mittente le accuse di chi «mi fa capire che non avrei più nulla da fare in Israele». Ventisette anni, ex segretaria del capo del Comando Centrale delle forze armate Yair Naveh - con la responsabilità delle operazioni in Cisgiordania - e studentessa di Storia e Filosofia all’Università di Tel Aviv, Kamm tiene a sottolineare che «in carcere nessuno mi ha accusato di tradimento» e che non potrebbe esserci accusa più infondata nei suoi confronti. Ha però un rimpianto ed è quello di «non essere riuscita a cambiare il mondo». Tradisce delusione per le conseguenze del suo gesto. Per dirlo si paragona proprio a Snowden: «Certo, ho sbagliato come hanno sbagliato Snowden e Chelsea Manning, che saranno braccati per la vita per le rivelazioni che hanno fatto» ma c’è una differenza perché «loro sono riusciti a cambiare il mondo mentre nel mio caso è andata diversamente, devo ammettere che non ho proprio avuto successo». Come dire: l’impatto delle rivelazioni di Snowden sullo spionaggio elettronico ha innescato negli Usa un riesame di pratiche top secret da parte del governo mentre in Israele nulla di ciò è avvenuto in merito ai metodi con cui i militari danno la caccia ai terroristi. L’altra differenza con Snowden sta nel rapporto con il giornale che ha pubblicato le rivelazioni: mentre «The Guardian» resta legato da stretta fiducia all’ex analista della Nsa, lei si dice «delusa dal comportamento di Haaretz che non mi ha aiutato». Anat Kamm è amareggiata ma vuole restare e «riprendere a vivere normalmente». Per farlo scommette sulla professione di reporter, che ha già iniziato a svolgere: «È quello che so fare». Pur dimostrandosi consapevole di essere circondata da sospetti destinati a inseguirla per gli anni a venire: «Ci sono persone che mi accusano di aver causato danni seri, affermano che qualcuno ha pagato con la vita per ciò che ho fatto, preferisco pensare a chi mi vuol bene».
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