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La Repubblica Rassegna Stampa
03.02.2014 Francia: in piazza contro lo Stato 'giudaico-massonico-socialista-parlamentarista-sodomita'
il fanatismo che unisce cristiani e islamici. Se questa è la famiglia che vogliono..

Testata: La Repubblica
Data: 03 febbraio 2014
Pagina: 15
Autore: Michela Marzano - Giampiero Martinotti
Titolo: «La guerra di religione degli 'indignati di destra' - In piazza contro i matrimoni gay: nasce il Tea Party alla francese»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 03/02/2014, a pag. 15, l'articolo di Michela Marzano dal titolo " La guerra di religione degli 'indignati di destra' ", l'articolo di Giampiero Martinotti dal titolo " In piazza contro i matrimoni gay: nasce il Tea Party alla francese ".
Ecco i pezzi:

Michela Marzano - " La guerra di religione degli 'indignati di destra' "


Farida Belghoul, nota in Francia negli anni Ottanta per il proprio impegno contro il razzismo, e che, passata oggi all'estrema destra, proclama la necessità di lottare contro lo Stato "giudaico-massonico-socialista-parlamentarista-sodomita". Troppa grazia Sant'Antonio !

Tutto è cominciato poco più di un anno fa, con le manifestazioni di protesta contro il governo per aver permesso ancheallecoppieomosessualidisposarsi.Centinaiadi migliaia di personesi erano scagliare contro la distruzione della famiglia, la fine dei valori, il trionfo del relativismo. Proprio come è accaduto ieri a Parigi e a Lione. Anche se questavolta non c'è nessun progetto di legge in discussione in Parlamento, nessuna volontà di legittimare pratiche di "utero in affitto", nessun tentativo di imporre quella che i manifestanti chiamano la "teoria del genere", ossia la negazionedelladifferenzadei sessi e l'incoraggiamento a pratiche Lgbt. C'è solo l'idea di introdurre nei programmi scolastici alcune nozioni (sesso, genere, orientamento sessuale), per spiegare l'origine di alcuni stereotipi sessisti e promuovere così, fin dall'infanzia, l'uguaglianzatragli uomini e le donne, gli omosessualie gli eterosessuali. Ma ormai basta la parola "genere" per agitare la gente e spingerla a manifestare contro la "familiphobie" (la fobia perla famiglia), come spiegano alcuni degli organizzatori. C'è persino chi ormai si è convinto che la Francia non sia più il paese della "libertà", della " uguaglianza" e della "fraternità", ma il paese dell"'ateismo", dell'Ignoranza" e delle persone "trans", come spiega Farida Belghoul, nota in Francia negli anni Ottanta per il proprio impegno contro il razzismo, e che, passata oggi all'estrema destra, proclama la necessità di lottare contro lo Stato "giudaico-massonico-socialista-parlamentarista-sodomita". Tea Party alla francese? Forse sl. Visto che ormai, anche in Francia, si diffonde l'idea che è dovere dei cittadini manifestare contro il "système" (che equivale alla nostra nozione di "casta"). Questi "indignati di destra" sono ostili a tutte le élite - da quelle politiche che non fanno altro che mentire, a quelle mediatiche che sarebbero ormai colluse con il potere. E dopo gli incidenti legati all'affaire Dieudonné, il comico antisemita e antisistema, sembrano consacrare l'emergenza dell'antipolitica anche in Francia, che pure è stato, per secoli, il paese della "religione della politica".

Giampiero Martinotti - " In piazza contro i matrimoni gay: nasce il Tea Party alla francese "


Manif pur tous

PARIGI — «Non molliamo», ripetono ossessivamente i manifestanti e i loro striscioni. L’anno scorso sono scesi in piazza contro il matrimonio gay, quest’anno contestano la supposta teoria dei generi, che secondo loro il governo vorrebbe introdurre nell’insegnamento scolastico. È la nuova destra francese che sta nascendo fuori dai partiti tradizionali, un po’ come i Tea Party statunitensi. Una destra senza complessi, cattolica e reazionaria, influenzata da vari gruppi di estrema destra, molto presenti nelle manifestazioni. Ieri erano 30 mila a Lione, decine di migliaia nella capitale (80 mila secondo la polizia, 500 mila secondo gli organizzatori). Ma al di là delle cifre conta il dato politico, l’emergere di una nebulosa fortemente ancorata ai valori tradizionali, “vandeana” nello spirito e modernissima nei mezzi di comunicazione. Una destra che in passato preferiva lasciare la piazza alla gauche e oggi si mostra a viso scoperto. Un’ala minoritaria della società francese, capace però di mobilitare e di influenzare l’opinione pubblica. È un movimento difficile da controllare per tutti. La presenza di gruppuscoli di estrema destra mette sempre a dura prova i nervi delle forze dell’ordine. Ma il problema è piuttosto nelle idee veicolate da una parte dei manifestanti. Già otto giorni fa, durante una manifestazione anti-Hollande, si sono sentiti slogan antisemiti, razzisti e omofobi. «Sono le forze oscure che dividono », dice il ministro dell’Interno, Manuel Valls, parlando di un clima da anni Trenta. L’estrema destra di Alain Soral, un ex comunista che ha sposato le tesi negazioniste, è riuscita a influenzare il movimento contro il matrimonio gay, trovando una “Madonna” inattesa in Farida Belghoul: trent’anni fa guidava i giovani delle banlieues nelle marce per l’eguaglianza, oggi sposa tesi antisemite e diffonde l’idea che il governo vorrebbe negare l’identità sessuale. La destra democratica si trova spiazzata da un movimento nato in piazza e sul web, poco incline alle mediazioni, voglioso di affermarsi contro una società che va in senso contrario (il matrimonio gay aveva il consenso dei francesi e sembra già entrato nel costume). E che si ritrova attorno ai valori tradizionali, denuncia la “famigliafobia” che regnerebbe nel paese, mette in giro voci sulla teorie del genere che sarebbe studiata alle elementari («vogliono trasformare tuo figlio in una femmina»). Non a caso, il presidente dell’Ump, Jean-François Copé, che pure aveva manifestato contro il matrimonio gay, ha rifiutato di partecipare al corteo di ieri. Ma al tempo stesso deve tenere conto di un fenomeno che attira una parte del suo elettorato, che protesta contro la fecondazione assistita per le coppie omosessuali, per il momento rinviata sine die, o le leggi sulla parità uomo-donna o le modifiche in senso liberale alla legge sull’aborto. Ma la cui mobilitazione traduce anche il malessere sociale delle classi medie, spaventate dalla precarietà e dall’impoverimento. La destra democratica, quasi senza voce di fronte a questo smarrimento, assiste impotente alla deriva reazionaria di una parte del suo elettorato.

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