Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/02/2014, a pag.14, con il titolo " La danzatrice del ventre che vuole distruggere i Fratelli Musulmani ", la cronaca di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari Sama el-Masry
È una popolare ballerina della danza del ventre a voler demolire ciò che resta in Egitto dei Fratelli musulmani dopo il rovesciamento di Mahmud Morsi da parte dei militari. Sama el- Masry deve la sua popolarità non solo ai video su YouTube in cui danza e balla ma anche alla canzone «Obama, tuo padre, tua madre» che lanciò contro il presidente americano per contestargli la decisione di disapprovare il colpo di mano del generale Abdel Fattah al Sisi contro Morsi. «Quando l’Egitto parla, devi ascoltare» cantava Sama rivolta a Obama, ripetendo a più riprese che «non siamo come gli israeliani e il Qatar, noi abbiamo un esercito forte». Ora che Morsi è in carcere, i Fratelli musulmani fuori legge e l’Egitto procede a passi veloci verso le elezioni politiche, Sama «l’egiziana» assicura che sarà lei a dare il colpo di grazia a ciò che resta della popolarità del partito fondamentalista. L’appuntamento è per giovedì sera, quando sarà trasmessa la nuova puntata del suo show «Ayouh baa» sul canale Feloul (Corrotto) durante il quale promette rivelazioni tali da scoprire «traditori e agenti nei ranghi dei Fratelli musulmani». La cantante ha già preso di mira Mahmud ElBaradei, ex candidato presidenziale, ma nei confronti dei Fratelli musulmani promette «molto di più». E si tratta solo dell’inizio di una campagna perché ciò che la danzatrice del ventre ha in mente è di candidarsi alle prossime elezioni parlamentari al Cairo per sconfiggere i Fratelli musulmani nella loro più importante roccaforte: il governatorato di Sharquiyah. «È il distretto elettorale diMorsi, è qui che si sentono più forti ed è qui che li sconfiggerò - promette Masry - rivelando chi sono veramente queste persone». Non è la prima volta che la ballerina sfida i fondamentalisti islamici: nel 2013 lo fece con un video nel quale danzava coperta da un velo islamico e ricevette le minacce di morte da gruppi jihadisti che le contestarono di essere «una prostituta che prende in giro l’hijab». E quando nel 2011 uscì il film «Ala WahdaWeNos», scritto e interpretato da Sama per denunciare lo sfruttamento delle donne nel mondo dell’informazione, fu l’ateneo islamico di Al Azhar ad invitare il pubblico a boicottare «una pellicola oscena»
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