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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.02.2014 Il neocolonialismo del terrore
commento di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 febbraio 2014
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «Il neocolonialismo del terrore»

Il neocolonialismo del terrore
commento di Vitaliano Bacchi


Vitaliano Bacchi        al Qaeda

La denuncia viene dalle stesse autorità libiche regionali: nelle zone desertiche del meridione libico dove si ammassano i gruppi dei migranti clandestini in marcia verso la sponda per la successiva traversata  a Lampedusa qui domina Al Qaeda, spadroneggia nei centri di raccolta e smistamento e riscuote un consenso enorme perchè si presenta ai migranti come il cristianesimo si presentò alla plebe romana: ideologia della rivoluzione contro il patriziato dell'impero di Roma.
Sono due ideologie non certi assimilabili ma la loro funzione di agente storico di mutamento, mutatis mutandis, è spacciata e divulgata per la identica funzione eversiva dell'ordine costituito, là romano e imperiale qui dell'occidente “crociato”.

In queste zone, purtroppo ormai anche nei suoi centri, lo stato libico non esiste più regna la più completa anarchia che costituisce lo sfondo sociale di consenso idoneo alla diffusione della ideologia terroristica, perchè il povero per mangiare le accetta tutte, compresa l'affiliazione.
Questo comporta che una analisi sociale della componente ideologica dei migranti clandestini fa oggettivamente registrare percentuali sempre maggiori di affiliati o disposti ad esserlo, per cui la valutazione di impatto criminale che si iscrive nel fenomeno oggi va compiuta non solo con l'ipotesi dell'ingresso del criminale comune di sangue (Kabobo) ma anche del terrorista addestrato per uccidere.

Scrive Lester Brown, il massimo teorico mondiale delle economie agrarie e delle risorse naturali che se il tasso di crescita delle migrazioni di massa dall'Africa verso i paesi sviluppati conserva la proporzionalità attuale della curva di incremento, l'europa deve valutare come aspettativa razionale tendenziale un flusso migratorio caotico cioè non regolato da convenzioni o normative di controllo, destinato a ripopolare in senso intensivo i paesi europei destinatari vale a dire a trasformarli in etnie miste a prevalente quota africana.

In Italia la tendenza è irreversibile e inevitabile perchè è legge la norma dell'obbligo per il stato italiano di accoglimento e asilo, per cui la considerazione comparata fra il teorema demografico-alimentare di Lester Brown e la condicio iuris della legislazione nazionale in materia fa ritenere non improbabili misure legislative di emergenza, connesse a benefici fiscali di deducibilità come ad esempio l'obbligo per ogni famiglia di ospitarne una quota in funzione del reddito o di altri indici patrimoniali che certamente le ideologie sociovaticaniste attuali del welcome e quelle politicamente corrette del welfare non esiteranno a indicare al legislatore.

La questione si pone negli stessi termini in Israele dove il fronte dell'immigrazione clandestina, il fronte del Sinai, è popolato di masse migratorie enigmatiche nel censo e certe nell'origine africana, con percentuali qaediste attese identicamente quantificabili come nei flussi di Lampedusa, perchè l'origine è la stessa e identiche sono le condizioni di corruzione terroristica del povero che deve sfamarsi; sia in Italia che in Israele la legislazione impositiva dell'obbligo di accoglimento menoma ed esclude il potere militare del governo e rimette alla giurisdizione la politica di controllo del fenomeno e cioè alla sua legittimazione perchè il magistrato deve applicare la legge e la legge è permissiva e non inibitoria.

Se quindi si vuole evitare un ripopolamento caotico delle nostre comunità nazionali, i rimedi sono due:

1) la restituzione alla competenza militare della disciplina del fenomeno con esclusione della funzione giurisdizionale ordinaria e mantenuta solo per il caso di reati

2) la dislocazione di risorse miliare nazionali nei paesi di aggregazione originaria delle masse migratorie in collaborazione coi governi locali

Forse la politica americana in Afghanistan non è stata perfetta, ma il modello si può migliorare. In questo senso l'Italia, propensa a sostituire l'impegno militare con surrogati di finanza sussidiaria tratti da un debito pubblico ormai irredimibile versa già cospicui  fondi alla Libia per il controllo di polizia delle coste e addestra già oggi a proprio onere quadri militari libici nelle caserme italiane.

La finanza del sussidio non è tuttavia la giusta strada né per l'Italia né per Israele e la soluzione è un'altra: contingenti militari italiani o israeliani e degli altri paesi soccombenti al fenomeno ormai epocale devono essere stanziati in permanenza e prevenire militarmente le aggregazioni migratorie sia spontanee che organizzate dal banditismo locale.

Chi critica questa soluzione come politica di neocolonialismo trascura evidentemente  che, se questo è neocolonialismo, lo ha reintrodotto al Qaeda per i suoi agenti dislocati in paesi civili e attivabili con una chiamata al cellulare, senza grandi spiegazioni e conversazioni.

Le istruzioni sono già state date.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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