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La Stampa Rassegna Stampa
31.01.2014 Turchia contro al Qaeda in Siria
cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 31 gennaio 2014
Pagina: 17
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «La Turchia attacca Al Qaeda. Primo blitz armato in Siria»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 31/01/2014, a pag. 17, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "La Turchia attacca Al Qaeda. Primo blitz armato in Siria".


al Qaeda               Recep Tayyip Erdogan         Maurizio Molinari

Le forze armate turche hanno messo a segno un blitz in Siria eliminando un convoglio di miliziani dello «Stato Islamico dell’Iraq e del Levante» (Isis), emanazione di Al Qaeda. È la prima volta che Ankara colpisce le cellule jihadiste che operano oltre confine e, secondo fonti militare turche, ciò è avvenuto in risposta a ripetuti lanci di mortai da parte di Al Qaeda contro il posto di confine di Cobanbey. In particolare, le truppe turche hanno colpito e distrutto un pick up, un camion e un bus di Isis causando un imprecisato numero di vittime. Finora l’unico Paese confinante a mettere a segno attacchi dentro la Siria era stato Israele, bersagliando per almeno sei volte depositi di missili di vario tipo, ma la scelta di Ankara sembra legarsi ora ad un diverso fenomeno: la proliferazione di cellule jihadiste lungo i propri confini. Un rapporto su questo argomento presentato dal generale israeliano Aviv Kochavi alla conferenza dell’Istituto nazionale di studi strategici di Tel Aviv attesta che «i jihadisti presenti in Siria appartenenti a diversi gruppi sono almeno 30 mila» e alcuni di loro operano da «Paesi confinanti» inclusa proprio la Turchia, «nelle province di Karaman, Osmaniye e Sanliurfa». Potrebbe essere stata proprio la penetrazione di Al Qaeda in Turchia - finora sempre negata da Ankara - il motivo dell’attacco contro il convoglio Isis. A confermare che tale cellula di Al Qaeda è in cima alle preoccupazioni di più Paesi c’è la decisione del governo iracheno di rendere pubblica una rara foto del suo leader sanguinario e finora imprendibile, Abu Bakr al-Baghdadi, sottolineando così la necessità di catturarlo o eliminarlo. Dell’Isis ha parlato davanti al Congresso di Washington anche James Clapper, direttore nazionale dell’Intelligence Usa, affermando che «nelle aree della Siria sotto il controllo dei gruppi jihadisti c’è chi è intenzionato a colpire gli Stati Uniti». Ovvero: questi territori ai confini di Turchia e Iraq si stanno trasformando in un’enclave di terroristi capace di minacciare non solo i Paesi della regione.

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