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La Shoah è una questione aperta 30/01/2014

Da anni non perdo un appuntamento con le cartoline del Prof. Volli, intellettuale vero e, spesso, scomodo per i vari ipocriti di tutte le risme, anche quelli di certi ambienti ebraici. Ora, nel condividere appieno (ma questa non è una novità) il contenuto della sua del 29 gennaio, mi permetto di fare una precisazione su un'inesattezza riportata dal Prof.: i due sorpresi a scrivere sui muri insulti antisemiti a Roma, non sono stati affatto arrestati (sebbene colti in flagranza, il che avrebbe giustificato quanto meno il rito direttissimo) ma semplicemente denunciati. Questi qui di Militia, stranamente, sono i cittadini più denunciati d'Italia ma i meno arrestati, e quando vengono ristretti nelle patrie galere è soltanto perchè hanno commesso altri reati comuni, non certo quelli inerenti alla loro "militanza". Io credo che nemmeno i mittenti delle teste di porco, se mai venissero rintracciati ma sono passati giorni e nulla è accaduto, andrebbero in carcere, ma sarebbero semplicemente denunciati e, chissà quando, giudicati e magari condannati a pene alla "volemose bene", come già accaduto in passato (del resto Boccacci continua a essere un uomo libero nonostante le sue innumerevoli malefatte). In realtà, penso che ci sia scarsa motivazione tra gli inquirenti e le forze dell'ordine nel perseguire questi furfanti. E qui mi riaggancio alla cartolina del Prof. Volli, che ha giustamente evidenziato che a Milano hanno potuto tracciare una svastica alla scuola materna ebraica contando sulla (benevola?) distrazione dei militari di guardia. D'altra parte, non dimentichiamo che ogni qual volta c'è il derby di calcio a Roma, il cui servizio di prevenzione richiede centinaia di agenti e carabinieri, nella curva della Lazio riescono sempre a entrare ignobili striscioni antisemiti e che il Prefetto di Roma, qualche mese fa, nel giustificare il mancato diniego allo svogimento di un corteo di Casapound, non trvava di meglio da dire che gli Ebrei intanto dovevano ringraziare le forze dell'ordine che li proteggevano e, pertanto, non dovevano permettersi di alzare la voce.

R.D.C.

risponde Ugo Volli:

 Gentile lettore, è chiaro che in Italia fare l'antisemita militante costa poco, si tratti di islamici o di fascisti o di militanti di estrema sinistra. Io non credo a una politica di complicità ufficiale. in particolare non accuso di complicità le forze dell'ordine che sorvegliano giorno e notte le istituzioni ebraiche per assicurarne la sicurezza, anzi, penso che vadano ringraziate.
Lo scandalo è semmai che debbano esserci. Non vi sono in Italia altri obiettivi non politici o militari che richiedano una tale protezione. Credo che vi sia un clima ideologico di sottovalutazione dell'antisemitismo e dell'odio per Israele che ha influenzato anche alcune recenti sentenze della magistratura. Bisognerebbe fare di più per combatterlo, per spiegare che la Shoah non è una cosa del passato da ricordare come il Risorgimento, ma una questione aperta, contemporanea, un pericolo attuale. Noi di Informazione Corretta facciamo questo discorso quasi ogni giorno. Altri purtroppo se ne sottraggono.


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