Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/01/2014, a pag.21, con il titolo " Gli Usa: rimarremo a Kabul senza il consenso di Karzai " di Gianadrea Gaiani.
Karzai con Obama
Ormai è rottura tra l’AmministrazioneObama e il presidente afghano Hamid Karzai che nei tre mesi abbondanti di incarico che ancora gli rimangono minaccia di accentuare i dissidi con gli alleati occidentali. Il rifiuto di Karzai di firmare l’accordo bilaterale sulla sicurezza (BSA) rischia di far saltare l’operazione Resolute Support che Nato e Pentagono hanno pianificato per il triennio 2015-17 per addestrare, appoggiare e finanziare le forze di Kabul che hanno subito perdite in crescita del 70 per cento da quando gli alleati non combattono più in prima linea. Le rinnovate pressioni statunitensi puntano a isolare il presidente afghano rispetto ai membri del suo governo, tutti apparentemente favorevoli a rinnovare l’accordo con gli Usa. Il 26 gennaio il New York Times ha rivelato che il governo afghano ha falsificato le prove che accusano gli americani di aver ucciso 12 civili in un raid aereo nella provincia di Parwan. Karzai ha replicato accusando gli statunitensi di essere i veri mandanti degli ultimi attentati condotti nel centro di Kabul con lo scopo di forzare il governo afghano a firmare il BSA. Ad aumentare l’irritazione di Washington ha contribuito poi l’annuncio della scarcerazione di 37 degli 88 prigionieri talebani definiti “molto pericolosi”detenuti nella ex prigione militare americana di Bagram, ora sotto controllo afghano. Una decisione stigmatizzata dal comando alleato come «un enorme passo indietro nella costruzione dello stato di diritto afghano ».
Karzai sembra puntare alla mediazionecon i talebani in vista del ritiro delle forze alleate e non vuole autorizzare gli Usa a condurre anche in futuro blitz sul territorio afghano. Nella polemica è entrata anche la Nato con il segretario generale Anders Fogh Rasmussen che lunedì ha esortato Karzai a firmare l’accordo il «prima possibile» sottolineando che in assenza di «un quadro legale per la nostra presenza» c’è il rischio che si vada verso un ritiro totale delle forze alleate con un «impatto negativo» nei Paesi impegnati a finanziare le forze afghane. Si tratta di 4,1 miliardi annui per metà coperti dagli Stati Uniti e per metà dagli alleati ma, a quanto pare, se Karzai non firma il BSA può scordarsi gli aiuti finanziari. Il piano di mantenere nel Paese asiatico circa 10 mila soldati statunitensi (inclusi 2 mila alleati per lo più italiani e tedeschi) rischia di naufragare anche se il Pentagono cerca di frenare l’ipotesi della cosiddetta «opzione zero » (il ritiro totalecomequello attuato nel 2011 in Iraq) lamentando che senza le basi afghane sarebbe impossibile continuare le operazioni con i droni-killer contro i qaedisti nella regione tribale pakistana. Per questo, secondo indiscrezioni rivelate dal Wall Street Journal, a Washington si studia un “Piano B” per mantenere forze militari in Afghanistan anche se Karzai (e il suo successore) non dovessero firmare il BSA, appoggiandosi probabilmente sull’accordo sullo «stato delle forze» in discussione tra Kabul e la Nato. Difficile ipotizzare gli sviluppi ma BarackObama, nel discorso sullo stato dell’Unione, si è limitato a ribadire che «entro la fine dell'anno la guerra più lunga della storia americana sarà finalmente finita».
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