Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 28/01/2014, a pag. 15, l'articolo di Francesco Grignetti dal titolo " Negazionismo, si riaccende il dibattito sulla legge ". Da REPUBBLICA, a pag. 16, l'articolo di Umberto Rosso dal titolo " Minacce antisemite, l’ira di Napolitano: teste di maiale miserabile provocazione ".
Ecco i pezzi:
La STAMPA Francesco Grignetti : " Negazionismo, si riaccende il dibattito sulla legge"
Francesco Grignetti
È il Giorno della Memoria per non dimenticare l’Olocausto. Le istituzioni per 24 ore si mobilitano a difesa della verità storica, di quanto accadde nei lager nazisti, nella distruzione scientifica del popolo ebraico. Se ne parla in televisione, nelle scuole, nei palazzi della politica. La celebrazione più solenne si tiene al Quirinale. E qui il Capo dello Stato invita a «vigilare e intervenire contro ogni fenomeno di antisemitismo, di razzismo e di violenza contro gli innocenti e gli “indifesi di sempre” come li ha definiti il presidente Gattegna (presidente delle comunità ebraiche italiane, ndr)». Tra questi ultimi, Napolitano cita espressamente «gli ebrei, i rom, i sinti, i disabili, i malati di mente, gli omosessuali. E vi aggiungo anche gli stranieri».
L’avvicinarsi del Giorno della Memoria nei giorni scorsi ha risvegliato i peggiori istinti dei neonazisti. «Una miserabile provocazione», li liquida Napolitano. Ma ha fatto anche riaccendere improvvisamente i motori su un ddl, quello che introduce il reato di negazionismo, che domani andrà in Aula al Senato. «Non posso dire nulla in proposito - ha detto Napolitano - per rispetto delle prerogative del Parlamento, che saprà certamente discutere con attenzione e saggezza».
Attenzione e saggezza, dunque. Il Presidente ha però voluto leggere un passaggio di un editoriale scritto nei mesi scorsi da Gattegna per La Stampa: «La Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore, privilegiando le armi della cultura e dell’istruzione».
E dunque: privilegiare le armi della cultura o quelle del codice penale? I grillini sono contrari al reato di opinione. Sono contrari anche, ma non lo dicono troppo in giro, quelli di destra. La senatrice Pd Rosaria Capacchione, giornalista anticamorra prestata alla politica, e relatrice di questo ddl, a sua volta è molto combattuta: «Da una parte mi rendo conto che la verità va difesa. Un tempo nessuno si sarebbe sognato di negare la Shoah. Però sono anche una giornalista e nutro grandi perplessità per ogni limitazione del pensiero».
Il ddl è molto cambiato negli ultimi mesi. Il reato si è trasformato in una sorta di aggravante, che va necessariamente seguita da un fatto lesivo: non basterebbe mai la semplice negazione dell’Olocausto per incorrere nel codice penale. Anche con la nuova formulazione, però, gli storici restano contrari, al pari delle associazioni degli avvocati. I migliori nomi della storiografia di sinistra, da Carlo Ginzburg a Adriano Prosperi, a Paolo Giovagnoli, si sono schierati contro. La Sissco, società italiana degli storici contemporaneisti, ha appena chiesto un incontro con Piero Grasso per fermare le macchine.
Il Pd a questo punto è scisso in due parti. Le senatrici Silvana Amati, Daniela Valentini, Monica Cirinnà vogliono fortissimamente il reato perché l’intervento di polizia e magistratura sarebbe un argine al neonazismo. Il senatore-storico Miguel Gotor, all’opposto, non sa più come spiegare quanto sia un errore clamoroso. «Il testo - ha scritto in una lettera aperta a tutti i senatori - pretende di imporre per legge una valutazione storiografica e rischia così di alimentare un circuito vizioso». Di più: «Si rischia di stabilire una “verità di Stato” che delegittima la verità storica che è sempre il prodotto di un dibattito critico. In questo modo si ottiene un risultato opposto a quello sperato».
La REPUBBLICA - Umberto Rosso : " Minacce antisemite, l’ira di Napolitano: teste di maiale miserabile provocazione "
Giorgio Napolitano
ROMA — Una «miserabile provocazione che è stata tentata contro tutti noi». È la durissima condanna di Giorgio Napolitano per il macabro avvertimento, quelle tre teste di maiale inviate alla comunità ebraica romana, che turba e sconvolge il Giorno della Memoria, celebrato ieri anche al Quirinale. Spera, il capo dello Stato, che gli autori vengano «rapidamente individuati», perché il loro «è un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi». Non hanno nulla a che vedere con Roma e i romani, «fraternamente accanto alla comunità».
La Procura della capitale, impegnata nella caccia ai responsabili dell’intimidazione, procede per il reato di istigazione all’odio razziale, con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo che ha incaricato delle indagini la Digos, alle prese con la ricerca di impronte digitali sui pacchi consegnati (due giunti a destinazione, il terzo rimasto negli uffici del corriere perché privo di mittente). Invece hanno già un nome, fermati e denunciati sempre per istigazione all’odio razziale, gli autori delle scritte antisemite apparse sui muri nei pressi di piazzale Clodio (ma scritte oltraggiose svastiche naziste sono comparse nella notte in diverse zone della città, e già cancellate dal comune). Si tratta di due esponenti della estrema destra romana, uno di 33 anni e l’altro di 47, già indagati in passato, legati al gruppoMilitia e al sito neonazista Stormfront. Uno dei due indossava una maglietta inneggiante ad un sito negazionista. Si teme ora l’effetto emulazione: a Firenze nel palazzo in cui ha un appartamento il segretario della comunità ebraica è stata trovata la testa di una porchetta. Si sospetta la goliardata. «Ma resta un episodio inquietante», dice Ugo Caffaz, storico esponente dell’ebraismo fiorentino.
Mai dunque «abbassare la guardia » ammonisce il presidente dellaRepubblica, che sul Colle nel giorno in cui si ricorda la Shoah si commuove ricevendo deportati e sopravvissuti, gli studenti di ritorno dai viaggi ad Auschwitz, applaudendo la ferma reazione del presidente Ucei Renzo Gattegna alle minacce («non ci faremo intimidire»), e ascoltando il suono del violino del maestro Shlomo Mintz che proprio da uno di quei lager riemerge. Un appello anche dal Papa, in un messaggio letto al Parco della Musica di Roma al concerto dei Violinidella speranza: «Mai più l’orrore della Shoah, vergogna dell’umanità ». Per il capo dello Stato i rischi per la democrazia, come dimostrano appunto le minacce di questi giorni, sono sempre in agguato.
C’è in discussione al Senato il disegno di legge per introdurre il reato di negazionismo. Il capo dello Stato non si pronuncia «per rispetto delle prerogative del Parlamento, che saprà certamente discuterne con attenzione e saggezza». Ma apprezza molto la posizione dell’Unione delle comunità ebraiche italiane: la memoria si difende nel modo migliore privilegiando le armi della cultura e dell’istruzione. «È esattamente in questo senso che abbiamo cercato di muoverci in tutti questi anni». Dal capo della comunità romana Riccardo Pacifici un appello ai parlamentari ad approvare presto quella legge sul negazionismo, «sarebbe una vigliaccata non discuterla e non votarla». Gli strumenti sul piano giudiziario per colpire comunque ci sono, ricorda Napolitano. Che cita anche quel che succede in Francia col comico Dieudonne accusato di razzismo («anche a conferma di come vecchi veleni circolino in tutta Europa »), e l’ordinanza del Consiglio di Stato francese che ha convalidato il divieto di uno spettacolo dell’attore per «intenti antisemiti». Al Quirinale alla cerimonia partecipa anche il premier Letta, «il dovere della memoria non si conclude col Novecento, oggi tocca alla mia generazione », e ci sono i presidenti delle Camere, e diversi ministri, come la Carrozza che parla di «orrendeminacce a Roma».
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