domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Ugo Volli
Cartoline
<< torna all'indice della rubrica
L'invidia e il coccodrillo 27/01/2014

L'invidia e il coccodrillo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Nutrire il coccodrillo sperando che ci mangi per ultimi

Cari amici,

lasciatemi fare una confessione personale. Ecco, sono invidioso. Non sempre, eh, non di tutti. Francamente non dei successi altrui, della fortuna, dei soldi e della fama: so bene di aver avuto immensa fortuna nella generazione, nel tempo, nel paese, nella famiglia dove mi è capitato di nascere, in tutto quel che mi è stato donato. Sarebbe sciocco e provocatorio avvelenarsi il sangue perché non si ha di più. Qualche volto provo un sentimento di mancanza rispetto alle persone che incontro che sanno più dui me, sono più intelligenti, più colte, più ricche di talento: ma si tratta di ammirazione, molto più che di invidia.

Quelli che invidio, e di cui voglio parlarvi oggi, sono i pacifisti. Non i pacifinti antisemiti, che sono tanti e sono così chiaramente  prevenuti da meritare solo disprezzo. Non i vattimi i paxchristi, i sindaci arancione (un po' rossi e un po' gialli, guarda un po'), i comunisti che rivalutano la Corea e Cuba e poi dicono “prigione a cielo aperto” a Gaza, dove il cielo è abbastanza aperto da permettere di sparacchiare razzi in quantità. No, parlo dei pacifisti generosi, spesso di origine ebraica, che non dicono che bisogna cancellare lo stato di Israele dalla faccia della terra e magari anche che bisogna ammazzare tutti gli ebrei e se uno si nasconderà dietro a un albero o a una roccia per sottrarsi alla strage, albero e roccia li chiameranno per concludere la loro impresa... I pacifisti generosi, bontà loro, pensano solo che Israele dovrebbe cedere Giudea e Samaria senza indugi, un po' come è successo con Gaza e col Libano meridionale, ammettere il "peccato originale" di aver fondato Israele su terre "palestinesi" e rimborsare o "rimpatriare" i "rifugiati", e poi disarmare in favore di un Medio Oriente denuclearizzato (intanto l'Iran si sta facendo l'atomica, ma questo non li preoccupa). E poi naturalmente sorridere, diventare amici di tutti, capire la bellezza della cultura palestinese e l'altezza spirituale dell'Islam.

Che cosa invidio di questi signori? Mah, innanzitutto gli occhiali rosa, la capacità infinita di vedere il bicchiere mezzo pieno: riescono a vedere la Fratellanza Musulmana come in fondo democratica, i torbidi che da tre anni insanguinano il mondo arabo restano per loro una primavera di speranza, Obama è un amico di Israele, tutto insomma è bello e buono o almeno promettente - salvo una cosa, la sola che li fa davvero imbestialire, che cioè ci siano degli ebrei che si permettono di vivere e coltivare terre regolarmente acquistate, dove vivono magari da tre generazioni, dove danno lavoro a molti arabi: questo è l'orrore, questo è il nemico, queste sono le colonie, l'ostacolo alla pace. E se qualche buon arabo nell'intento di fare la pace ne sgozza qualcuno, non si scompongono: se vivono oltre la linea dove per caso si fermarono i combattimenti sessanticinque anni fa e che negli armistizi furono definite provvisorie e senza valore di confini internazionali - be' quelli sono peccatori, "coloni", non sono miei fratelli, devo forse occuparmi di loro... più o meno come disse Caino di Abele.

Oltri agli occhiali rosa, invidio loro i tappi per le orecchie. Fatah, il "partito armato" del dittatore dell'Autorità Palestinese Abbas, minaccia di bombardare Tel Aviv, che non è oltre la linea verde ( http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=10529)? E loro non sentono. L'incitamento all'odio dei palestinesi è così continuo da obbligare perfino il New York Times, che di suo sarebbe molto vicino ai pacifisti buoni, a pubblicare un power point che lo documenta? (Guardatelo, è importante e molto istruttivo: http://www.nytimes.com/interactive/2014/01/06/world/middleeast/07israel-doc.html?_r=1) e loro non vedono e non sentono. I "comitati di resistenza popolare", che è la forma di "lotta all'occupazione" sostenuta dall'AP rivendicano gli attacchi dei cecchini che ammazzano i soldati israeliani (http://www.timesofisrael.com/gaza-terror-group-takes-responsibility-for-sniper-attack/)? loro non se ne accorgono, o non gli importa: si sa, un po' di esuberanza giovanile in questi casi capita. Un altro funzionario della Lega Araba, quella cui Abbas demanda la decisione sulle trattative, dice che non potrà esserci la pace senza la distruzione di Israele ( http://elderofziyon.blogspot.it/2013/12/arab-league-official-emphasizes-that.html#.UuYaUxAuLiw)? I bravi pacifisti fanno orecchi da mercante. Le forze armate israeliane, in una perquisizione naturalmente da condannare scoprono degli arabi che trasportano armi da guerra nella culla del loro neonato (http://www.idfblog.com/2014/01/22/idf-forces-discover-firearm-hidden-inside-childs-backpack/)?  E vabbé, trasportare armi da querlle parti è normale, lo faceva anche quel bravo sacerdote cattolico che risponde al nome di Monsignor Cappucci. Le sole armi che inquietano sono quelle con cui i "coloni" potrebbero essere tentati di difendersi dai giusti  assalti degli arabi indignati per le loro costruzioni illegali. Che cos'è ammazzare una famiglia rispetto a costruire un appartamento?

Les pacifistes israéliens évacués de Ramallah  credit : nrg.co.il
Pacifisti israeliani evacuati da Ramallah

Ecco, gli invidio tutto questo. E glielo invidio ancora di più quando li riguarda personalmente. Perché vedete, qualche tempo fa una delegazione di questi galantuomini così sensibili e illuminati, che portano anche in tasca un passaporto israeliano e magari la tessera di Meretz e Peace Now, è andata a Ramallah,  per esprimere in un convegno con non so quale movimento palestinese la propria simpatia per la causa palestinese e la propria condanna per la politica fascista e colonialista del loro governo. Nobile intenzione, direte voi. Certo, nobile e invidiabile. Sennonché, usciti dalla protezione coloniale delle strade ingiustamente pattugliate dall'esercito israeliano e arrivati nella capitale dell'Autorità Palestinese, entrati nell'albergo dove dove svolgersi il loro convegno, si sono visti assediati da una turba di "giovani esuberanti", del tutto disinteressati alle loro opinioni politically correct e molto pacifiste, che voleva far loro la fine di quell'ebreo nascosto dietro l'albero del detto tradizionale islamico che ho citato prima, o se volete che sia più chiaro, quella dei due israeliani entrati nella stessa città di Ramallah e linciati, fatti a brani a mani nude dentro un commissariato della "polizia" dell'AP. Questa volta la stessa polizia è intervenuta in maniera diversa (forse anche perché voleva evitare l'intervento dell'esercito coloniale, magari avvertito da un telefono cellulare imperialista). Fatto sta che il gruppetto è stato preso, ributtato sul suo autobus ed espulso dalla città ( http://www.tribunejuive.info/israel/des-palestiniens-contre-les-israeliens-qui-soutiennent-leur-cause  , http://elderofziyon.blogspot.it/2014/01/peacenik-israelis-meet-rock-throwing.html#.UuJRIxAuLizhttp://www.gatestoneinstitute.org/4138/palestinians-israelis-minds-of-peace )

Istruttivo, non trovate? Un episodio che insegna come non ci sia filopalestinismo che conta: Chomsky e Butler, o Ovadia e Gomel, trovati a passeggiare per i territori governati dall'Anp e identificati come ebrei, riceverebbero lo stesso trattamento: un po' come accadde al fascistissimo ebreo Ettore Ovazza che faceva le spedizioni squadristiche contro i giornali sionisti e non solo subì le leggi razziste come tutti, ma nel '43 fu catturato dai tedeschi mentre tentava di fuggire e ucciso senza nessun privilegio rispetto agli ebrei antifascisti (http://it.wikipedia.org/wiki/Ettore_Ovazza). La logica di nutrire il coccodrillo buttando in acqua gli altri passeggeri della canoa, sperando che si sazi, non funziona, almeno non con gli antisemiti. E anche per questo li invidio, per la speranza che nutrono sulla dimensione dello stomaco dei coccodrilli (o dei palestinisti), e per la capacità di non imparare dall'esperienza, che saraà una forma di stupidità ma consente di dormire senza brutti sogni.

Ugo Volli


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT