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Il Giornale Rassegna Stampa
24.01.2014 Siria: quando Assad massacra anche i bambini
commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 24 gennaio 2014
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Se i Grandi dimenticano l’orrore dei piccoli: salvate i bimbi siriani»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 24/01/2014, a pag. 12, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo " Se i Grandi dimenticano l’orrore dei piccoli: salvate i bimbi siriani ".


Fiamma Nirenstein

La foto che segna l’inizio di «Ginevra 2», la conferenza di pa­ce di Montreux, non ha i colori del cristallo o del velluto delle sa­le in cui i diplomatici di tutto il mondo si riuniscono nell’impos­sibile compito di mettere d’ac­cordo la ferocia genocida del­l’a­lawita Assad con l’impeto isla­mista dei rivoltosi sunniti, ormai in buona parte qaedisti. La foto senza orpelli di questa conferen­za ha il volto di un bambino di­sperato: è stata scattata un gior­no prima dell’inizio della confe­renza, mostra un bombarda­mento su Aleppo. Fra i detriti f­u­manti un uomo cerca di sfuggire alla morte correndo con un bim­bo in braccio. Il bambino piange dalla paura,l’uomo vorrebbe sal­varlo, non sappiamo che cosa ne sia stato;ma anche se quel bam­bino ce l’ha fatta, è stato segnato per sempre dagli scoppi, dal ter­rore, dalla perdita della sua vita quotidiana.
Ci sono orrori che chiedono una conclusione immediata: uno di questi è la strage dei bam­bini siriani, su cui in una para­dossale nuvola di irrealtà aleg­giano i sorrisi diplomatici di Oba­ma e
Putin, i burattinai che san­no benissimo che non si otterrà niente, e sono di fatto pronti ad accettare, come del resto anche gli europei, che i bambini seguiti­no a morire. Così sarà se Assad re­sta al suo p­osto e se dall’altra par­te non si disarmano i salafiti. Nel­l’agos­to scorso le immagini terri­bili dei corpi di mille bambini av­volti nel sudario dopo che Assad aveva usato il gas nell’area di Al Ghouta scossero il mondo, e Obama promise di intervenire. Con l’accordo con Putin, un ac­cordo ha fermato il sarin, ma per­mette che le uccisioni continui­no. È abnorme: in tre anni su nu­mero di 113.735 uccisi, 11.420 so­no bambini. Il dieci per cento. Il maggior numero, 2.233, è stato ucciso ad Aleppo, ma il posto peggiore è Daraa, vicino alle altu­re del Golan e sul confine della Giordania) dove un bambino su 400 è stato ucciso. Si sospetta che le cifre minori per i bambini uccisi nelle zone di Latakia e Tar­tus siano dovute al fatto che i nu­meri vengono forniti dai ribelli, in possesso dell’area e forse re­sponsabili di più delitti di quelli denunciati.
Il numero altissimo di bambi­ni uccisi, in gran parte a causa di esplosioni o per essere stati diret­to obiettivo degli
snipers o di inaudite torture, fa pensare che la strage degli innocenti non sia una tragica frangia della strage di civili, ma una scelta program­mata dalle forze di Assad e an­che dai ribelli. Niente è più di­struttivo per ciascuna delle for­ze in campo del vedere la soffe­renza e la morte dei propri figli. Ed essa è registrata nei video che mostrano bambini affamati che si nascondono, mentre le bom­be esplodono su di loro e gli spa­ri li rincorrono. I bambini rac­contano che i loro compagni hanno avuto la testa e le mem­bra strappate dal fuoco, qualcu­no fa l’eroe, molti piangono. Ci sono bambini buttati come stracci senza più casa e cibo, sen­za genitori, nel migliore dei casi camminano verso i confini per diventare profughi destinati a fa­me e malattie.
All’inizio della guerra nella cit­tadina
di Jiza, presso Daraa, un bambino fu rapito dalle forze di Assad. Si chiamava Hamza Ali al Khateeb, aveva 13 anni. Era il 29 aprile 2011. Dopo settimane il suo corpo fu restituito torturato come non si immagina che tortu­ra possa essere, le membra strap­pate, il corpo perforato. Una ma­nifestazione di piazza gridò: «Siamo tutti Hamza». La folla inalberava una placida foto del bambino quando era un figlio grassottello della sua mamma. Nel 2014 vorremmo ripeterlo: siamo tutti Hamza. Allora non aiutò. Riproviamoci. Montreux parli: prima di tutto i bambini.

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