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Deborah Fait
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Si avvicina il Giorno dell'Ipocrisia 22/01/2014

Si avvicina il Giorno dell'Ipocrisia
commento di Deborah Fait


Deborah Fait    Elena Loewenthal, Contro il Giorno della Memoria

Chi mi legge saprà che, da anni,  nell’approssimarsi del 27 gennaio,   internazionalmente dichiarato Giorno della Memoria, scrivo per protestare contro l’ipocrisia, anch’essa internazionale, che  questa Giornata rappresenta per i non ebrei. Mi sento quindi in perfetta sintonia con quanto scritto da Elena Loewenthal nel suo libro “Contro il Giorno della Memoria”. http://informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=52049
Come si può pensare che il mondo occidentale, affetto da antisemitismo conclamato, possa celebrare con animo pulito e cuore puro questa tremenda ricorrenza, l’assassinio programmato di 6 milioni di ebrei!
E’ assolutamente impensabile.
A chi e a che cosa possono  servire alcune ore di incontri ufficiali, di parole bugiarde, di aria contrita e qualche lacrimuccia di coccodrillo, messe là, doverosa abitudine, tra un boicottaggio di Israele e un “Sti ebrei tutti ricchi sono, tengono il mondo in mano”.
A chi e a che cosa serve  questo baraccone di ipocriti, di ignoranti, di finti amici, di politici che, appena dette le parole di rito per ricordare gli ebrei massacrati, pensano a come condannare, l’indomani,  Israele, l’Ebreo di oggi contro cui sfogare il proprio odio.
A che cosa  servono parole vuote, discorsi preparati forse pensando, come leggo spesso sul Web  “però sti ebrei hanno rotto”
A cosa serve tutto questo se , come accade ogni anno, in contemporanea colle celebrazioni della Memoria,  estremisti si sinistra, di destra e musulmani, fanno contromanifestazioni, sventolando bandiere palestinesi,  urlando che Israele commette genocidio, che Israele è peggio dei nazisti, che gli ebrei “non hanno imparato niente”, che Israele non deve esistere.
L’odio antiebraico è rimasto in incubazione per 20 anni dopo la Shoà per riesplodere in tutta la sua crudezza nel 1967 quando Israele vinse la guerra dichiarata dai Paesi arabi.
Inconcepibile!
In quel momento l’odio antisemita si trasformò in odio contro Israele, contro l’Ebreo Stato, contro l’ Ebreo vincitore.
Davvero inconcepibile!
Gli ebrei dovevano sparire dalla faccia della terra, questo era il disegno, questo era  stato lo scopo della Shoà e invece eccoli là, non solo avevano creato uno stato , avevano anche l’ardire di vincere le guerre e di “umiliare” gli arabi.
Da quel momento l’odio non ha più avuto confini e, man mano che gli arabi e l’Islam prendevano possesso delle menti degli occidentali penetrandovi inesorabilmente, e più aumentava in seno all’ONU la presenza di dittature arabe,  si è venuto a creare uno strano fenomeno: per 364 giorni all’anno si demonizzava, si delegittimava Israele, si aggredivano e si ammazzavano israeliani ed ebrei e il 365mo  giorno l’Occidente, obbligato dalla ricorrenza ( cui l’Italia ha aderito  nel 2000 e l’ONU nel 2005),   si fermava per addolorarsi e piagnucolare  sugli ebrei massacrati dall’Europa, in Europa. 
Negli anni 80 del secolo scorso il nuovo antisemitismo, detto ipocritamente antisionismo, più esattamente, come lo chiama giustamente Fiamma Nirenstein, israelofobia è scoppiato in tutta la sua virulenza e da allora è stato un crescendo di odio, di violenza, di terrorismo fino ad arrivare ai giorni nostri in cui gli stati occidentali membri dell’ONU sono al soldo dei Paesi arabi e completamente soggiogati ad essi.

L’ONU nei giorni scorsi ha  pubblicato due relazioni quasi in contemporanea.
La prima relazione recita: “ L’UNESCO ha rimandato   la mostra sul legame tra il Popolo ebraico e la Terra di Israele”. Prima di arrivare a questa drastica decisione  avevano provato a cambiare  la definizione “Terra di Israele” in Terra Santa”(come amava chiamarla il terrorista Arafat) ma ai 22 paesi arabi non bastava,  la seconda mossa è stata di cancellare, tout court, la manifestazione.
L’Unesco, organizzazione che dovrebbe occuparsi  di cultura, arte e scienze e che dovrebbe essere al di sopra di ogni diatriba politica, dimostra una volta di più di essere un insieme  di mezze calzette, vigliacche e untuose, al servizio degli arabi e del loro impegno a cambiare la Storia quindi  non ha esitato ad obbedire agli ordini   e a gettare alle ortiche due anni di lavoro sui 3500 anni di legame indissolubile del Popolo ebraico con Erez Israel, la Terra di Israele . 
La seconda relazione rilasciata dall’ONU sbatte  ufficialmente in faccia al mondo “L’anno di solidarietà con i palestinesi” e prevedo che ne vedremo e ne sentiremo delle belle considerando che  loro tutto è permesso.
Vi risulta che l’Onu abbia mai programmato anni di solidarietà con altri popoli?
Non ne sono a conoscenza.
Avete sentito parlare di “anno di solidarietà con il Popolo tibetano? oppure con il Popolo kurdo, o con i Popoli tormentati dell’Africa?
Avete sentito mai proporre un anno di solidarietà dedicato ai cristiani massacrati dai musulmani?
E’ sempre il solito discorso, fatto e rifatto, il mondo occidentale è interessato solo ai palestinesi e qui ritorniamo automaticamente alla Israelofobia  perché, se non ci fosse  Israele,  gli arabi della zona conterebbero meno di niente.
E’ l’Ebreo Israele che l’Occidente vuole colpire attraverso i palestinesi.
L’ebreo Israele, l’ebreo vivo da massacrare in tutti i modi incominciando dal boicottaggio che ormai è arrivato a livelli planetari.
La  rabbia cieca che non riesce a sopportare che Israele non soccomba  a una persecuzione quotidiana di decenni, una rabbia incontenibile che non riesce a sopportare che Israele vinca le guerre e il terrorismo e che sia, al contrario,  un paese pieno di inventiva, dinamico, economicamente persino  più solido della maggior parte dei paesi europei che lo demonizzano.
Tutto questo  li rende ciechi di furore, verdi di invidia. Israele doveva morire, doveva scomparire nel nulla, nel fuoco di Auschwitz, e invece è ancora qui che vive!
La sua esistenza è una spina nel fianco per gli arabi, per l’Islam e per i loro compagnucci comunisti e fascisti. Una spina nel fianco diventata vera e propria ossessione, una  malattia mentale che non trova pace se non nella calunnia e nel sangue di qualche ebreo.
Allora bisogna massacrarlo questo Ebreo Stato,  con tutti i mezzi a disposizione.
Non sono riuscite nell’intento le guerre? Non ce l’ha fatta il terrorismo? Ecco che arriva il boicottaggio economico, colpire Israele nel cuore, impedirgli di esportare, impedirgli di crescere e di diventare una potenza economica e di vivere serenamente  ma....ohibò... neanche questo pare sufficiente ad abbatterlo perché l’inventiva israeliana è così forte che riesce comunque a bucare il boicottaggio....allora bisogna pensare ad altro, bisogna pensare a isolare il cervello, quel maledetto cervello ebraico che, costretto dalle tante persecuzioni, per poter sopravvivere, si è sviluppato.... troppo sviluppato....e allora ecco la grande pensata: boicottiamo il cervello di Israele, boicottiamo la cultura, la scienza, la tecnologia, le Università, le Accademie! Annientiamo il cuore e il cervello dell’ Ebreo Stato, forse così saremo vincitori....
I poverini non sanno, non ricordano, non vogliono ricordare che non sono bastati 2000 anni di sangue, roghi, persecuzioni e forni crematori a indebolire gli ebrei o forse se ne rendono conto e da qui nasce  il loro furore!
Dall’Europa, sempre al primo posto nell’odio antiebraico, ecco dunque  che il boicottaggio si è allargato agli USA, ecco che le Università americane si adeguano , ecco che molte Organizzazioni USA in cui si infiltrano, usando proprio la democrazia e la costituzione americane, bande di arabi /palestinesi  incominciano la grande avventura del boicottaggio contro un’altra democrazia, contro il popolo ebraico che ha ricreato se stesso in Terra di Israele.
Con tutto questo triste background di odio a cosa può servire il 27 gennaio?
Dicono...ma almeno si va a parlare nelle scuole, almeno i giovani capiscono, almeno sapranno che non deve ripetersi una simile tragedia, almeno si renderanno conto che il razzismo non è “in”.
Io ne dubito, non è certo portando i giovani alla la Risiera di San Sabba a Trieste o a visitare Auschwitz o Mauthausen o Bergen Belsen che il germe dell’antisemitismo scomparirà dalle loro menti dopo essere stati bombardati per tutto il resto dell’anno  da pregiudizi, dalla disinformazione su quello che è veramente Israele, presentato, anche nelle scuole come un paese di soldati e religiosi, usurpatore dei diritti degli arabi e non come una vibrante democrazia, uno stato di diritto, dove si vive, si ama, si studia, ci si diverte e purtroppo si muore per mano di quegli arabi che vengono loro dipinti come “vittime”.
Per anni, per decenni, anche prima dell’istituzione del Giorno della Memoria, si è parlato ai giovani della Shoà, del massacro del Popolo ebraico per mano dei nazifascisti, complici tutti gli altri stati europei, per decenni  abbiamo loro mostrato immagini tremende girate dagli stessi tedeschi, abbiamo mandato i sopravvissuti a parlare nelle scuole.
A cosa è servito?
Ricordo che dopo aver portato  le scuole  di Bolzano a vedere Schindler’s List, mi sono sentita  dire, tra molte sghignazzate dei ragazzi presenti, “ Ma è colpa vostra, avete i soldi, per forza che tutti vi odiano e poi....potevate scappare, no?”. Non ho avvertito nessuna indignazione, nessuna pietà in quei giovani cuori, anzi, in loro c’era una sorta di “ammirazione” per i “forti” per i potenti, per gli assassini e disprezzo per le vittime.
Posso anche citare le parole di un “amico”: “ beh, diciamocelo, voi siete molto antipatici....”
Allora?


Ilan Halimi                     Il massacro della famiglia Fogel

Allora è permesso tutto, è permesso che il giovane Ilan Halimi, a Parigi, venga linciato perché ebreo, è permesso che a Toulouse tre bambini e il loro padre vengano rincorsi e ammazzati perché ebrei, è permesso che in tutta Europa, in special modo nei paesi “democraticissimi” del Nord, agli ebrei venga consigliato di non farsi riconoscere, è permesso al sindaco di Napoli si sponsorizzare, coi soldi dei napoletani silenti, la “Flotilla” degli innamorati dei terroristi di Gaza. Bisogna dire però che  lui, il De Magistris, è coerente con i propri sentimenti perché, a quanto scrivono i media, pare abbia rifiutato di partecipare  alle celebrazioni del Giorno della Memoria.
Tutto quadra!
E’ permesso infine, e di questo me ne vergogno, a Giorgio Gomel, un ebreo romano, dire che lui non considera “fratelli” i componenti della la Famiglia Fogel, sgozzata a Itamar, ma “coloni”.
E’ di oggi la notizia che gli ebrei ungheresi saranno  i primi  a boicottare il Giorno della Memoria a causa dell’antisemitismo che governa e quel paese e dopo che Sandor Szakali , direttore del “Centro per le Verità Storiche”, sponsorizzato dallo Stato, ha dichiarato che il massacro di mezzo milione di ebrei ungheresi non è stato altro che “un’operazione di polizia contro “stranieri”.
Bravi Ebrei d’Ungheria, non andate alle celebrazioni,  a voi non servono, i vostri morti sono dentro di voi, nelle vostre case, nella vostra anima.  Sono là sotto le ceneri , nelle fosse comuni. Non andate!   
Il 27 gennaio  non ha per me alcun significato, per noi ebrei, esclusi  quelli che Ugo Volli chiama “diversamente ebrei” e che io definisco in altro modo, la Memoria è nella nostra carne e l’unico giorno che io riconosco  e sento mio per ricordare “ufficialmente”, come Popolo, i nostri 6 milioni di morti, il nostro milione e mezzo di bambini,  è Yom haShoà, Il giorno del ricordo della Shoà, quando non servono discorsi e tutta Israele si ferma all’urlo delle sirene che ti strazia il cervello e il cuore. 


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