Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/01/2014, a pag.16. con il titolo "Israele: 'Vattimo è antisemita', e anche Grillo scarica il filosofo" la cronaca che vede allontanarsi per la quarta volta la cadrega di europarlamentare a Gianni Vattimo, noto alle cronache per le sue dichiarazioni negazioniste e antisemite. Aveva fatto male i suoi calcoli. Non sono servite a nulla le dichiarazioni d'amore verso l'Iran nè gli elogi sperticati per la Cuba di Fidel Castro, nemmeno a Grillo interessa più la sua candidatura. Si rassegni, potrà trascorrere piacevoli serate in qualche osteria/bocciofila in compagni di Giulietto Chiesa, altro odiatore di Israele e dell'America. Se si sentissero soli, potranno sempre invitare Piergiorgio Odifreddi e vedere chi la spara più lurida sulla Shoah.
Ecco l'articolo:
Beppe Grillo Gianni Vattimo
ROMA — La risposta di Beppe Grillo è tranciante: «Gianni Vattimo non è candidato né candidabile alle elezioni europee». Punto. Ma adesso c’è anche un fronte internazionale che coinvolge l’ambasciatore israeliano accreditato al Quirinale: «Gentile signor Vattimo, avendo letto la sua intervista al Corriere della Sera , Le scrivo per farLe notare che, nonostante Lei pensi di esprimere posizioni antisioniste, di fatto rivela di essere un vero e proprio antisemita». Firmato: Naor Gilon, ambasciatore d’Israele.
Naufraga così l’autocandidatura con i grillini, avanzata a mezzo stampa, del professore torinese Gianni Vattimo che però non demorde. E chiede aiuto alla rete: «Con Grillo ci siamo sentiti e lui mi ha detto ok, purché mi sottomettessi alle regole. Nessuno in quel momento pensava al limite dei due mandati». E in effetti il filosofo Vattimo è un professionista del Parlamento europeo, prima con la casacca dei Ds, poi con quella dell’Idv, senza contare la parentesi con il Partito comunista d’Italia di Oliviero Diliberto: «Un vecchiardo come me a loro farà comodo. Quindi la regola dei due mandati può essere violata. Io vorrei essere presentato ai loro iscritti e vedere cosa mi rispondono». Insomma, insiste il professore: «Quando proposero Rodotà per il Quirinale anche lui aveva alle spalle parecchi mandati».
Fiato sprecato per il leader del Movimento 5 Stelle che non ha gradito l’autocandidatura del filosofo, da ormai 10 anni al Parlamento europeo. Ma non è solo una questione di metodo perché il professore Vattimo, ribadendo la sua arcinota posizione sul protocollo dei Savi di Sion prodotto nei primi anni del ‘900 dalla polizia segreta dello Zar («...per essere inventati, sono stati ben inventati...Quanto al resto sono antisionista, non antisemita. Lungi da me l’idea di un complotto giudaico massonico...») si è attirato addosso la durissima lettera dell’ambasciatore israeliano: «La credibilità da Lei attribuita ad un falso storico come i protocolli dei Savi di Sion riflette chiaramente che Lei appartiene a quella schiera di persone che, antisemite per definizione, ritengono di potersi mascherare dietro alla più politicamente corretta definizione “antisionista”». Conclude l’ambasciatore Gilon: «Il 27 gennaio prossimo tante brave persone in Italia organizzeranno importanti eventi per educare al ricordo e alla consapevolezza della grande tragedia che è stata la Shoah. Le consiglio vivamente di partecipare a qualcuno di questi eventi per rimparare qualcosa». Anche Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, non poteva rimanere in silenzio: «Quelle di Vattimo sono parole di odio che non giungono nuove».
E tanto per alimentare anche il fuoco del fronte interno, il filosofo respinto da Grillo parla della Tav (di cui è fiero oppositore) e mette in dubbio che le molotov ritrovate davanti all’abitazione del senatore Stefano Esposito del Pd siano genuine: «Anche a Genova non c’era una molotov portata dal movimento. Se tanto mi dà tanto, vista l’amicizia che lega questo personaggio alle istituzioni...». Risposta di Esposito: «Lo ritengo un vecchio signore un po’ rincoglionito alla ricerca di qualcuno che lo candidi, non perdo tempo a commentare le sue opinioni».
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