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Informazione Corretta Rassegna Stampa
17.01.2014 Occhio per occhio, la punizione uguale all’offesa
Commento di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 17 gennaio 2014
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «Occhio per occhio, la punizione uguale all’offesa»

Occhio per occhio, la punizione uguale all’offesa
Commento di Vitaliano Bacchi


Vitaliano Bacchi

Ricompare sulla scena internazionale la questione della “mano invisibile sionista” ovverosia del sospetto che nessuna delle stragi compiute in odio ad Israele sia rimasta impunita e che quindi, dietro le apparenze di una attesa di giustizia processuale operi sempre ed inevitabilmente nel segreto l'implacabile vendetta sionista contro i responsabili degli attentati agli uomini ed alle sedi israeliane nel mondo.

Studiati, individuati e colpiti ovunque essi si trovino grazie ad un sistema informativo certamente fra i primi al mondo ed è per questo che si può agevolmente constatare il pallore improvviso nel volto di chi si senta individuato come corresponsabile di un delitto a carico della comunità sionista nel mondo.

Perchè da quel momento è cominciato il conto alla rovescia. 

E' una questione sulla quale il mondo della cultura sionista e della comunità di Israele non è di parere uniforme; ci sono intellettuali e intransigenti sionisti che considerano un diritto di legittima difesa rispondere alla violenza con la dovuta durezza, ma ci sono anche pacifisti e cerimoniosi sostenitori del politicamente corretto che auspicano invece sempre e comunque anche per delitti efferati la sola risposta istituzionale vale a dire quella giudiziaria o politica. 

Quale sia la tendenza prevalente e maggioritaria all'interno del multiforme mondo sionista non è facile dirlo perchè non è facile computarlo nel senso che non tutti manifestano apertamente il loro giudizio e la loro opinione.

La questione ha riacquistato attualità in questi giorni con le notizie e indiscrezioni diffuse in rete secondo le quali alla individuazione dei responsabili delle stragi del 1992 e del 1994 compiute contro la comunità ebraica in Argentina sarebbe seguita una serie di esecuzioni, o almeno di morti sospette, di terroristi islamici ritenuti responsabili degli attentati. Colpiti uno ad uno ovunque si trovassero nonostante i compiacenti rifugi di Hamas e dei servizi segreti iraniani, presenti ovunque alligna l'antisemitismo e quindi anche in sudamerica. 

I commentatori più spinti hanno subito visto dietro questa vera o presunta serie di esecuzioni la benedetta longa manus di Israele che, come fece nel 1972 con l'operazione “Vengeance” remunerativa del massacro delle olimpiadi di Monaco, non lascerebbe mai agli affari di giustizia nazionale il rendiconto e la sanzione di questi crimini. 

Se i due marò italiani incarcerati in India per condotta militare tenuta in acque internazionali non disciplinabili da legislazione nazionale costiera e quindi abusivamente incriminati da una giurisdizione nazionale che non aveva il diritto di farlo, se fossero due militari israeliani la risposta dello stato sionista sarebbe la stessa di quella apprestata da quello italiano? Lo dubito: Israele sa che i suoi figli possono sempre contare su una tutela unica, impareggiabile, inconfondibile, come accadde a Entebbe e come altre volte è accaduto senza che il mondo ne abbia mai saputo alcunchè. 

In fin dei conti la differenza più marcata fra il senso ebraico della religio legis ed il senso sionista della giustizia è tutta qui: nessuno deve illudersi che si possa impunemente colpire Israele, le sue sedi ed i suoi rappresentanti nel mondo, perchè la giustizia sinaitica “occhio per occhio” prima o poi risponde; questo è l'orgoglio e la speranza di chi ogni giorno deve pagare un prezzo più alto degli altri per campare in odio a chi ne vorrebbe la morte e la soppressione. 

Una idea religiosa anche questa che fiorisce sull'orgoglio della partecipazione ad una vicenda impareggiabile che dura dal 14 maggio 1948 e che ogni giorno rafforza il proprio destino di civiltà di cultura e di progresso scientifico.  

Costi quel che costi.


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