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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Giornale Rassegna Stampa
17.01.2014 Il riscatto per la liberazione di Domenico Quirico dal Paese del Male
pagati 4 milioni di euro. Come è sicuramente avvenuto per tutti gli altri ostaggi liberati

Testata: Il Giornale
Data: 17 gennaio 2014
Pagina: 15
Autore: Redazione del Giornale
Titolo: «Rivelazioni dal mediatore coi siriani: 'Pagati 4 milioni per liberare Quirico'»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 17/01/2014, a pag. 15, l'articolo dal titolo " Rivelazioni dal mediatore coi siriani: «Pagati 4 milioni per liberare Quirico»".


Domenico Quirico

Il governo italiano avrebbe pagato 4 milioni di riscatto per ottenere la liberazione lo scorso settembre dell’inviato della Stampa Domeni­co Quirico, rapito in Siria e tenuto in ostaggio in condizioni terribili per 152 giorni insieme al suo compagno di prigionia, il belga Marco Picci­nin. Ad affermarlo è la rivista statu­nitense Foreign Policy che cita co­me fonte il mediatore, Motza Shak­lab, membro del Consiglio Nazio­nale Siriano, una delle sigle del­l’opposizione anti- Assad. L’amba­sciata italiana a Beirut, avrebbe ne­gato il pagamento di un riscatto. Nessun commento, invece, dalla Farnesina. Eppure Shaklab avrebbe raccon­tato di­essere in contatto quasi quo­tidiano con gli italiani, tra cui la figlia di Quirico e funzionari del ministero degli Esteri. Ha spie­gato che sin dall’inizio il governo italiano vole­va liberare entrambi gli ostaggi e che i negoziati sarebbero continua­ti per più di tre mesi in cui, su pres­sione dell’Italia, avrebbe cercato di diminuire il riscatto. Nel frattem­po la salute di Quirico peggiorava, a causa della prigionia. Shaklab ha anche specificato di non aver rice­vuto denaro per il suo impegno. Avrebbe però chiesto e ottenuto dall’ambasciata italiana a Beirut una macchina per la dialisi ai reni di seconda mano, donata a un ospedale siriano, e un docu­mento per circolare nella zona Schengen.

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