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Quale immigrazione 16/01/2014

Ho letto, sul Corriere della Sera, l'articolo del Prof. Panebianco dal significatvo titolo Troppo ipocrisie sgli immigrati. Contributo serio, coraggioso, che, con argomenti politici e politico/economico/sociali, riprende quanto scrisse (o dichiarò) anni fa l'allora Arcivescovo di Bologna, Card. Giacomo Biffi. Questi si permise di consigliare alle Autorità competenti di favorire l'immigrazione dal mondo cristiano/ortodosso a scapito di quella proveniente dal mondo islamico. Il primo "gruppo" (pur nelle diversità individuali) tende ad integrarsi nella società ospitante, mentre al secondo (sempre ferme restando le diversità individuali) l'integrazione non interessa affatto. Anzi, l'immigrazione è il mezzo più comodo (insieme alla prepotenza e alla demografia) usata dai movimenti -e dai Paesi- islamici per sfruttare e strozzare l'Occidente democratico; come, del resto è sempre accaduto. Verità semplici, per le quali il Cardinale -che peraltro spesso si esprimeva in modo forse troppo diretto- fu coperto d'insulti, anche da fedeli cattolici sedicenti progressisti, per lungo tempo. I nodi ora vengono al pettine.

Il Professore ha ragione quando afferma la necessità di privilegiare il criterio di "convenienza", per mettere fine alla deplorevole situazione di allevare e formare, ad es., giovani medici, per poi costringerli ad emigrare all'estero, mentre, in contemporanea, si accolgono, senza averne le strutture, persone dequalificate, o peggio, in numero tale per cui non possiamo loro grantire un futuro, né un presente. Né l'italia, con buona pace di Matteo Renzi, può diventare la levatrice di intere generazioni di immigrati. Mi sembra però che Panebianco pecchi di irrealismo allorché afferma che all'estero (leggi altre nazioni europee) il problema è stato affrontato con una politica "realistica".  Quale, di grazia? Forse detti Paesi non  allontaneranno i propri giovani laureati, come da troppo tempo fa trionfante  l'Italia, ma il problema dell'immigrazione islamica in Scandinavia, GB, Francia, Germania, Olanda, Belgio esiste, eccome. Anzi, tenuto conto delle cifre in ballo, direi che, in tali Paesi, la situazione è, al momento, ancora peggiore che da noi.

Mara Marantonio

Analisi perfetta, d'accordo su tutto.
IC redazione


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