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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
16.01.2014 Il mercato immobiliare in Israele
La patria delle start up cerca nuovi spazi. Cronaca di Evelina Marchesini

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 16 gennaio 2014
Pagina: 16
Autore: Evelina Marchesini
Titolo: «La patria delle start up cerca nuovi spazi»

Riportiamo dal SOLE 24 ORE di oggi, 16/01/2014, a pag. 16, l'articolo di Evelina Marchesini dal titolo "La patria delle start up cerca nuovi spazi".

Evelina Marchesini

«Avere nuove idee e farle funzionare fa ormai parte della mentalità di ogni israeliano. Dalla segretaria che ogni settimana ti propone qualche nuova soluzione per l'organizzazione del lavoro ai concorsi nelle scuole, dove l'idea migliore viene poi anche finanziata, l'innovazione è un vero e proprio modo di essere, in Israele. Che è a tutti gli effetti il Paese delle start up hi-tech». Lo spiega Ran Raviv, Ceo di Colliers International Israele, che si occupa principalmente - ma non solo - proprio del mercato degli uffici e delle sedi per le start up e le società hi-tech. In tutto il Paese il real estate è in fermento, con prezzi in salita e una forte richiesta sostenuta sia dagli acquisti d'oltrefrontiera sia dai nuovi residenti, ebrei che da tutto il mondo si trasferiscono nella "Terra promessa": circa 5omila l'anno, si stima. Che su un territorio piccolo (20.700 chilometri quadrati, contro i 3ounila, per esempio, dell'Italia)e una popolazione complessiva di circa 7,9 milioni fanno differenza. I prezzi medi del residenziale sono aumentati in Israele del 40% dal 2009 a oggi e il Fini ha divulgato a metà dicembre una nota sul Paese nella quale mette in guardia dal pericolo di uno sboom dei valori delle case, saliti eccessivamente negli ultimi anni. Il sito della municipalità di Tel Aviv (www.tel-aviv.gov,.il) definisce lacittà "start up city" e riporta alcuni dati, che servono a dare un'idea dell'apporto dell'innovazione all'economia statale e, quindi, al real estate: in quale altro Paese al mondo - viene da chiedersi - un operatore internazionale si specializzerebbe sull'intermediazione immobiliare dedicata all'hi-tech? Israele investe ogni anno il 4,7% del Prodotto interno lordo in R&d (ricerca e sviluppo): la più alta percentuale al mondo. È il terzo Stato al mondo per disponibilità di fondi di venture capital. Viene classificato come secondo Paese al mondo per disponibilità di scienziati qualificati e ingegneri. Israele ha il maggior numero di start up pro capite e il 67% delle start up in fase embrionale ("seed stage") è nell'area metropolitana di Tel Aviv-Jaffa. E, per concludere la lista, fa capo a Israele il maggior numero di Ipo al Nasdaq provenienti da aree extra Usa-Canada. «Il settore hi-tech, in cui siano specializzati, si divide tra "seed companies" e realtà già affermate - spiega Ran Raviv -. In termini numerici, la maggior parte delle socie-tàè israeliana, ma se esaminiamo la dimensione la parte del leone spetta alle società estere. Il settore è ad alto rischio, con un'elevata natalità ma anche mortalità e per questo motivo la scelta prevalente è quella della locazione degli spazi, con contratti che variano da un anno a cinque anni». Il meccanismo è semplice. Le seed companies vengono presto affiancate dalle cosiddette angel companies, che finanziano i progetti e le espansioni e, quando le società cominciano a svilupparsi sul serio, vengono acquisite da grandi gruppi: da Google a Ibm, i big internazionali hanno tutti una sede in Israele, votata proprio all'individuazione delle start up da acquisire. «Per noi si tratta di un'attività di intermediazione molto dinamica e redditizia - spiega Ran Raviv -. I contratti di locazione sono prevalentemente di breve durata e ad alto rischio, e quindi molto cari». Nella zona business di Tel Aviv la media, escludendo le big companies, degli spazi richiesti è intorno ai 200-400 metri quadrati, organizzati in open space. Le seed companies invece vanno nelle aree limitrofe alle città, dove gli affitti costano meno. Già, e i costi? «Uffici di classe A come nell'Azrieli Center di Tel Aviv, cioè il top, si aggirano sui 28 dollari al metro quadrato al mese - spiega Raviv - prima dei costi di mantenimento e delle imposte. I costi di mantenimento si aggirano sui 20 shekel al metro al mese (circa 5,7 dollari) e le imposte sui 28 shekel (7,9 dollari)». Il top price è sui 140 shekel (40 dollari al metro al mese), mentre si scende a 65 shekel (18,5 dollari) per gli spazi di classe B, in realtà quelli più richiesti dalle start up hi-tech.

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