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Il fallimento prossimo venturo a destra, Abu Mazen : "La nostra migliore offerta " Cari amici, oggi la questione vera è quella di che cosa accdrà quando finiranno le "trattative di pace" imposte in con "zelo messianico" da Kerry con la complicità dell'Unione Europea che sta iniziando a boicottare l'economia israeliana (http://www.thecommentator.com/article/4591/the_eu_s_covert_boycott_of_israel_starts_to_kick_in ) o piuttosto con la sottomissione europea al suo piano (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/176035#.UtVLKPTuKSp ). Che finiranno, nel senso di fallire è chiaro, il problema è come e perché.
La novità degli ultimi giorni, naturalmente ignorata dalla stampa italiana è il drastico e pubblico irrigidimento della posizione dell'Autorità Palestinese http://www.timesofisrael.com/pm-abbass-comments-a-sign-hes-not-ready-to-talk/ .
Applicando la regola andreottiana per cui a pensar male si fa peccato ma ci si piglia, io credo che la ragione vera è che il giorno dopo un accordo che garantisse una frontiera vera fra Israele e un territorio di uno "Stato di Palestina" in cui l'esercito israeliano non potesse intervenire, ci sarebbe anche a Ramallah lo stesso colpo di stato che Hamas ha realizzato a Gaza sette anni fa. E' l'esercito israeliano che tiene in sella l'Anp, e i suoi funzionari, anche se spesso fanno i gradassi ( http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/176278 ) lo sanno benissimo. E' loro interesse avere in casa Israele e organizzare un terrorismo a bassa intensità contro lo stato ebraico: da un lato l'esrcito bada a evitare guai peggiori, dall'altro loro possono giustificare davanti al mondo e al loro popolo il mangia-mangia cui si riduce la loro "autorità" e i fallimenti che ne derivano con i torti dell' "occupazione". Come che sia, adesso che sta finendo il tempo previsto delle trattative, Abbas fa il difficile e mostra di voler far fallire tutto.
E' quel che Netanyahu si è affrettato a dire al vicepresidente americano Biden incontrandolo dopo i funerali di Sharon (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/176263 ).
Anche l'America di oggi è piuttosto kellogghiana, pensa di potersi ritirare a casa propria e lasciare che il mondo si regoli, o magari che si possa usare la politica estera per ottenere gloria interna. Fatto sta che le proposte di Kerry non sono per nulla realistiche (http://www.haaretz.com/opinion/1.567301 ), non hanno assolutamente un'idea ragionevole delle condizioni di sicurezza di Israele (http://www.jpost.com/Opinion/Columnists/Our-World-Kerrys-oh-so-90s-security-nonsense-335927 ), contengono progetti "ridicoli" per la gestione dei confini (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=14611 ). Il problema è come reagirà Kerry rispetto allo scacco del suo piano provocato dal rifiuto palestinese. Potrebbe prenderne atto, magari dire di chi è la colpa e andare a casa - ma sarebbe una sconfitta e una perdita di prestigio grave, anche se certamente la soluzione meno pericolosa e più ragionevole. Oppure potrebbe cercare di indurre Netanyahu a pagare un prezzo più alto, o per prolungare le trattative (altri assassini da liberare, magari il blocco delle costruzioni oltre la linea verde) o addirittura nella soluzione finale (accettare l'assenza di sicurezza sulla valle del Giordano e sulle colline prospicienti la zona centrale di Israele, sradicare più insediamenti ebraici in Giudea e Samaria, dividere Gerusalemme). Certo ci saranno pressioni durissime sul governo, magari un tentativo di spaccarlo per imbarcare i partiti malleabili e poco o nulla sionisti della sinistra. E un grande sforzo propagandistico antisraeliano in tutto l'Occidente. Prepariamoci a tempi duri.
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