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Deborah Fait
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La reazione palestinista 14/01/2014

" La reazione palestinista "
commento di Deborah Fait


Deborah Fait
a destra, Ariel Sharon

Per vedere la rassegna fotografica delle immagini del funerale di Ariel Sharon, cliccare sul link sottostante
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=52015

Ariel Sharon è ritornato a casa  per riposare sulla Collina degli Anemoni nel suo Ranch Sicomoro, a questo punto   vorrei far notare le differenze emerse anche in questa occasione tra il popolo ebraico e la popolazione araba/palestinese. Vorrei  che si capisca la diversità tra  civiltà e barbarie, tra cultura e arretratezza.
Ariel Sharon è morto e in tutte le città e villaggi palestinisti è scoppiato l’odio storico espresso con una felicità incontenibile e la solita violenza islamica. La gente si è riversata per le strade, balli, canti, sparatorie, ragazzini che distribuivano caramelle e dolciumi, bandiere palestinesi sventolate da gente ululante. Dichiarazioni soddisfatte di politici palestinesi, il decaduto Presidente dell’ANP, Abu Mazen ha parlato proprio sabato,  giorno della morte di Sharon :          
"Noi non riconosceremo né accetteremo l’ebraicità di Israele e abbiamo molte ragioni per non farlo. Noi non amiamo la morte – ha aggiunto – ma accogliamo con favore il martirio, se accade. Noi marceremo su Gerusalemme a milioni come persone libere ed eroi.". (lo aveva detto anche Arafat prima della seconda Intifada).

Ebbene,  non ho sentito una sola parola di  condanna da parte di chi commentava sui media quello che avveniva nei Territori alla notizia della morte di Sharon, né ho sentito una nota di disapprovazione per le inquietanti e vergognose parole di Abu Mazen che, oltre a offendere una volta di più lo stato ebraico, ha chiaramente ammesso di approvare, anzi di accogliere con favore il “martirio” cioè gli atti di terrorismo contro il popolo ebraico. Tutto questo durante i cosiddetti “colloqui di pace”.

La totale assenza di commenti e di disapprovazione nei riguardi della violenza   palestinese  è eticamente inaccettabile  e, per l’ennesima volta,  è la dimostrazione che ai palestinisti tutto è concesso senza mai una critica, senza mai un moto di fastidio. Del resto come potrei aspettarmi un commento negativo per la barbarie palestinista dal momento che nessuno li ha mai giudicati nel periodo del Terrore che ha colpito Israele per anni, arrivando persino ad incolpare lo stato ebraico ogniqualvolta  i terroristi venivano ad ammazzare civili israeliani indifesi!
E veniamo alle differenze.


Yasser Arafat

Anni fa è morto Yasser Arafat, terrorista, bugiardo, ladro, assassino, l’uomo che ha impedito a Israele di vivere una vita normale; l’uomo che ha fatto scorrere il sangue nelle strade del Paese; l’uomo infernale che inventato la cultura seriale dell’uomo bomba, dell’assassino suicida che andava nei luoghi  più frequentati: autobus, teatri, ristoranti, supermercati per farsi saltare in aria e ammazzare quanti più ebrei possibile. Se le vittime ebree di ogni attentato non erano in numero “sufficiente e soddisfacente”,  la famiglia del terrorista di turno se ne  rammaricava, forse perché sapeva che  anche l’assegno di “compenso” pagato dall’ANP  sarebbe stato meno consistente.
Quando Arafat morì (e accadde durante un periodo spaventoso per Israele, quando ancora il sangue dei nostri morti era fresco, quando genitori piangevano i loro figli bambini appena sgozzati o linciati o bruciati vivi, quando tanti bambini restavano senza genitori) nessuno in Israele manifestò pubblicamente la propria soddisfazione.
Nessuno pianse, naturalmente, era la fine di un incubo, era un demonio che se ne era andato ma non vi furono manifestazioni di gioia per le strade per la morte del più grande nemico che Israele abbia avuto, per l’assassino dei nostri figli, per il carnefice.  
Ricordo un girotondo spontaneo  di alcuni ragazzi, immediatamente disperso dalla polizia.
 
Veniamo ai  commenti dei media  per la morte di Sharon.
Non uno che non abbia nominato Sabra e Shatila e la “passeggiata” sul Monte del Tempio.
Non uno! Tutti d’accordo nel continuare la diffamazione anche durante il lutto.
Provate a digitare sul google “ stragi palestinesi in Libano”, esce solo Sabra e Shatila, nessun altro massacro anche se ve ne furono tanti, troppi  nelle lotte interne tra libanesi e palestinesi.

Se digitate “Arafat in Libano, stragi” esce sempre solo Sabra e Shatila.
Ma, e tutte le altre? Tutte le carneficine  fatte dai palestinesi contro i libanesi?
Entrato in Libano per fuggire alla vendetta di Re Hussein( Settembre Nero, più di 10.000 palestinesi uccisi dalle guardie del Re)  che voleva massacrarli tutti per il loro tentativo di impadronirsi del potere in Giordania, Arafat mise il Paese a ferro e fuoco,  riscosse tasse,  si impadronì di edifici, case private, chiese cristiane  per trasformarli in basi militari. Durante l’occupazione palestinese del Libano i feddajin di Arafat  ammazzarono il presidente Bashir Gemayel e  decine di migliaia di libanesi, in maggior parte cristiani. Ricordiamo il massacro di Damour dove i palestinesi entrarono e ammazzarono più di  600 civili , compresi i bambini,  abbattendo addirittura le porte di una chiesa dove i poveretti si erano rifugiati,  per uccidere, stuprare, bruciare tutto e tutti. 

 Era inevitabile arrivare alla resa dei conti e il grande odio dei libanesi contro i palestinesi esplose.
Le milizie cristiano maronite agli ordini di Elie Hubeika entrarono nei campi di Sabra e Shatila e compirono il massacro.

PUNTO!

Non fu Sharon il responsabile eppure si dimise perché, secondo la Commissione Kahan, avrebbe dovuto prevenire la strage. Erano altri tempi, non credo che oggi si sarebbe dimesso di fronte a un semplice dubbio.
La verità è che Hubeika entrò nei  campi con l’accordo di stanare i terroristi e i suoi miliziani, non si sa se per obbedire agli ordini di Hubeika, al soldo dei siriani,  o perché accecati dall’odio,   ammazzarono tutti gli scudi umani, donne vecchi e bambini dietro ai quali   i palestinesi ricercati si proteggevano da  vigliacchi quali erano.
Eli Hubeika fu ammazzato prima di poter andare a Parigi per testimoniare su  quanto era accaduto a Sabra e Shatila.
Eppure sono 30 anni che Sharon , e solo Sharon, è considerato responsabile per Sabra e Shatila.
Basta!

Durante un’intervista disse, con un sorriso amaro : “sono l’uomo più diffamato del mondo”. Credo sia la verità assoluta, nessuno mai fu perseguitato da un odio senza confini come Ariel Sharon ma non è finita, proprio ieri i media svedesi lo hanno paragonato a Hitler e Stalin.
 
E ora veniamo alla “passeggiata” sul Monte del Tempio. Accusa ancora più assurda. Gli stessi palestinesi dicono che la seconda Intifada era pronta da giugno, un mese prima del fallimento dei colloqui di Camp David (quando Barak  fece offerte folli  ai palestinesi concedendo loro Gerusalemme est,  il 90% dei territori e il Monte del Tempio) , Arafat,  che aveva già organizzato l’intifada,  per paura di essere costretto ad accettare quelle generosissime offerte, abbandonò il summit e  fuggì verso Gaza, dove, arrampicato su un palco urlava “Voglio un milione di morti per Gerusalemme!”
Tutti noi in Israele lo abbiamo visto in diretta e abbiamo sentito un brivido lungo la schiena.

Sharon andò sul Monte del Tempio , che è, RICORDIAMOLO, territorio israeliano!!!!! in occasione del Rosh HaShana, il Capodanno ebraico, il 28  settembre 2000. In quel momento partì l’ordine per la seconda Intifada da parte di Arafat e da quel momento il mondo anziché condannare il terrorista, condannò Sharon e l’etichetta infamante quanto ridicola e ingiusta,  della “passeggiata” fatale scatenante la rivolta palestinese,  gli è rimasta appiccicata fino ad oggi e lo sarà per sempre, grazie all’ottusità e al pregiudizio dei giornalisti e degli commentatori politici.

Fu una provocazione? E allora? Non era in territorio islamico né offese in alcun modo l’Islam, si limitò a salire sul Monte che, ripeto, è ancora  territorio israeliano nonostante i divieti del waqf che impedisce a chi non sia musulmano di andarvi a pregare . 

La sua fu semplicemente una risposta, secondo il suo stile,  alla indecente, e quella si provocatoria,  dichiarazione di Arafat, che aveva mandato in bestia lo stesso Clinton, quando il terrorista  disse al Presidente USA che sul Monte del Tempio non era mai esistito il Tempio degli Ebrei. 
Sharon reagì pacificamente,  con la solita  ironia,  alla provocazione  di Arafat,   salì sul nostro Monte in occasione di una Festività ebraica importante come il Capodanno e lo fece per dimostrare che   era suo diritto e diritto di ogni ebreo  recarsi sul luogo più sacro dell’ebraismo.  

Nessuno all’epoca si chiese “ma cosa ha fatto di male?” Tutti scatenati contro di lui e , naturalmente, Israele. Non una sola critica per Arafat e la sua barbarie.
La reazione di Arafat fu naturalmente  quella del terrorista che era  e, secondo lo stile palestinista, diede il via alla violenza,a stragi e massacri di ebrei in Israele.
Le differenze, appunto!  

Alcuni bambini kurdi gasati da Saddam Hussein nel 1988, ma la scritta in rosso attribuisce la colpa ad Ariel Sharon

L’ultimo sfregio a Ariel Sharon viene da una foto che circola attualmente sul web che mostra i corpi devastati di alcuni bambini kurdi gasati da Saddam Hussein nel 1988, sulla foto compare una scritta in rosso “Questo è stato Ariel Sharon”.

Fino all’ultimo, dunque,  gli odiatori non si arrendono e continuano a sputare il loro veleno.
Credo  che Arik, diffamato fino all’inverosimile sia in vita che in morte,  se la rida.

Il riso un po’ ironico di chi ha vissuto tragedie e trionfi solo per amore del suo Paese senza mai vacillare sotto le mazzate che gli piombavano addosso da tutte le parti.
“Sono ebreo e voglio il bene del mio Popolo adesso, fra 30 anni, fra 300 anni” .
In questo momento è là, nel sole del Neghev, dove riposerà nel suo amato Ranch “Il Sicomoro” sulla “collina degli anemoni”.
Riposi in pace.
Da Gaza i barbari sparano.


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