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Libero Rassegna Stampa
11.01.2014 Abu Mazen vuole cacciare gli unici palestinesi che lavorano
Cronaca di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 11 gennaio 2014
Pagina: 16
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Abu Mazen vuole cacciare gli unici palestinesi che lavorano»

Rprendiamo da LIBERO di oggi, 11/01/2014, a pag.16, con il titolo "Abu Mazen vuole cacciare gli unici palestinesi che lavorano" il commento di Maurizio Stefanini.

Khaled Al Sabawi, 30 anni, è figlio di un palestinese profugo da Gaza e rifugiato in Canada. Una laurea alla Università del Waterllo nel 2006, è l'unico ingegnere geotermico certificato di tutto il Medioriente.
IMPRENDITORE Ha fondato le società Mena Geo-thermal and Tabo Palestine, attive non solo nei territori soggetti all'Anp (sta installando il più grande sistema geotermico della regione in Giordania). Khaled e il padre Mohamed hanno più volte criticato il regime di aiuti internazionali alla Palestina, in quanto distrugge sul nascere ogni impulso all'iniziativa privata.

 

Khaled Al Sabawi

Abu Mazen, dietro a lui la cartina della palestina senza Israele: ecco l'uomo dei colloqui di pace

Come la Befana quando deve portare i regali, il segretario di Stato Usa John Kerry ha iniziato l'anno girando il Medioriente vorticosamente, parlando a ripetizione con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente palestinese Mahmud Abbas e trovando anche il tempo per visite a sorpresa in Giordania e Arabia Saudita. Ma il comunicato rilasciato proprio il giorno della Befana che parla di generici «progressi» lascia intendere che non è riuscito a tirare fuori né il regalo della pace dal sacco, né il proverbiale ragno dal buco, e anzi la stampa israeliana riporta ora qualche notizia che non contribuisce affatto alla speranza. Da una parte, infatti, secondo il Maariv Netanyahu ha risposto picche alla sua richiesta di concedere il ritorno a casa di alcuni rifugiati palestinesi, che avevano lasciato Israele o erano stati espulsi dopo la nascita dello stato israeliano nel 1948. Dall'altra, secondo Haaretz comunque è la stessa Autorità Nazionale Palestinese a costringere ad andarsene dalla West Bank qualcuno che era tornato, e che stava cercando anzi di far rifiorire l'economia È il caso, in particolare, degli esponenti di quella famiglia Sabawi che era tornata dalla diaspora canadese, dopo essere scappata da Gaza. Khaled, classe 1983, è in particolare un ingegnere che dopo essere diventato il primo ingegnere geotermico del Medio Oriente ha fondato sia l'impresa «verde» Mena Geothermal che il progetto di sviluppo immobiliare Tabo Initiative, tirando in mezzo suo padre, il &Senne Mohamed: a sua volta, pioniere dell'investimento dopo gli Accordi di Oslo. Mena, in particolare, nel 2007 ha realizzato il primo sistema geotermico palestinese, e attualmente sta installando all'Università giordana di Madava il più grande sistema geotermico del Medioriente. Per ciò la società ha avuto nel 2008 il National Energy Globe Award, mentre Khaled è stato definito uno dei massimi imprenditori mondiali di energia nel 2010 e il 195 arabo più influente per il 2012. Tabo, in arabo «atto di proprietà», è un tentativo di risposta al crescente costo della terra in Palestina collegato a una società immobiliare di nome Uci: Union Construction Investment. In tre anni, ha distribuito 150 titoli di proprietà a 350 persone, superando l'intricato problema della legittimità del catasto in zone contestate come poche altre al mondo. La società è quotata alla Borsa palestinese, e ha oltre 1500 azionisti. Insomma, pochi al mondo hanno fatto tanto in concreto per permettere a un po' di palestinesi di tornare effettivamente nella terra dei loro avi. Khaled ha accusato Israele di avergli messo i bastoni tra le ruote vietandogli l'ingresso per tre volte nel 2009, ma ha anche sempre parlato in modo critico della massa di aiuti internazionali che costituisce il 30% del Pil palestinese e disabitua i palestinesi a fare da soli, oltre a minare la capacitò del settore privato di assumere professionisti palestinesi ben formati. E, soprattutto, Khaled e il padre hanno duramente attaccato Abbas, tacciandolo della inefficienza e corruzione della burocrazia Anp. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la visita di Hollande a Ramallah dello scorso 18 novembre, durante la quale le forze di sicurezza palestinesi sono state piazzate sul tetto della sede della Uci senza chiedere alcun permesso. Mohammed è allora andato in una tv locale, dicendo che la gente ormai non ne può più del presidente. Dal giorno dopo le autorità palestinesi hanno smesso di registrare le terre acquistate dalla famiglia Sabawi: secondo voci non ufficiali, su ordine diretto dello stesso Abbas. E il 3 dicembre la polizia lo ha arrestato assieme al figlio tenendoli in detenzione per otto ore, sotto l'accusa di offese al Presidente. «Hanno voluto umiliarci», ha detto. Il giorno dopo la Guardia Presidenziale palestinese ha cancellato le polizze di assicurazione dei suoi membri stipulate con la Al Ahalia, l'assicuratrice di Mohammed. Khaled ha investito del problema il Quartetto, che ha spiegato di stare lavorando per risolverlo. Ma sembra che dall'Anp non arrivi alcuna risposta.

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