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Il Foglio Rassegna Stampa
11.01.2014 Ecco i buoni motivi per non opporsi a Dieudonné
Secondo Nicoletta Tiliacos, quella del shoananas 'simpatico'

Testata: Il Foglio
Data: 11 gennaio 2014
Pagina: 1
Autore: Nicoletta Tiliacos
Titolo: «Tournée tribunalizia»

Nicoletta Tiliacos, non soddisfatta di aver definito "simpatico" il termine "Shoananas" inventato dal turpe comico fancese Dieudonné  "il comico – noto per le “quenelles”, saluti nazisti criptati (che i suoi avvocati negano), per le battute sulle camere a gas e per aver coniato il simpatico termine “Shoananas”, che fonde Shoa e ananas", ecco il link sul FOGLIO di ieri: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=51964
ritorna oggi, 11/01/2014, sullo stesso Foglio a pag.1, con il titolo "Tournée tribunalizia", ad elencare tutti i 'buoni motivi' per cui al sunnominato dovrebbe essere permesso di seminare odio sociale, crimine previsto dalla legislazione francese.  Se poi trova 'simpatico' lo storpiare la parolaShoah in Shoananas, allora tutto torna.
Ecco l'articolo di oggi:


Roma. “Sipario sull’odio”, titolava ieri la copertina di Libération, a commento della proibizione dello spettacolo teatrale “Le Mur” del comico antisemita Dieudonné M’Bala M’Bala, che doveva debuttare giovedì sera a Nantes. Il divieto era stato confermato ieri sera dal Consiglio di Stato, interpellato con procedura d’urgenza dal ministro dell’Interno, Manuel Valls, dopo che il tribunale amministrativo della Loira aveva invece autorizzato l’esibizione e annullato il provvedimento del prefetto che la vietava per motivi di ordine pubblico e di “attentato alla dignità umana”. Niente spettacolo, quindi, e Dieudonné ieri sera invitava i suoi fan a tornarsene tranquilli a casa, “cantando la Marsigliese”. Ma l’impressione è che il sipario sulla vicenda sia tutt’altro che calato. Ieri, il tribunale amministrativo di Orléans ha confermato il divieto prefettizio dell’esibizione di Dieudonné prevista per la sera a Tours, ed è toccato al comico fare ricorso al Consiglio di stato. Un copione destinato a ripetersi a ogni data della tournée. La battaglia a base di circolari ai prefetti, divieti preventivi e ricorsi ingaggiata da Valls rischia di portare “l’esecutivo nelle sabbie mobili”, scrive il Figaro, quotidiano non filogovernativo. Qualche serio imbarazzo si manifesta però anche a sinistra, se l’ex ministro socialista della Cultura Jack Lang, pur dichiarandosi solidale con le intenzioni del governo, si interroga sulla via giuridica scelta per disinnescare Dieudonné. A France Info, Lang ha detto che “c’è una questione profonda che si pone, c’è un dibattito filosofico, morale, giuridico, e non c’è ragione di non discuterne, la libertà è anche questo”.Colpisce anche la cautela di associazioni come la Licra (Ligue internationale contre le racisme et l’antisémitisme), nemica giurata di Dieudonné, che come “ha rifiutato ogni catastrofismo dopo la decisione di autorizzare lo spettacolo da parte del tribunale amministrativo di Nantes, non esprime alcun trionfalismo dopo quella con cui il Consiglio di stato lo vieta”. Il presidente della Ligue des droits de l’homme manifesta invece la propria preoccupazione, e considera la decisione del Consiglio di stato “carica di pericoli”, perché “il giudice non ha fatto prevalere il principio della libertà di espressione”. La République avrà dunque vinto, come proclama il ministro Valls, ma resta da capire a che prezzo. Nella tournée giudiziaria che, città dopo città, sta sostituendo quella teatrale, non è detto che non sia Dieudonné a guadagnarci le mostrine di paladino della libertà di espressione. Intervistata da Libération, la docente di Diritto pubblico Diane Roman dice che nella decisione del Consiglio di stato che vieta “Le Mur” “c’è più di un elemento inedito”, a partire da quell’“attentato alla coesione nazionale” che sarebbe rappresentato dalle idee espresse dal comico: “Ma che vuol dire? Dietro questa nozione ci si può mettere qualsiasi cosa. Anche criticare l’azione del governo potrebbe essere interpretato come attentato alla coesione nazionale”. Rincara la dose l’avvocato Rodolphe Bosselut. Sul sito Atlantico, fa notare che per la prima volta il Consiglio di stato considera “attentato alla dignità umana” qualcosa che riguarda “quel che si è in procinto di dire” in uno spettacolo. E quindi “il Consiglio di stato stima che se il potere esecutivo ritiene ciò che sta per essere detto di natura tale da costituire attentato alla persona umana, potrà da ora in poi vietarlo”. E’ fondamentale, conclude Bosselut, “sapere se si può far scattare un’azione preventiva rispetto a uno spettacolo, il che pone necessariamente la questione della censura, quindi della libertà d’espressione”.

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