"Israele: il Forum cristiano scuote l’unità araba"
analisi di Mordechai Nisan
(Traduzione di Giovanni Quer)
L’originale inglese è stato pubblicato sul Jerusalem Post il 4 gennaio 2014, http://www.jpost.com/Opinion/Op-Ed-Contributors/The-end-of-dhimmitude-337085
Mordechai Nisan
Stiamo assistendo a uno dei più straordinari cambiamenti nella storia delle relazioni tra ebrei, cristiani e musulmani. I cristiani della Galilea in Israele stanno promuovendo coraggiosamente la loro identità collettiva non araba e pre-islamica, recuperando le radici aramaiche e aramee. E’ una svolta culturale e politica con conseguenze radicali per Israele, il Medio Oriente e il mondo intero.
Padre Gabriel Nadaf
Padre Gabriel Nadaf, prete ortodosso originario di Yafia, vicino a Nazareth, e Shadi Khalloul, un attivista maronita e riservista nell’esercito israeliano originario di Gush Halav, hanno fondato il Forum Cristiano per l’Arruolamento nell’Esercito Israeliano, al fine di promuovere il servizio militare volontario dei cristiani quando in Israele i non-ebrei non sono soggetti alla leva militare, ad eccezione dei Drusi e dei Circassi. Quest’iniziativa dimostra il desiderio di servire lo Stato e di integrarsi nella società israeliana, comprovando che i cristiani sono partecipi della sicurezza e del benessere dello Stato ebraico.
Le ragioni di questa campagna e i suoi profondi significati sono molteplici. Dall’inizio della guerra araba contro il Sionismo fino all’odierno rifiuto palestinese di uno Stato ebraico, la corrente principale dei cristiani si è alleata coi musulmani. I partiti arabi nazionalisti, a partire dal partito comunista precursore dell’odierno Balad, sono stati guidati e rappresentati da cristiani e da musulmani. Così anche le moderne correnti nazionaliste arabe nel Medio Oriente sono state ispirate da devoti ideologi e politici cristiani, come Michel Aflaq e Constantine Zuraiq, che hanno stretto un’alleanza con i musulmani, unendo la croce e la mezza luna contro la stella di David.
Le cittadine miste di residenti musulmani e cristiani in Israele, come Turan e Ibelin, Eilaboun e Nazareth, sono state da sempre considerate roccaforti della fratellanza e solidarietà araba, nonostante le differenze religiose e sociali. Ma ora il Forum Cristiano manda un messaggio forte e preciso che scuote l’unità della nazione araba.
Nei regimi islamici le strutture religiose e giuridiche hanno regolato nella storia le relazioni con ebrei e cristiani, degradati allo stato di dhimmi, abitanti tollerati e inferiori. Pur mantenendo la loro fede e la loro integrità sociale, le comunità dhimmi sono state soggette nella storia all’avida e umiliante tassazione in quanto infedeli (la jizya, tassa sull'infedele n.d.t.) e alla dipendenza dagli umori e capricci dei governanti musulmani, califfi, sultani, emiri e wali. Massacri e conversioni forzate hanno colpito nei secoli di supremazia musulmana gli ebrei in Yemen, Marocco, Libia e Iraq, così come i cristiani in Egitto e Siria dove prima della conquista araba costituivano la maggioranza della popolazione.
Il movimento sionista e lo Stato di Israele rappresentano oggi il movimento di liberazione nazionale dal colonialismo islamico in Palestina e dall’imperialismo arabo nel Medio oriente; l’esistenza di Israele simboleggia non solo la vittoriosa resistenza ebraica nella patria degli ebrei, ma anche la fine del complesso mentale di paura e inferiorità definito “dhimmitudine" dalla storica Bat Ye’or, che ha lacerato per generazioni gli animi degli ebrei orientali e anche dei cristiani orientali.
Dai villaggi di Yafia e Gush Halav risuona ora la chiamata alla libertà e una nuova consapevolezza si propaga dai 160.000 cristiani in Israele che rappresentano solo il 2% della popolazione, ma il loro numero è in crescita in netto contrasto ai massacri di cristiani e alla loro fuga in massa da Iran, Iraq, Siria ed Egitto. I cristiani sono stati anticamente massacrati dai musulmani in Turchia e Sudan; in Israele sono invece cittadini rispettati e vivono vite sicure e prospere. Dovesse esserci una Palestina araba al posto della Israele ebraica, i cristiani di Mei’liya e Fassuta sarebbero perseguitati, nel migliore dei casi. Anche oggi gli arabi minacciano la nuova alleanza tra Israele e i cristiani.
Benché il Forum Cristiano in Israele sia un’iniziativa locale, rappresenta un precedente e un coraggioso cambiamento dell’Occidente nel senso di promuovere la collaborazione ebraico-cristiana contro le forze islamiche estremiste, come in Europa. L’Islam ha prima distrutto le storiche comunità cristiane nel Medio Oriente, e minaccia ora la cultura e l’indipendenza politica dell’Europa, all’ombra della dhimmitudine. Ma l’eroica opposizione di qualche cristiano in Galilea indica la direzione da prendere, verso una simbiosi ebraico-cristiana al fine di rompere il vecchio patto musulmano-cristiano erede delle aspirazioni islamiche al dominio universale.
In Israele è questo il momento della verità e della riconciliazione, con il riconoscimento della sovranità ebraica da parte dei cristiani e l’alleanza tra cristiani ed ebrei nella lotta contro il comune nemico.
Mordechai Nisan insegna storia del Medio Oriente all’Università Ebraica di Gerusalemme.