La strana vicenda della morte del diplomatico palestinese a Praga alle prese con esplosivi mi ha fatto sorgere in mente alcuni interrogativi. Praga è stata durante la Guerra Fredda uno dei quartieri generali dell'intelligence sovietica in Europa centrale: la capitale ceca divenne uno dei più importanti centri della sovversione internazionale, dove i servizi cechi, fedeli servitori del KGB, fornivano addestramento, rifornimento e coordinamento a gruppi terroristici di mezzo mondo. Le Brigate Rosse italiane avevano a Praga un rifugio sicuro, mentre il famigerato esplosivo di produzione ceca Semtex venne consegnato a Gheddafi che lo fece giungere a terroristi dell'Europa occidentale, in particolare all'IRA. Superfluo far notare che l'OLP palestinese, la più grande "holding" della storia del terrorismo, era stato allevato fin dall'inizio dal KGB e che quindi a Praga poteva come minimo avere una base d'appoggio per le sue sanguinose scorribande in Europa. Praga è stata al centro di strani traffici anche dopo il crollo del Muro: si venne sapere che Mohammed Atta, leader del commando dell'11 settembre, aveva avuto un abboccamento con i servizi di Saddam Hussein.
Coincidenze?
Riccardo P.
Avrà notato come la storia dell'esplosivo che ha causato la morte del 'diplomatico' palestinista sia scomparsa in tutta fretta dai nostri giornali. Lo stesso avvenne con i legami che lei ha ricordato dei gruppi terroristi con le organizzazioni internazionali ma anche con le BR italiane. Storie che non interessano a un Occidente che non è più in grado di capire alcunchè dei propri nemici.
IC redazione