|
|
||
La Fratellanza: il lupo non sempre si traveste da agnello (Traduzione di Angelo Pezzana) http://www.jpost.com/Features/Front-Lines/Arab-World-Wolf-not-even-in-sheeps-clothing-336970 L’obiettivo dichiarato sin dalla creazione del movimento nel 1928 era stato imporre la Shari’a prima in Egitto, poi oltrepassare tutti i confini, fino a trasformare il mondo intero in un Califfato. 80 anni dopo la caduta di Mubarak ha la strada per l’avverarsi del sogno si è avverata, i Fratelli hanno vinto le elezioni parlamentari e presidenziali, dando vita al loro governo sull’Egitto. Ma un anno dopo la sua elezione il presidente Morsi viene arrestato e il governo rovesciato dagli stessi che l’avevano aiutato e sostituito dai militari. I Fratelli non hanno accettato la sconfitta e hanno lanciato una serie di violente proteste, insieme ai loro alleati salafiti, seguite da atti terroristici che hanno già causato la morte di 350 poliziotti e militari. Il regime in carica ha prima dichiarato illegali le loro attività, poi, visto che non era sufficiente, hanno accusato la Fratellanza di essere una organizzazione terrorista.
Da notare che l’Occidente – e la stampa occidentale in particolare – ha puntato la propria attenzione su quello che ha definito un colpo di stato contro il governo legittimo di un movimento che viene sempre definito “moderato” o “pragmatico”, insistendo sul fatto che la Fratellanza ha sempre agito con metodi non-violenti.. Ma la storia ci dice il contrario. I Fratelli erano già stati messi fuori legge. Nasser aveva tentato di eliminarli dopo che avevano cercato di attentare, fallendo, alla sua vita. Ne rinchiuse 60.000 – sessantamila ! – in campi di lavoro forzato e impiccò i leader più importanti, tra i quali Sayed Qutub, considerato il padre dell’attuale fondamentalismo, il teorico dell’imposizione forzata della Shari’a. Alcuni anni prima, nel 1949, re Faruk aveva condannato a morte Hassan el Banna, il fondatore del movimento, per avere con la sua “organizzazione segreta” ucciso il primo ministro e diversi giudici. Negli anni ’40 la Fratellanza aveva fondato il proprio movimento in diversi Paesi arabi. Dagli anni ’60, creò i cosiddetti centri culturali e moschee in Europa occidentale e negli Stati Uniti per diffondere la propria concezione dell’islam. E’ nata una struttura mondiale della Fratellanza Musulmana con sedi in Gran Bretagna, Svizzera, Turchia, Qatar, ma anche in altri Paesi con gruppi locali, spesso autonomi. Negli anni ’80, con l’afflusso dell’immigrazione dai Paesi musulmani in Europa sono nate organizzazioni specializzate in diversi campi: fra studenti, donne, cultura, sindacati e altri. Oggi vi sono migliaia di queste organizzazioni affiliate alla Fratellanza nell’Unione Europea e negli Usa. La loro strategia in Occidente è diventata nota dopo il sequestro di documenti avvenuto in Europa e in America, che dimostrano come il movimento intende indebolire i governi dall’interno, usando i sistemi democratici e la libertà di parola. Quando Anwar Sadat divenne presidente nel 1970, ritenne di avere bisogno dei Fratelli per cancellare l’immagine filo sovietica dal predecessore Nasser, e annullò la condanna in cambio del loro solenne impegno che avrebbero respinto la violenza. Invece, alcuni leader usciti dalla prigione misero in piedi subito organizzazioni jihadiste, quali Takfir walHijra, Gamaa allslamiyya e altri gruppi, che iniziarono immediatamente ad attaccare con azioni terroriste contro il regime, come quella contro l’Accademia Militare nel 1974, l’assassinio di un ex ministro nel 1977, e Sadat stesso ne sarebbe stato la prossima vittima. Questi movimenti si richiamavano al progetto di Sayed Qutub di imporre in tutto il mondo la Shari’a islamica con la forza per consegnare il potere al Califfato. Queste organizzazioni, come i movimenti al Qaeda e altri salafiti, vennero fondate da Fratelli Musulmani, oggi attivi in Iraq, Siria, nel Sinai, nell’ Africa del nord e in quella nera e in Asia. Azioni terroristiche sono state lanciate in Occidente, dalla Spagna all’Inghilterra e negli Usa. I loro leader spirituali insegnano che non sono solo i non musulmani a dover essere uccisi, ma anche i musulmani, se questo serve a raggiungere l’obiettivo supremo. In quanto ai Fratelli Musulmani, le loro attività erano proibite sotto Mubarak, per cui avevano deciso di dedicarsi ad iniziative non violente. Cambiarono quando il Consiglio Supremo delle Forze Armate, che avevano preso il potere dopo la caduta del suo regime, decise di rendere lecita la loro attività politica. Milioni di elettori ne votarono i candidati al parlamento e alla presidenza, dimostrando fiducia nell’islam di un movimento che era stato perseguitato così a lungo, che avrebbe dato inizio a una nuova era di progresso economico, garantire più libertà senza intaccare la natura islamica del Paese. Questo non è avvenuto. Invece di affrontare la situazione economica e I problemi dell’Egitto, la Fratellanza fece di tutto per instaurare nel Paese una dittatura religiosa. Morsi ha tradito anche i partiti salafiti – come El Nour – che l’aveva sostenuto nella conquista del potere, e non esitò ad usare la forza per soffocare il dilatarsi dell’opposizione, arrivando ad aprire il fuoco contro i dimostranti, uno dei crimini per cui è oggi sotto accusa. Questa disillusione delle masse è cresciuta fino a fermare in tempo – con l’aiuto dell’esercito - i Fratelli prima che si impadronissero degli apparati di sicurezza. I milioni di egiziani che si sono ribellati contro la Fratellanza hanno voluto riportare la rivoluzione sui binari della speranza affinchè un nuovo regime realizzasse le loro aspettative.
L’Occidente, incollato alla definizione di democrazia, ha protestato per la cacciata del “presidente democraticamente eletto” e ha condannato quello che ha definito un golpe militare. Facendo dire a molti che se i tedeschi con l’aiuto dell’esercito avessero cacciato dal potere il democraticamente eletto Hitler negli anni ’30, 50 milioni di esseri umani non sarebbero stati uccisi e il mondo sarebbe oggi un luogo diverso. Con i Fratelli Musulmani – e I loro alleati – sempre più violenti con gli attacchi mortali contro l’esercito e le forze di sicurezza, ma anche contro i civili, il governo ad interim non aveva altra scelta se non mettere fuori legge il movimento – come avevano fatto allora re Faruk, Nasser e Mubarak – e dichiararli organizzazione terroristica. L’Occidente non è ancora pronto a capire. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea, rappresentanti del cosiddetto mondo illuminato, voltano le spalle all’Egitto che sta combattendo contro un nemico comune, l’islam radicale, e con questa tattica incoraggiano i Fratelli Musulmani a continuare la loro guerra. Zvi Mazel è stato ambasciatore in Egitto, Romania e Svezia. Fa parte del Jerusalem Center fo Public Affairs. I uoi editoriali escono sul Jerusalem Post. Collabora con Informazione Corretta |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |