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Sisi batte Obama 1-0 (Traduzione dall'ebraico di Sally Zahav, versione italiana di Yehudit Weisz)
Obama, al SiSi Tutti sanno che la strategia americana vuole imporre la Fratellanza Musulmana all’Egitto e a ogni altro Paese dove è presente, come avevo scritto su queste colonne sei mesi fa. Nel frattempo in Egitto il regime di Sisi si è rafforzato, e i Fratelli Musulmani, i favoriti degli americani, sono stati dichiarati illegali, insieme con molte loro organizzazioni considerate “terroristiche”. Sisi conosce molto bene la posizione americana, soprattutto l’opinione negativa del Presidente Obama sulle azioni contro i Fratelli Musulmani, ma Obama non lo preoccupa, e neppure John Kerry. Gli americani dovranno decidere come comportarsi di fronte alla determinazione dell’Egitto: taglieranno totalmente i ponti e permetteranno che venga assorbito nella sfera di influenza della Russia, oppure ingoieranno il rospo e continueranno a sostenerlo , soprattutto con gli aiuti civili, in modo da impedire che si rivolga a Mosca ? Gli eventi in Egitto evidenziano la debolezza di Obama e dei suoi consiglieri nei confronti della determinazione dei Paesi mediorientali. Lo si evince da come l’America si comporta con Iran, Iraq e Siria: non riesce a confrontarsi con governi determinati e fermi nelle loro prese di posizione, e alla fine Obama accetterà le loro decisioni, anche se non è d’accordo. Quello che Netanyahu può e deve dedurne è che non è assolutamente necessario venire a un accordo con i palestinesi. Kerry può venire finchè vuole in missione da parte di Obama, può inventarsi mille soluzioni, ma non può togliere al popolo ebraico il suo diritto alla Terra d’Israele che gli fu assegnato migliaia di anni fa e nuovamente nel 1920 durante la Conferenza di San Remo. Obama e Kerry non possono assicurare a Israele che uno Stato palestinese, con un territorio contiguo, non diventi un altro Stato di Hamas - un “Hamastan”- sorto già sei anni e mezzo fa a Gaza. Per cui Israele deve rapportarsi con loro esattamente come lo fa Sisi. Cedere a Obama non porta a un accordo, ma piuttosto a una limitazione. Israele deve seguire i propri interessi, non quelli dell’America, e in questa fase storica l’interesse immediato di Israele è porre fine all’Autorità Palestinese, e continuare quel che Hamas ha iniziato: istituire gli Emirati Palestinesi sulle rovine dell’Anp, con base nelle città arabe di Giudea e Samaria. Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi. |
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