Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/12/2013, a pag.19, con il titolo " La Guerra fredda tra Mosca e Riad ", l'analisi dei rapporti tra Russia e Arabia Saudita di Carlo Panella.
Bandar Bin Sultan con Putin, un'amicizia finita
L’Arabia Saudita finanzia l’esercito del Libano con tre miliardi di dollari per un mega acquisto di armamenti dalla Francia. La notizia esce lo stesso giorno dei funerali a Beirut di Mohammed Chattah, braccio destro di Saad Hariri, leader del fronte anti siriano, ucciso nei giorni scorsi in un attentato. Funerali che si sono svolti in un clima di enorme tensione, perché questa ennesima strage avvicina sempre di più Paese dei Cedri a una nuova guerra civile. Tra i due fatti, il mega finanziamento saudita alle forze armate libanesi e i funerali di al Chattah, c’è un legame evidente. Riad entra pesantemente sullo scenario libanese “acquistando” i favori dei generali a cui regala armamenti francesi, per spostare gli equilibri militari a sfavore di Hezbollah, potente organizzazione politico-militare sciita, agli ordini di Teheran, alla testa del fronte libanese filo siriano. Nel vuoto di iniziative in Medio Oriente, degli Usa di Barack Obama e dell’Europa, l’Arabia Saudita punta a giocare un ruolo di protagonista impegnando la sua unica arma: finanziamenti miliardari per chi contrasta l’asse Iran-Siria-Hezbollah. Asse pesantemente sostenuto dalla Russia di Putin, che protegge Assad nelle sedi internazionali e fornisce agli ayatollah la tecnologia nucleare. Non a caso, l’Arabia Saudita finanzia anche i guerriglieri ceceni - di fede wahabita lo scisma islamico, che ha nei sauditi la guida spirituale e politica - che costituiscono da due decenni una spina nel fianco per la Russia, come si è visto con i due clamorosi attentati di Volgograd. Non è neanche un caso che l’Arabia Saudita finanzi a suon di miliardi di dollari la giunta militare egiziana del generale Fattah al Sissi che ha interrotto la ripresa dei rapporti tra il Cairo e gli ayatollah iraniani messa in atto dai Fratelli Musulmani del presidente deposto Morsi, così come vari gruppi di jihadisti che combattono contro Beshar al Assad in Siria e contro Hezbollah in Libano. Di fatto, il Medio oriente vede una Guerra Fredda – ma sempre più “calda”- tra due Assi contrapposti: l’alleanza sunnita, imperniata sull’Arabia Saudita (e sul Qatar, che però è più spregiudicato e finanzia gruppi filoterroristi) e l’alleanza sciita che è stata determinante nell’impe - dire con le sue “Brigate Internazionali sciite” la caduta di Beshar al Assad in Siria. Il problema, per l’Occidente e per i Paesi democratici (e per Israele) è che, pur contrastando il blocco iraniano, l’Arabia Saudita è del tutto inaffidabile. Sia perché il credo wahabita del regno degli al Saud è il brodo di cultura dell’ideologia della galassia di Al Qaeda. Sia perché da sempre le cervellotiche manovre saudite, basate essenzialmente su finanziamenti miliardari, si sono rivelate disastrose. La lunga storia delle guerre civili in Libano ne sono esauriente prova. A fronte di questo quadro mediorientale e islamico sempre più decomposto, in cui si espandono focolai di guerra (oggi si combatte in Siria, Libano, Yemen e Libia, ma anche in Sud Sudan, Mali e Centrafrica), l’inerzia degli Usa di Obama e dell’Eu - ropa è sconcertante. L’unica loro strategia è vendere armamenti e acquistare petrolio, vuoi dai sauditi, vuoi - un domani - dall’Iran, all’insegna di un cinico “non olet” che non solo è un crimine, ma che soprattutto è un errore. Il sintomo più evidente di questa follia occidentale si vede oggi ad Aleppo: Assad può impunemente uccidere con bombardamenti aerei in poche ore 500 abitanti, tra cui 150 bambini. Ma siccome non impiega armi chimiche, né Washington, né Parigi, né Londra, né Roma, hanno nulla da ridire.
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