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La (dis)informazione della Rai 29/12/2013

Scrivo in riferimento alle notizie odierne su Dieudonné, dopo aver visto il servizio su RAI 1 al telegiornale delle 20. Mezz'ora prima avevo visto il telegiornale su ARTE (canale francese) e ho quindi notato la differenza: su ARTE il commento sonoro sull'appoggio a D. da parte dei sostenitori della "libertà d'espressione" accompagnava immagini di persone vivacemente dimostranti palesemente islamiche (donne con il velo e uomini molto facilmente riconoscibili come arabi), mentre le immagini di RAI 1 erano più neutre, non c'erano donne e l'aspetto arabo degli uomini era meno notabile in quel brevissimo flash. Niente di nuovo: certo nessuno fa notare (1) che i principali attori dell'antisemitismo sono gli arabo-islamici, cioè gli stessi che organizzano manifestazioni oceaniche nelle capitali occidentali contro Israele mentre i commentatori di telegiornali di qualunque paese evidenziano sempre il grande dissenso contro Israele senza minimamente analizzare la tipologia dei dimostranti, pur evidente a prima vista. (2) nessuno fa neppure notare a un pubblico di massa come i sostenitori della "libertà d'espressione" si guardano bene dal pretenderla nei loro paesi d'origine, ma sono pieni di pretese nei paesi di cui sono ospiti (l'ho personalmente toccato con mano in un "incidente" sul mio lavoro). La TV francese non dice, ma fa vedere, chi vuole può intendere, la Tv italiana è più sottile, sceglie le immagini, impedisce anche la libertà di capire.

Clara Wax

Ha ragione, la Rai è una fonte di (dis)informazione enorme, ma anche i colossi prima o poi gli si vedono i piedi di argilla. Cerchiamo di dare una mano. Per un giornalista onesto lavorare in quella palude deve essere difficile.
IC redazione
 


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