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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.12.2013 Ricordo struggente di Arik Einstein
di Daria Gorodisky

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 dicembre 2013
Pagina: 12
Autore: Daria Gorodisky
Titolo: «Requiem rock per Arik voce di Israele»

Riprendiamo da LETTURA-CORRIERE della SERA, di oggi, 29/12/2013, a pag.12, con il titolo "Requiem rock per Arik voce di Israele" lo struggente ricordo di Arik Einstein di Daria Gorodisky.

Arik Einstein

C' erano nonni, nipoti, e la generazione che unisce questi a quelli. Era piena, proprio un mese fa, piazza Rabin, quella che a Tel Aviv ospita le manifestazioni più imponenti. Arik Einstein se n'era andato all'improvviso, a 74 anni, e tutti volevano rendere omaggio all'uomo che è stato «la colonna sonora della nazione», per dirla con Shimon Peres. Un'icona, perché Arik Einstein ha scritto e cantato per decenni la storia e le emozioni di Israele. Voce e sguardo profondi, bello, atletico come sa esserlo un ex campione di salto in alto, alla fine degli anni Cinquanta ha regalato il rock al suo giovanissimo Paese: «...io e te cambieremo il mondo...», urlava. Però. con poesia e naturale eleganza. La stessa cifra di tutto il suo repertorio successivo, melodico e intimistico anche quando legato agli eventi. Ha raccontato quella quotidianità israeliana che fa coesistere la necessità di difendersi militarmente per sopravvivere e la «normalità» della vita occidentale (S'a le'àt, Vai piano). Ha pianto l'assassinio di Yitzhak Rabin con la famosa Shalom haver (Shalom, amico) e dedicando alla sua vedova, Lea, la splendida Ze pit'òm nafài alea (All'improvviso le è accaduto). Ed è indimenticabile la sua versione di Ahshav sheatà kan (Ora che sei qui) per celebrare la liberazione di Gil'ad Shalit, il soldato che Hamas ha tenuto in ostaggio per 5 anni: «Sarai sempre un eroe/Ti è consentito piangere/Non è affatto semplice/Perdonare il destino». Già, in Israele ogni figlio è o sarà soldato e ogni soldato è figlio di tutti. Ma Arik Einstein ha cullato anche quei sentimenti che superano le frontiere perché, semplicemente, appartengono all'Uomo. Ha fatto divertire i bambini con strofe che catturavano anche i genitori; la sua voce ha accompagnato le serate dei ragazzi, le feste, i falò sulla spiaggia... Ha narrato le paure che tutti incontriamo; e l'amore, molto amore, quello della gioventù come quello imbiancato insieme ai capelli: «...Adesso siamo rimasti soli nel nido/Però noi siamo insieme/Abbracciarti forte dimmi sì/Non preoccuparti insieme è divertente invecchiare...» (Uf gozàl, Vola pulcino). Passioni e nostalgie narrate in musica, ma sempre con delicatezza e una pennellata di ironia. Con l'anima, insomma. 

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