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Teologia della sostituzione 28/12/2013

Egregio Signor Ugo Volli,

 mi chiamo Gianluca Conenna, vivo a Bari, sono un credente evangelico e socio di EDIPI (Evangelici d'Italia per Israele). In quanto cristiano praticante, seguo con attenzione le vicende di Israele e del popolo ebraico o meglio amo gli ebrei in quanto il mio personale Salvatore Gesù il Messia è proprio ebreo (e non palestinese come dicono taluni). Leggo quasi quotidianamente gli articoli pubblicati da informazione corretta in quanto li reputo altamente istruttivi, reale e qualificati. Ho però il dovere di scriverle quest'oggi perchè ritengo che nell'articolo da lei pubblicato il 25 dicembre intitolato Cartolina Natalizia ci sia un errore; Saulo da Tarso (o San Paolo) non ha mai ritenuto e ribadito che la Chiesa gentile abbia sostituito Israele, anzi. Leggendo le epistole ai Romani, soprattutto i capitoli 9, 10 e 11, Palo ci dice chiaramente che la Chiesa gentile si è aggiunta a quella messianica già esistente e che non ne ha preso il posto. Certamente lei ha ragione nel criticare il mondo cristiano per aver ideato quella diabolica Teologia della Sostituzione che ha generato odio e sangue, ma non l'ho fa il Nuovo Testamento nè tantomeno Paolo che era un ebreo al 100%. Le chiedo scusa per questo mio appunto ma l'ho fatto non per salvare il mondo cristiano dalle sue brutte colpe, ma solo un ebreo come lei, Paolo, che solamente credette nel Messia Gesù e portò questa bella notizia a noi gentili che purtoppo eravamo lontani da Dio.

Grazie. Spero di risentirla.

Gianluca Conenna.

Risponde Ugo Volli:

 Gentile Signor Conenna,
io non parlavo del rapporto fra "Chiesa gentile" e "Chiesa messianica", qualunque cosa questa sia. Mi interessa il popolo ebraico, così com'era venti secoli fa e così com'è oggi, ben diverso da una Chiesa, messianica o meno. La tradizione di questo popolo, che si chiami Torah (o in senso più largo, Tanakh) oppure Bibbia ebraica o "Antico Testamento", come dicono i cristiani, comprende fra l'altro una serie di "precetti" per la vita buona (la "Legge"), una serie di promesse corrispondenti (il Patto), che riguardano il popolo di Israele.
Paolo di Tarso sostiene che la Legge fosse uguale alla "morte", che essa sia sostituita dalla fede in Gesù (che sarebbe la Vita) e che dunque ora i precetti non vadano osservati e il patto sia stato sostituito da uno nuovo.
Sugli ebrei ci sono delle espressioni ambigue e confuse e piuttosto contraddittorie. Io non sono un teologo, riconosco a tutti il diritto di credere ciò che vogliono, finché non fanno male agli altri.
Noto però che in nome di quelle parole è stata compiuta una bimillenaria e a volte sanguinosissima persecuzione del mio popolo, con l'intenzione esplicita di obbligarlo ad abbandonare la sua identità in favore della nuova fede.
Questa pratica è ancora alla base dell'antisemitismo e dell'odio per Israele.Contro di essa polemizzo, con il massimo rispetto per la fede vostra e di chiunque altro, ma con la ferma volontà di riaffermare il nostro buon diritto nel continuare ad essere ebrei e non cristiani. Ebrei ebrei, voglio dire, non "ebrei messianici", che è il nome che oggi alcuni danno ai convertiti al cristianesimo, il nome pratico della teologia della sostituzione.

Cordialmente

 Ugo Volli


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