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Ugo Volli
Cartoline
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Il cinismo del valzer 22/12/2013

Il cinismo del valzer
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Cari amici,

forse è confusione, dilettantismo, impreparazione; forse invece è una sofisticata tecnica diplomatica per confondere gli altri. Io vedo soprattutto la prima cosa, una grande arroganza, mescolata a ideologia, condita però da opportunismo e disprezzo per sé e per gli altri: se qualcuno rompe le scatole gli diamo una caramella e starà buono.
Chissà, giudicherà la storia, come sempre.
Di che cosa sto parlando? Ma dei zig-zag o come dicono gli americani dei flip-flop della politica di Obama. Era un alleato ferreo di Israele e dell'Arabia Saudita (soprattutto di quest'ultima, è girata molto per il web una foto in cui si inchinava profondamente davanti al re arabo, con grande sdegno dei fieri americani che si ricordano ancora dell'orgoglio repubblicano del "Piccolo Lord").
Ma poi ha fatto un accordo con il peggior nemico dei due, l'Iran, che gli consentirà in sostanza di stare sul bordo dell'armamento atomico, pronto a realizzarlo in poche settimane qualora gli servisse.
Ha addirittura pubblicato sul sito della Casa Bianca un riassunto falso dell'accordo (peraltro non accora firmato), prontamente sbugiardato dagli ayatollah.
Poi però ha detto che l'accordo serviva a contenere l'Iran, ma ha minacciato il veto ai senatori che vogliono un ulteriore embargo se l'Iran violasse l'accordo. Sulla Siria, principale teatro di scontro fra Arabia e Iran, prima ha sostenuto i ribelli insieme ai sauditi e ai turchi, minacciando di bombardare Assad; poi ha cambiato opinione e non solo ha rinunciato a bombardare ma ha deciso che con l'Iran e con la Russia preferiva Assad ai ribelli egemonizzati da Al Queda; poi però ha deciso che non voleva l'Iran alla conferenza per la pace che si dovrebbe tenere a Ginevra prossimamente (e a cui la patetica Bonino è tutta contenta di essere stata invitata all'ultimo momento e subito è corsa in Iran per accordarsi con gli ayatollah: flip-flop anche lei, ma questo è un altro discorso).

Su Israele, prima l'amministrazione Obama ha insistito per una trattativa che sembrava fuori tempo a tutti; poi ha spiegato che considera gli insediamenti israeliani oltre la linea verde "illegittimi", dando una mano alla propaganda palestinista; poi ha detto che ci vorrà, almeno per dieci anni un presidio militare israeliano sulla Valle del Giordano, suscitando le ire di Abu Mazen e della lega araba; poi però ha ristretto la dimensione di questa zona di presidio in modo tale da renderla militarmente intenibile e pericolosa...

Con la Russia Obama sembra filare d'amore e d'accordo, si è fatto guidare sull'Iran e sulla Siria, non ha reagito all'espansionismo europeo di Putin che l'ha portato a pesanti interferenze in Ucraina, ma poi ha deciso di fare un paio di sgarbi alla politica omofoba del presidente Russo sul tema delicato del prestigio internazionale, rifiutando (per il momento) di andare alle Olimpiadi che si svolgeranno a Soci a febbraio e mandandoci invece delle personalità del mondo gay che certo daranno fastidio a Putin.

In un quadro così, diciamo, frastagliato, è naturale che ciascuno possa trovare qualche posizione che gradisce; anzi, l'impressione è che il presidente americano intenda mostrare che yes, può riuscire simpatico a tutti.
Nel gergo diplomatico italiano questo atteggiamento è diventato famoso sotto il nome di "giri di valzer", riferito di solito alla politica del governo Zanardelli, che all'inizio del secolo scorso, un giorno cercava di piacere ai francesi e il giorno dopo faceva mostra di volersi fidanzare con i suoi avversari della Triplice Alleanza http://cronologia.leonardo.it/storia/a1901e.htm 
Il risultato però è che in questa maniera nessuno si fida più del ballerino così vertiginosamente impegnato a cambiare posizione il più velocemente possibile, e ciascuno capisce di dover fare per sé.

 E' quel che accade in questo periodo in Medio Oriente. Ciascuno fa quel che gli sembra più opportuno e che risponde di più alla sua natura. L'Arabia Saudita forse ha fatto qualche accordo sotterraneo con Israele per appoggiare una sua azione preventiva contro l'Iran, ma soprattutto sta cercando di comprare le bombe atomiche già pronte dal Pakistan; gli egiziani si sono rimessi a negoziare coi russi sulle armi; la Turchia ha già incominciato a comprarle dai cinesi. Israele ha cercato di mobilitare i sentimenti in suo favore dell'elettorato americano e del Congresso che ne dipende (mentre Obama può fregarsene di quel che pensano gli elettori, tanto non può più essere eletto a niente e anche per questo è così pericoloso).

E i poveri palestinisti? Intanto si sono rimessi, per la quarta o quinta volta, a negoziare un accordo per la riunificazione fra Hamas e Anp http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/175248
In realtà le differenze politiche sono solo tattiche, soprattutto se si considera non l'Autorità Palestinese nella sua veste internazionale beneducata in giacca e cravatta, ma il suo nucleo duro interno di Fatah, che ama presentarsi in passamontagna, tuta mimetica e con le armi in mano, sempre presieduto da quel brav'uomo di Muhammad Abbas: entrambe le parti vorrebbero spazzar via Israele, solo cercano strade diverse per farlo. Ma il dissenso è soprattutto su chi comanda e come spartirsi il bottino degli aiuti internazionali, su che conti esteri trasferirli; è probabile dunque che la cleptocrazia resti divisa. Ma la mossa è sinatomatica.

Un altro gesto interessante è che Hamas ha fatto sapere di aver rimediato i rapporti con l'Iran http://uk.news.yahoo.com/palestinian-hamas-says-39-resumed-39-ties-iran-202517565.html#W83rZzx : li aveva rotti un paio d'anni fa perché insieme alla Fratellanza Musulmana  appoggiava i ribelli in Siria (islamisti sunniti), mentre l'Iran appoggia Assad. Ma è noto che al di là delle religioni e delle ideologie, la buona politica in Medio Oriente (e non solo lì) consiste nel correre in aiuto ai vincitori. E gli ottimi islamisti che piacciono così tanto alla sinistra europea non si sono sottratti alla regola. Tant' è vero che entrambi i movimenti palestinisti sembrano aver deciso di riappacificarsi gradualmente con Assad http://www.gatestoneinstitute.org/4029/abbas-hamas-assad) che pure fra le centoventimila vittime del suo regime, ha fatto fuori parecchie migliaia di abitanti dei campi profughi http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/PLO-Over-400-Palestinians-killed-in-Syria-conflict)e li ha costretti in condizioni difficilissime https://www.middleeastmonitor.com/resources/commentary-and-analysis/6345-palestinians-are-also-victims-of-sectarian-fallout-from-syria, che l'Anp considera suoi cittadini "palestinesi" e per cui in passato si era spesa con appelli vari e spedizioni di soccorsi http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/158624#.Urak8vTuKSo , pur mantenendo un grande riserbo politico sulla guerra http://israelmatzav.blogspot.it/2013/11/behind-palestinian-silence-on-syrian.html
Insomma, se ti metti a fare i giri di valzer e sei il più importante della festa, anche gli altri si metteranno a ballare e la confusione crescerà molto: non puoi lamentarti se accade. E' goffaggine, dilettantismo, impreparazione?
Magari onesto idealismo pasticcione? O il cinismo di chi coltiva un progetto che non vuole dichiarare e che dietro alla confusione del ballo può sperare di nascondere almeno finché è in lavorazione? Decidete voi.
Io per me rispondo: forse tutt'e due, il cinismo di chi pensa di essere molto furbo e i pasticci di chi disprezza e sottovaluta gli altri (pensando di essere furbo e bravissimo, magari perché qualche anno fa gli hanno dato un grottesco premio Nobel preventivo, e che quindi tutti staranno al suo gioco.


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