Come annunciato ieri, Emma Bonino è a Teheran. I quotidiani sono oggi, 22/12/2013, pieni di resoconti in genere improntati all'ottimismo, parlerà di diritti umani, della condizione della donna, dell'ambiente. Nessuno che tiri in ballo la minaccia nucleare, la volontà degli ayatollah di impadronirsi degli stati vicini, dall'ArabiaSaudita agli Emirati del Golfo, gli insulti a Israele. Nulla, tutto all'insegna del 'business as usual'. Abbiamo visto Emma Bonino con il capo coperto con il foulard in segno di sottomissione, e ci è sembrato appropriato, vista la sua politica di appeasement. Ma ci è anche venuta in mente un'altra donna, Oriana Fallaci, quando andò a intervistare l'ayatollah Khomeini, subito dopo il colpo di Stato. Gli si presentò con il capo coperto, ma appena gli si sedette davanti se lo tolse e gli disse: adesso io la intervisto così, non mi metto nessun foulard. E Khomeini non disse beh. Così si fa, ovvero si faceva. Di tutta altra pasta la Bonino, in Cina si scordò dei diritti umani, se li scorda ora Iran. E' così che si fa carriera, no?
Riprendiamo invece da REPUBBLICA la cronaca del viaggio, a pag.18, una breve firmata da Vincenzo Nigro, ma presentata sotto un titolo che merita un plauso: "La Bonino in missione a Teheran: dialogo per abolire le sanzioni".
Ecco qual' è lo scopo del viaggio.
Asinistra, Emma Bonino con il foulard
TEHERAN - Emma Bonino ha scelto la vigilia di Natale per la sua missione più importante, l'incontro a Teheran con la nuova dirigenza iraniana, il presidente Rouhani e il ministro degli Esteri Zarif. Il ministro italiano è qui per continuare ad alimentare quel canale di dialogo che la stessa amministrazione Obama ha aperto col governo Rouhani: dialogo per abolire le sanzioni in cambio di una vera rinuncia dell'Iran a un programma nucleare che sembra essere stato costruito negli anni col vero obiettivo di arrivare a costruire la bomba nucleare. Per questo Emma Bonino dice chiaramente che "siamo in un momento molto fragile, chi si oppone a un accordo è molto attivo, non bisogna fare errori trattici odi nervosismo eccessivo. Bisogna tenere i nervi a posto, chi ha la consapevolezza ha il dovere di essere più disciplinato degli altri». Ieri la Bonino ha incontrato due vice-presidenti donna del governo iraniano: la prima è Massoumeh Ebtekar, la portavoce degli studenti che nel 1979 occuparono l'ambasciata americana e tennero in ostaggio 52 diplomatici per 444 giorni. Oggi nel governo iraniano è il capo dell'Agenzia perla protezione ambientale. Poi la Bonino si è fatta organizzare dall'ambasciatore Luca Giansanti un incontro con il vice-presidente per le questioni femminili e della famiglia, Shaindot Molaverdi.
Per inviare la propria opinione a Repubblica, cliccare sulla e-mail sottostante