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Il Manifesto Rassegna Stampa
21.12.2013 I ragionamenti razzisti del quotidiano di Rocca Cannuccia
in un articolo di Michele Giorgio

Testata: Il Manifesto
Data: 21 dicembre 2013
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Cacciatelo dall'Onu»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 21/12/2013, a pag.8, con il titolo "Cacciatelo dall'Onu", l'articolo di Michele Giorgio dedicato all'esimio prof.Falk, uno dei massimi odiatori di Israele alle dipendenze dell'Onu. Nel tesserne le lodi, sfugge a Giorgio una affermazione, che riverla tutto il razzismo che pervade la sinistra  ideologia anti-israeliana del cronista del quotidiano di Rocca Cannuccia.
Nel tentativo di rendere accettabile l'enorme menzogna che Israele stia applicando un genocidio contro i palestinesi, Giorgio scrive:
Sono dichiarazioni scandalose e antisemite che rendono ancora più assurda la sua posizione all'Onu», ha protestato Baird dimenticando che Richard Falk è un ebreo. Quindi Giorgio ritiene che l'essere ebreo sia una categoria che non ammette eccezioni, essere ebrei è una definizione che unifica in un comune giudizio coloro che vi appartengono. Se Falk è un ebreo, come in effetti è, non può essere nè antisemita nè anti-israeliano.
Ecco chi informa da Israele i lettori ingoia-tutto del quotidiano comunista.

Ecco l'articolo:


Richard Falk

 

Cacciatelo via, non è degno di stare nelle Nazioni unite perché accusa Israele di praticare il «genocidio». Si potrebbe riassumere così l'appello a rimuovere Richard Falk dall'incarico di Relatore speciale del-l'Onu per i Territori occupati palestinesi che dal Nord America sta facendo il giro del pianeta. Perché a chiedere l'immediata espulsione dell'83enne professore emeritus di legge internazionale dell'Università di Princeton, stavolta non è Israele ma il Canada. Il ministro degli esteri canadese John Baird ha spiegato che Ottawa - a quanto pare più di Israele - trova «terribili» i commenti fatti da Falk prima in un articolo e poi in un'intervista in cui sostiene che le politiche attuate da Israele rappresentano una forma di «genocidio» del popolo palestinese. «Quando si prende di mira un gruppo etnico e quando si infliggono (a questo gruppo etnico) un determinato tipo di punizioni, allora si alimenta una disegno criminoso che rasenta il genocidio», afferma da tempo Falk al quale nel dicembre 2008 fu negato l'ingresso in Israele.
«Sono dichiarazioni scandalose e antisemite che rendono ancora più assurda la sua posizione all'Onu», ha protestato Baird dimenticando che Richard Falk è un ebreo. «I suoi commenti - ha aggiunto Baird - minano i valori fondamentali delle Nazioni Unite e finiscono per sminuire i terribili genocidi che hanno avuto luogo nel corso della storia e in tutto il mondo». Un atto di accusa durissimo che si aggiunge alla lista di critiche pesanti e attacchi subiti da Falk sin dal giorno della sua nomina nel 2008. Stavolta però siamo a un livello più alto per-ché John Baird sembra intenzionato a condurre una vera e propria campagna contro l'anziano docente di Princeton.
Ma Falk va avanti. Se negli anni passati accusava Israele di praticare apartheid e pulizia etnica contro i palestinesi, più di recente ha abbracciato la campagna internazionale Bds contro Tel Aviv e ha apertamente appoggiato la decisione della prestigiosa «American Studies Association» di aderire al boicottaggio di Israele.
Quest'anno, a giugno, Falk aveva condannato le forme di detenzione subite dai palestinesi, in particolare quella «amministrativa», senza processo. In autunno invece ha presentato un rapporto sulla «totale illegalità» delle colonie nei Territori occupati, chiedendo la punizione di aziende e imprese internazionali che traggono profitto dalla cooperazione con gli insediamenti israeliani.

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