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Cartoline illustrate da Giudea e Samaria Cari amici, dato che vi sorbite le mie, che sono tutte scritte, immagino che le cartoline illustrate vi piacciano ancora di più. E allora mi permetto di farvi un dono, naturalmente informatico e virtuale. Se cliccate qui (http://settlementsofisrael.netzah.org/ ) vi si aprono 151 cartoline, alcune molto semplici, altre più spettacolari. Sono centocinquantuno località del centro storico di Israele, le colline della Giudea e Samaria. Quel che vedete sono i paesaggi storici dove si è formato il popolo ebraico, le valli e le montagne che vedeva Davide o Isaia. Naturalmente trasformate dal lavoro umano, con case moderne, campi floridi, boschi e giardini. Una terra che fino a cinquant'anni fa era abbandonata, arida, ridotta a una specie di deserto, ora fiorisce e produce cibo e bellezza. Se cliccate sopra a una di queste cartoline vi si apre una scheda con qualche dato sul villaggio o la cittadina ritratta, dei numeri di telefono, qualche notizia. Magari vi viene voglia di andare a fare visita a quelli che ci abitano: vi assicuro che ne vale la pena, sono di solito persone interessanti, con un senso preciso delle cose che contano nella vita e della loro missione. Spesso sono agricoltori d'eccellenza, ma non mancano certo i medici, gli scienziati, gli informatici, che magari lavorano a Tel Aviv o a Gerusalemme. Israele è anche in questi villaggi uno dei posti più moderni del mondo. Vedo già qualcuno che alza il sopracciglio, scuote la testa e dice: "ma sono coloni, le cartoline rappresentano colonie... E le colonie sono illegali, fanno ostacolo alla pace, i coloni sono cattivi, dovrebbero andarsene e restituire la terra ai palestinesi". Cari amici, spero che non molti di voi che mi leggete pensino queste sciocchezze, che ormai sono rimaste in bocca in Israele e in fondo anche nella diaspora solo a una piccola minoranza di sinistra, piccola ma rumorosa, anche perché foraggiata dai nemici di Israele, non solo i governi europei, che sono tendenzialmente filoarabi, ma proprio anche gruppi islamici e iraniani, com'è successo negli Stati Uniti. Ma vi capiterà di discutere, di trovarvi di fronte chi sostiene, magari in buona fede, queste idee, che sostanzialmente sono antisemite. E allora mi permetto io di mandarvi questa cartolina, per aiutarvi a organizzare i vostri argomenti. In primo luogo, è probabile che vi troviate ad affrontare quella che un bell'articolo di Tom Wilson pubblicato di recente negli Stati Uniti definisce "The settlement fallacy", l'idea che i villaggi israeliani impediscano la pace, mentre ne sono la condizione (http://www.thecommentator.com/article/4393/the_settlements_fallacy# ).
Eccone qualche brano tradotto alla buona: "Attualmente in Cisgiordania, mentre le comunità ebraiche si estendono su meno del due per cento del territorio , gli ebrei costituiscono circa il venti per cento della popolazione. Molte di queste persone sono nate e cresciute nelle comunità in cui vivono, sono di seconda o terza generazione. In altre parole, questo gruppo, i cosiddetti coloni, sono una comunità etnica ben consolidata, una realtà che non sta invadendo nulla, proprio come i cittadini arabo-israeliani che vivono nel resto di Israele. Per diciannove brevi anni, durante l'occupazione giordana 1948-1967, la Cisgiordania è stata etnicamente "ripulita" di ebrei. Prima di ciò, c'erano antiche e fiorenti comunità ebraiche in tutta la Cisgiordania, le più cospicue accanto ai siti religiosi di Hebron e nei villaggi ebraici a sud di Betlemme. Gli ebrei abitavano in Cisgiordania prima dell'occupazione giordana e ci sono tornati dopo. Quale persona ragionevole potrebbe seriamente volere il ritorno di questa zona allo stato Judenrein che ebbe solo durante la breve occupazione giordana? Il fatto stesso che questo è ciò che i palestinesi hanno chiesto testimonia il loro atteggiamento verso la coesistenza e la riconciliazione. Proprio come la leadership palestinese si rifiuta di riconoscere ufficialmente lo Stato ebraico. Se i palestinesi non sono in grado di tollerare di vivere accanto a ebrei come vicini di casa allora il problema è come far finire questa loro ostilità. Incoraggiando i palestinesi nel loro desiderio di vedere gli ebrei esiliati dai villaggi in cui sono stabiliti, la comunità internazionale radicalizza e incoraggia le speranze palestinesi di condurre con successo una guerra per cacciare tutti gli ebrei e distruggere totalmente Israele. Dove gli insediamenti sono stati sradicati, i palestinesi hanno aumentato il loro sostegno per gruppi oltranzisti e gli estremisti islamici hanno preso il controllo. " In sostanza, un Israele sicuro è la condizione per la pace, la sua sola possibilità, come si argomenta qui: http://www.mythsandfacts.org/article_view.asp?articleID=272. E Israele, per essere sicuro, ha bisogno di controllare Giudea e Samaria: lo riconobbero già i generali americani già subito dopo la guerra del '67 (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/175198#.Uq9fWCdohsw ).
E non è vero neppure che i villaggi in Giudea e Samaria siano "illegali", come dicono quelli che vogliono regalarli agli arabi. Per una spiegazione chiara vi consiglio di leggere questo articolo recente: http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=14003 . Lo stato di Israele ha conquistato Giudea e Samaria nel 1967 in conseguenza di una guerra di auto-difesa, ma dal punto di vista legale questi territori non sono occupati, dal momento che la potenza straniera che deteneva questi territori fra il 1948 e il 1967 (Giordania), lo faceva illegalmente. [Alcuni] giuristi rilevano che, eccezion fatta per Gran Bretagna e Pakistan, la comunità internazionale si rifiutò di riconoscere l'annessione giordana del West Bank. Pertanto, la condizione legale di questi territori è "contesi". Dal punto di vista del diritto internazionale, c'è una enorme differenza fra territori "occupati" e territori "contesi". Se volete un riassunto chiaro e ben organizzato di tutti questi temi, vi consiglio questo articolo in italiano, che, essendo stato scritto tre anni fa, è un po' indietro coi numeri, nel senso che da quando è stato scritto i "coloni" sono quasi raddoppiati, arrivando vicino al 10% della popolazione ebraica di Israele, ma è chiarissimo e ben articolato nelle argomentazioni: http://www.focusonisrael.org/2013/12/12/colonie-israele-west-bank-cisgiordania/ . Insomma, godetevi queste cartoline, magari andate a visitare i posti che vi piacciono e verificate di persona. Evitate però di parlare di "colonie". Sono villaggi e cittadine che non hanno nulla di coloniale, non sfruttano nessuno, sono cresciute su terre comprate regolarmente o su terreni statali e hanno tutto il diritto di stare lì. Ogni pace in quella terra deve partire dalla convivenza, non dalla sua eliminazione. Ugo Volli |
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