Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 17/12/2013, a pag. 34, l'articolo di Fabio Scuto dal titolo " Leva più lunga per le donne, cade l’ultimo tabù di Israele ".
Fabio Scuto
GERUSALEMME-Si discute questa settimana alla Knesset una legge destinata a modificare in maniera sostanziale il ruolo delle donne nelle Forze armate israeliane.
In Israele l’esercito professionale è ridotto al minimo perché la leva militare è obbligatoria sia per i ragazzi che per le ragazze, viene svolta alla fine delle scuole superiori e prima di entrare all’università perché dopo — dicono gli istruttori militari — è più difficile forgiare un vero soldato. Nell’arco degli ultimi vent’anni il ruolo delle donne è certamente aumentato nelle Forze armate israeliane, ma solo poche hanno deciso di intraprendere la carriera militare e ancor meno sono salite oltre il grado di maggiore o colonnello. La legge in discussione eleverà il servizio militare femminile da 24 a 28 mesi mentre quello dei soldati scenderà da 36 a 32 mesi. E questo, dicono le alte sfere dell’esercito — a proposito della legge presentata da Focolare Ebraico — potrebbe creare «una significativa carenza di personale in combattimento e divisioni tecniche » ma favorirebbe l’uguaglianza nei reparti. In questo modo poi, secondo i calcoli della Difesa, il numero delle donne in servizio attivo salirebbe dal 34 al 40 per cento, favorendo le pari opportunità e un maggiore senso di unità e cameratismo. Secondo l’Idf, l’estensione del servizio farà aumentare il numero delle donne-ufficiale nel-l’esercito, così come il numero del personale addetto ai servizi tecnici — monitoraggio, guida dei droni, sistemi radar, ecc. — e si tradurrebbe in 450 ufficiali superiori femminili in più e l’assegnazione di ulteriori 400 donne soldato a queste unità.
Ma non è questo il caso, dicono, per un certo numero di altre unità specializzate e reparti operativi. I reparti hi-tech perderanno circa 1.500 soldati di sesso maschile per il congedo anticipato, ottenendo in cambio solo 600 soldati-donna in più. Ridurre la durata del servizio per gli uomini potrebbe causare carenze di personale per una dozzina di battaglionida combattimento, anche se le 1.200 donne supplementari assegnate a queste unità operative potrebbero contribuire a fare la differenza. Il numero disoldati in questi reparti si ridurrebbe invece in media di circa 2.500 elementi.
La direzione del personale delle Forze armate spera di risolvere il problema offrendo ad alcuni soldati di “firmare” per ulteriori quattro mesi di servizio. Comandanti di squadra e soldati che prestano servizio inunità delle Forze speciali, come i reparti “Egoz” e “Maglan” saranno certamente tenuti a firmare per altri quattro mesi. Durante questo periodo, riceveranno un aumento di paga portando i loro stipendi a livello dei soldati di carriera. Non sarà una questione di intere compagnie, spiega a Repubblica l’Ufficio stampa dell’Esercito, ma solo per poche centinaia di militari e sarà progressiva. L’esercito prevede di risolvere la carenza di personale in altre unità in modo simile; anche se alcuni funzionari israeliani, sostengono che non sarà semplice riempire molte posizioni molto specialistiche nelle diverse unità.
Pnina Sharvit Baruch — colonnello della Riserva ed ex capo dell’Ufficio legale dell’Idf — ha pubblicato un articolo sul sito web dell’Istituto di Studi per la Sicurezza Nazionale in cui descrive gli effetti del piano e riassume i suoi argomenti contro la proposta di legge. L’ufficiale ritiene che l’estensione del servizio obbligatorio per le donne e la riduzione per gli uomini, dovrebbe essere fatta per «ridurre davvero la differenza tra uomini e donne in servizio nell’Idf», certamente ancora troppo maschilista nei ruoli e nei comportamenti. Ha anche scritto, però, che le preoccupazioni per l’estensione del servizio di leva devono essere affrontate, e ha invitato l’esercito israeliano a formulare un piano di riforma per creare «vere pari opportunità, così come l’apertura di varie posizioni per le donne anche la parità nello stipendio ». Sharvit Baruch scrive anche sul problema legato agli esoneri delle religiose, posto da tutti i partiti ultra-ortodossi che fino all’anno scorso sedevano nei banchi del governo. Il colonnello sostiene che «i legislatori dovrebbero ripensare l’esenzione per le religiose». Un problema serio, anche perché il 35,9 % delle donne arruolabili, chiede l’esenzione per motivi religiosi e il numero negli anni è sempre aumentato.
Molti gli abusi — anche in ambito maschile — in questo campo. Due anni fa l’Idf ha scoperto centinaia di ragazze che si erano dichiarate religiose ultra- ortodosse per evitare la leva, ma poi sui loro profili Facebook erano ritratte al mare in bikini o alle feste di compleanno con un drink in mano. Tutte, dopo un’accurata indagine, hanno dovuto indossare la divisa grigio-verde.
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