Autodafè dello spirito Joseph Roth A cura di Susi Aigner Castelvecchi euro 12
Il Joseph Roth giornalista non ha nulla da invidiare al narratore: la stessa fiammeggiante intelligenza; una prosa asciutta, acuminata; lo sguardo sempre pronto a cogliere il dettaglio rivelatore. È un'impressione che esce ulteriormente rafforzata leggendo questa raccolta di articoli - editi e inediti in Italia, per la cura di Susi Aigner - che vanno dal 1933, ascesa di Hitler, al 1939, anno di morte dello scrittore. Roth è a dir poco allarmato. Il rogo dei libri e la cacciata degli scrittori ebrei sono segni inequivocabili dell'«irruzione sanguinosa dei barbari nella tecnica perfezionata», ma l'Europa non pare rendersene conto. È svogliata, inerte, distratta. Accecata da un vero e proprio «autodafé dello spirito». Perché sotto attacco non è soltanto il popolo ebraico, ma l'intera civiltà europea: «La libertà del pensiero e della fede; la sovranità della Terra e la grandezza del cielo; la religione dei credenti nell'umanità e i precetti della Chiesa; i dieci comandamenti e il Vangelo». Eppure (siamo nel 1934) giornalisti e politici continuano a invocare «sangue freddo», nella speranza che emerga "il lato migliore" della Germania. Non sarà, si chiede Roth, che si sta confondendo il sangue freddo con la debolezza, l'apatia?