Riprendiamo la LETTURA/ CORRIERE della SERA di oggi, 15/12/2013, con il titolo "Due modi di definire l'ebraismo", il commento di Daria Gorodisky in occasione dell'uscita del libro " Cosa significa essere ebreo" pubblicato da Proedi editore.


< Chiunque sia così ( folle da dirsi ebreo è ebreo». La battuta viene attribuita a David Ben Gurion, primo capo del governo dello Stato di Israele. Storicamente certo, invece, è che Ben Gurion si trovò ad affrontare per la prima volta in termini politici il quesito «chi è ebreo?». Il suo governo, infatti, aveva varato quella legge del Ritorno che consentiva a chi avesse anche solo un nonno israelita di essere accolto nella nazione (e tuttora è così). La decisione dello statista però cozzava con la «rubrica religione» degli ortodossi, che avrebbero voluto limitare il diritto ai figli di madre ebrea. Anche se Hitler aveva dimostrato che la discendenza per via paterna è più che sufficiente per essere condannati allo sterminio. E persino se c'era il rischio di escludere quelle sempre più ampie componenti diasporiche che, a partire dalla emancipazione del XIX secolo, si erano via via laicizzate o assimilate. Coi nel 1958, a dieci anni dalla proclamazione dello Stato, Ben Gurion decise di cercare una definizione di identità ebraica consultando 5o saggi del mondo: filosofi, letterati, scienziati, giuristi, rabbini, calibri che vanno dal premio Nobel Shmuel Yosef Agnon a Isaiah Berlin, agli italiani Dante Lattes, Alfredo Sabato Toaff e suo figlio Dio Raffaele. Oggi, a 40 anni dalla morte di Ben Gurion, le loro risposte sono finalmente disponibili in italiano nel ebook Cosa significa essere ebreo (Proedi), con una importante introduzione del sociologo israeliano Eliezer Ben Rafael. E si tratta di un testo fondamentale, perché il dibattito è internazionalmente attualissimo. In Italia, ad esempio, l'Associazione culturale Hans Jonas ha condotto due ricerche fra gruppi di giovani ebrei, nel 2011 e quest'anno. La prima, Cittadini del mondo, un po' preoccupati, è pubblicata da Giuntina; l'altra è stata presentata domenica scorsa in un convegno a Roma. Ne deriva l'idea che «le comunità ebraiche sopravvivranno se sapranno aprirsi ai vari modi di essere ebrei». Un avvicinamento al giudaismo riformato Usa ed europeo (che riconosce la discendenza patrilineare) e che continua a scontrarsi con l'ortodossia. In quel perenne confronto, dice Ben Rafael, che costituisce in sé un «fattore di coesione» dell'ebraismo. Ecco: lo spazio identitario specifico del popolo ebraico, dove il multiforme diventa unicum...
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