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Informazione Corretta Rassegna Stampa
13.12.2013 Può essere Israele un paese come gli altri ?
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 13 dicembre 2013
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Può essere Israele un paese come gli altri ?»

Può  essere Israele un paese come gli altri ?
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

L’idea sbagliata che Israele poteva diventare un paese come tutti gli altri, ha per lungo tempo fatto parte del pensiero sionista. Un esempio piccolo ma significativo fu l’arrivo delle prostitute ebree nella Palestina prima di Israele, che diede origine ad ambigue interpretazioni. Alcuni espressero un senso di vergogna, altri vi trovarono un segnale di “normalità ebraica” in attesa dello Stato.

L’indipendenza diede origine a molte istituzioni, simili a quelle di altri paesi. Un governo, il Parlamento, la Corte Suprema, un esercito, un apparato per la sicurezza, la Banca centrale ecc. Un altro aspetto di normalità del popolo ebraico è stato l’aver attratto in Israele metà degli ebrei del mondo. Altri aspetti che renderanno Israele ‘normale’ potranno arrivare in futuro, inclusi i confini riconosciuti a livello internazionale.

Se i negoziati di pace proseguiranno, si farà più concreta l’idea che Israele è un “paese normale”, simile alle democrazie occidentali. Molti israeliani ammirano lo stile di vita relativamente tranquillo e edonistico dell’Occidente, e si augurano di poter vivere anche loro in questo modo.

Ma questa “normalizzazione” ha dei limiti. Intanto ogni paese è diverso dall’altro, e qualcuno, va detto, è ‘più uguale degli altri’. E’ il caso di Israele, perché è uno dei pochi paesi formato soprattutto da immigrati. Questo è vero anche per Stati Uniti, Australia, Canada, Argentina e altri, ma l’affluenza di queste immigrazioni è avvenuta in quei paesi in tempi  lontani, mentre l'immigrazione in Israele da parte di coloro che pregavano per il ritorno a Sion  negli ultimi due secoli.  L’unicità di Israele deriva poi da fattori interni ed esterni. 

L’elemento più  appariscente di questa unicità è la sua storia, totalmente diversa da quelle degli altri paesi. L’aver vissuto nella Diaspora rappresenta per gli ebrei uno sviluppo non paragonabile a nessun altro. Un esempio in tempi moderni è la Shoah. Questo rafforza la diversità di Israele non solo per il presente, ma vale anche per il prossimo futuro.

Correlata con tutti questi aspetti è la realtà di oggi di Israele. La storia passata del popolo ebraico incide sul presente attraverso alcuni fattori. La tradizione ebraica, formata in gran parte da elementi di religiosità, ha influenza sullo Stato, come l’odio contro gli ebrei in molte parti del mondo attraverso i secoli. L’anti-semitismo storico – religioso o etnico – si è tramutato di recente in anti-israelismo. Nessuna altra nazione si trova di fronte a una simile delegittimazione. Oltre a questo, ci sono le minacce genocide che vengono da una parte del mondo musulmano. 

Vi sono anche altri fattori che contribuiscono alla unicità di Israele, per esempio la combinazione di lingua e religione come non capita in nessun altro paese. Molte nazioni hanno una lingua che non è comune con altri, i greci per esempio, ma la loro religione ortodossa è praticata in altri paesi. Lo si è verificato chiaramente durante la guerra in Yugoslavia, quando i greci – diversamente da gran parte dei cittadini europei –si erano identificati con i serbi che sono ortodossi. 

Nel desiderio, poi, per una irrangiungibile, maggiore “normalizzazione”, troviamo una assurdità: Israele dovrebbe ‘assimilarsi al Medio Oiente’. Questa posizione superficiale solleva molte domande  e nessuna valida risposta risolutiva.  

Che cosa dovrebbe fare Israele per diventare mediorientale ? Dovrebbe glorificare quei pochi israeliani che intenzionalmente hanno ucciso dei civili palestinesi, come l’Autorità palestinese celebra i molti assassini di civili israeliani ? Dovrebbe bombardare indiscriminatamente i villaggi palestinesi dopo aver subito un attacco terroristico ? Dovrebbe comportarsi come i militari egiziani hanno fatto con i Fratelli Musulmani ? Dovrebbe usare le armi chimiche come ha fatto la Siria ? Dovrebbe avere la pena di morte per i criminali comuni come avviene nei paesi arabi ? Molte caratteristiche dei paesi che circondano Israele sono incompatibili con il sistema base di valori e leggi dello Stato ebraico, per cui “diventare mediorientale” è davvero un sogno impossibile. 

Negli ultimi decenni è emerso un nuovo ruolo per Israele. E’ diventato sempre più un indicatore della mentalità occidentale e della sua dubbia moralità. Argomenti riguardanti Israele e le sue relazioni con l’Occidente sono così numerosi, che aiutano a capire “dove sta andando l’Occidente” in molti campi. Una realtà simile riguardava gli ebrei nei secoli passati e succede ancora in molti luoghi. 

Infine, l’idea che gli ebrei dovrebbero adottare la cultura dominante dei loro vicini, è storia vecchia, si spinge sino al desiderio di assimilazione di molti ebrei europei nei secoli passati. Duemila anni fa, nell’ultino Stato indipendente ebraico, quello dei Maccabei e nel periodo immediatamente successivo, vi furono ebrei che veneravano e imitavano la cultura dei romani. Ma il contributo di questi ellenizzanti alla storia ebraica è stato minimo, se non nullo. E’ quanto succede a quelli che sognano uno Stato “normale” per Israele.

Manfred Gerstenfeld è presidente emerito del  “Jerusalem Center for Public Affairs” di Gerusalemme. Ha pubblicato più di 20 libri. E’ stato di recente ristampato il suo libro “ Israel’s New Future” con una nuova introduzione e il nuovo titolo di “Israel’s New Future Revisited”.
Il suo nuovo libro può essere acquistato su Amazon


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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