Sarà un caso?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
una delle cose che mi fa più ridere - ma anche più arrabbiare, il riso non è incompatibile con l'ira - è quell'aria virtuosa e burbera che assumono i governi europei di fronte a Israele: come un vigile urbano che ti dà la multa per un senso unico percorso contromano, o un'insegnante elementare di fronte al ragazzino colto a rubacchiare. I loro nonni magari marciavano al passo dell'oca in camicia nera, i loro padri inneggiavano a Stalin o a Breznev, i loro Paesi (i nostri in realtà) sono cosparsi di cicatrici di diritti, regioni intere che stanno dalla parte sbagliata del confine (l'Alto Adige, per citare una cosa a noi vicina, l'Irlanda del Nord) e che sono state svuotate con la pulizia etnica (l'Istria, le città tedesche in Polonia e in Boemia). Ci sono città importanti (Bruxelles, Malmoe, mezza Londra) dove regna la shari'a, il che significa che le donne non hanno diritti. Trafficano con i peggiori dittatori, forniscono materiali per l'atomica all'Iran, si spintonano sulla strada per Pechino a invocare la benevolenza dei cinesi che stanno distruggendo il Tibet o su quella di Mosca, che non solo opprime la Cecenia ma considera la difesa dell'omosessualità un reato. Ma loro sono superiori e giudicano ciò che è giusto e ciò che non lo è - specialmente su Israele. E guardate un po' che peccato, Israele sempre non supera la prova, mostra di essere inadeguato a quel livello di civiltà che loro esprimono, merita di essere punito...
Certo, anche l'amministrazione Obama ogni tanto tira fuori cose del genere, ma lo fa in maniera meno altezzosa, pretende magari di interpretare i veri interessi di Israele (il che è un po' oltraggioso, naturalmente, e anche ridicolo, come se chi sta lì e rischia la sua vita e quella dei suoi figli ne sapesse di meno di un deputato di Chicago o di un professore di Harvard che in Medio Oriente ha messo piede solo in visita ufficiale). Ma l'atteggiamento non è quello supponente del giudice, e comunque l'America ha una storia diversa, all'interno e all'estero.
Sono comici e anche assai irritanti questi leader europei che meno di settant'anni dopo che i loro popoli (più o meno tutti e più o meno tutte le popolazioni, "volonterosi carnefici") hanno cercato di sterminare il popolo ebraico, dicono agli ebrei di oggi che devono comportarsi bene, i nipoti delle SS e degli iscritti ai partiti nazifascisti che spiegano ai nipoti delle vittime che i veri nazisti sono loro... ci vuole molta faccia tosta...
E lo fanno sistematicamente, spesso e volentieri imbrogliando come giocatori delle tre carte. Ve ne dò un paio di esempi: sapete che l'Unione Europea ha emanato un regolamento che boicotta dai finanziamenti comunitari tutte le entità che svolgano attività oltre la "linea verde", che sarebbe "zona occupata" - con ciò cercando di arrogarsi il potere di stabilire le frontiere di uno stato che non appartiene all'Unione e non confina con essa: un'arroganza inaudita. Bene, ci sono molti altri stati che amministrano territori contesi; fra essi il Marocco, che esercita il potere sopra l'ex territorio del Sahara spagnolo, che per l'Onu dovrebbe costituire un nuovo stato "saharui". Ecco un'analisi di "Global Post":
"L'UE , come il resto del mondo , non riconosce il Sahara Occidentale come parte del Marocco , ma questo non ha impedito all'UE di estendere i suoi accordi con il Marocco per coprire il Sahara Occidentale. Il Fronte Polisario è il rappresentante generalmente riconosciuto dei popoli indigeni del Sahara occidentale, e si oppone con forza all'accordo dell'UE. L'accordo marocchino contraddice due elementi centrali dell'approccio giuridico dell'UE per Israele. L'UE sostiene che qualsiasi applicazione di accordi nei territori occupati violerebbe il diritto internazionale "riconoscendo" il controllo di Israele. Eppure, mentre l'UE si rifiuta anche di riconoscere rivendicazioni marocchine nel Sahara occidentale , non vede alcun tensione tra questo fatto e l'estensione dei suoi accordi con il Marocco a quel territorio. L'UE dice che non può spendere un centesimo sulle attività israeliane nei territori occupati, mentre nel Sahara occidentale , l'Europa effettivamente intende pagare il Marocco per il suo sfruttamento delle risorse naturali là. La controversia sulle offerte dell'UE al Marocco ha portato a una sentenza del consulente giuridico del Parlamento europeo. In sintesi, tale opinione ufficiale dice il diritto internazionale non vieta al Marocco da sfruttare le risorse naturali del territorio occupato, o all'UE a pagare Marocco per sfruttare le risorse del territorio occupato. L'UE ha ragione sul Sahara occidentale - il che significa che ha torto su Israele. In realtà, ci sono differenze tra le relazioni dell'UE verso il Sahara occidentale e il West Bank: la prima situazione è molto peggiore. Nel Sahara Occidentale, l'Unione europea ha infatti concesso in licenza lo sfruttamento di risorse naturali scarse. In Cisgiordania, l'UE cerca di punire l'attività accademica e industriale che non esaurisce le risorse, ma può solo creare posti di lavoro e opportunità per arabi ed ebrei. Inoltre, l'attività economica di Israele in Cisgiordania è limitata alle aree sotto giurisdizione israeliana, secondo gli Accordi di Oslo con le autorità palestinesi. Le attività del Marocco non hanno limiti, perché a differenza di Israele, ma non ha trasferito alcuna parte del territorio al governo Polisario." (http://www.globalpost.com/dispatches/globalpost-blogs/commentary/eu-holds-contradictory-view-settlements-west-bank-and-western ).
Altro esempio: i posti di blocco. "La Spagna ha recentemente eretto posti di blocco lungo il confine con Gibilterra, che stanno creando disagio reale. I checkpoint hanno allungato i tempi di percorrenza da 45 minuti a due ore per i pendolari transfrontalieri e provocato anche un aumento dei costi , poiché le persone abituate a guidare ora devono combinare viaggi a piedi e taxi per raggiungere il lavoro in tempo. Queste sono proprio le lamentele europei abitualmente livello al checkpoint israeliani: che minano l'economia palestinese, aumentando i tempi e i costi di recarsi al lavoro o trasfeire merci. Ma a differenza dei checkpoint spagnoli, che palesemente violano le regole europee dei confini aperti, quelli israeliani sono perfettamente legali ai sensi del diritto internazionale, anche se si accetta la definizione dell'UE della Cisgiordania come " territorio occupato " (ciò che Israele non fa, ritenendo l' area un territorio conteso). Secondo le leggi di occupazione bellica, un esercito di occupazione ha il diritto di prendere misure militari ragionevoli all'interno del territorio occupato per garantire la sicurezza del suo paese, non deve limitarsi a operare lungo il confine. E posti di blocco israeliani sono stati istituiti per fermare gli attentatori suicidi palestinesi." (http://www.commentarymagazine.com/2013/09/24/eu-whats-fine-for-spain-is-unacceptable-for-israel/ ).
Insomma l'Europa non applica le stesse regole agli altri stati e a Israele. E da nessun'altra parte finanzia i terroristi (http://coolisrael.fr/14978/comment-leurope-finance-des-assassins-palestiniens# ) come fa sistematicamente con i nemici di Israele, attraverso il fragile schermo delle Ong (http://www.rightsreporter.org/inchiesta-come-i-fondi-europei-alle-ong-finiscono-ai-gruppi-terroristici/ ). Può fare ridere, per le sue grottesche pretese di esprimere la moralità internazionale. Ma dovrebbe preoccupare. Perché l'unione del continente non è nata come Minerva dalla testa di Giove e neppure dai virtuosi pensieri di qualche intellettuale isolato al confine, come Spinelli a Ventotene. L'ultimo tentativo serio di costruire uno spazio politico ed economico europeo prima di questo, fu fatto dalla Germania negli anni Trenta e Quaranta. Non solo la Germania è di nuovo il leader dell'Europa ma - bisogna dire non per impulso speciale della Germania, ma piuttosto di paesi tradizionalmente antisemiti come gli scandinavi, l'Irlanda, il Belgio - conduce politiche di discriminazione attiva dello stato dove oggi è concentrata la maggioranza degli ebrei del mondo, rispondendo pienamente ai criteri per definire l'antisemitismo (ve li ricordo, sono le tre "D" di Sharanski: Demonizzazione, Delegittimazione, Doppio standard). Non voglio dire direttamente che l'Europa prosegua le politiche naziste, sarebbe semplicistico e un tantino esagerato. Ma vi chiedo: sarà un caso? O forse c'è qualcosa di profondamente marcio nella coscienza del continente cui apparteniamo, che si riflette nelle sue organizzazioni politiche?
Ugo Volli