Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/12/2013, a pag. 50, l'articolo di Roberto Tottoli dal titolo "Gli scontri tra cristiani e musulmani: Africa centrale nuova meta della jihad".


Roberto Tottoli al Qaeda
Le stragi e i morti di Bangui stanno trascinando la Repubblica Centrafricana in una spirale di violenze e scontri tra maggioranza cristiana e minoranza musulmana. È il segnale sinistro che la crisi profonda che attraversa i Paesi che vanno dal Mali al Sudan sta spostandosi verso sud, con incognite sempre più sinistre per gli equilibri della regione e per i rapporti interconfessionali.
Gli ultimi anni hanno visto allargarsi le aree di instabilità nel Sahel. Dal Corno d’Africa, con l’instabilità somala dominata da al-Shabaab, fino alle milizie qaediste nel Maghreb che agiscono tra Mali e sud dell’Algeria, il fattore islamico e il radicalismo salafita ha trovato in questa ampia regione un luogo di diffusione ed espansione. Boko Haram nel nord della Nigeria ha diretto le sue attività terroristiche contro la minoranza cristiana, inaugurando una stagione di violenze che non conosce soste. L’immagine di un islam sudsahariano accompagnato da culture millenarie, dal mito di Timbuktu e dai multiformi rituali delle confraternite mistiche sta purtroppo perdendo il terreno davanti all’offensiva tradizionalista e alla penetrazione jihadista che vi vede ampi margini di manovra. La recente instabilità del Nordafrica nata dalle cosiddette primavere arabe, inoltre, permette circolazione di persone e armi, e ha permesso per la prima volta di creare nuove connessioni transnazionali con scarsi controlli e con capacità di influire sul travaglio politico di Paesi come la Libia.
Ma l’allargarsi a sud del contagio apre un fronte ulteriore ancora più insidioso. I Paesi con minoranze musulmane non sono pochi e se la polarizzazione degli scontri politici graverà sull’appartenenza confessionale, e in particolare su musulmani e cristiani, questo non potrà che generare scontri ulteriori. E creare uno spazio ancora più ampio di instabilità e adatto alla diffusione dell’islam politico in ogni sua forma. E così, facendo, dare ragione a chi vede nell’Africa centrale la prossima frontiera della diffusione jihadista e qaedista, proprio a ridosso del Mediterraneo e dell’Italia.
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