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Ugo Volli
Cartoline
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Come le menzogne diventano verità 04/12/2013

" Come le menzogne diventano verità "
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra, Yasser Arafat

Cari amici,

sapete l'ultima nella telenovela della morte di Arafat ? No, probabilmente non lo sapete, perchè, tranne l'intervista della vedova a Repubblica,  nei giornali italiani la trovate solo in  minuscoli trafiletti su Corriere, Giornale, Libero e Unità. Niente sul Manifesto, niente sul Messaggero, niente sul Sole, i giornali che spesso e volentieri ospitano notizie sulle pretese malefatte di Israele. E niente sui giornali di provincia, che formano buona parte dell'opinione pubblica italiana.

La notizia è questa: gli esperti  francesi, pur interpellati dall'Anp,  hanno escluso che Arafat sia stato avvelenato (http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-25205170#TWEET973778 )e hanno spiegato la sua morte con una "infezione", senza nominarla (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/174764#.Up7fTMTuKSr ). E' in sostanza la stessa risposta data dagli esperti russi, contraddetta solo da quelli svizzeri, del cui rapporto Al Jazeera ha lanciato un mese fa una versione assolutamente scorretta: mentre i medici dicevano di non poter essere in grado di escludere l'avvelenamento da polonio, dato il rapido decadimento nucleare dell'elemento, l'emittente del Qatar (che appoggia Hamas come l'emiro cui appartiene, non dimentichiamocelo), lanciò la bufala che l'avvelenamento fosse provato. Il parere degli esperti francesi è fondamentale, perché Arafat morì in un ospedale militare francese e la sua diagnosi, le sue cartelle cliniche e i suoi esami, magari i materiali organici prelevati, rimasti segreti finora per scelta della famiglia, sono lì, a disposizione di quegli esperti. Questione chiusa, dunque? Per nulla. Non solo perché la smentita, quando c'è (raramente, come vedete), ha comunque molto meno rilievo della notizia falsa e nella mente del pubblico che bada al Medio Oriente resta quest'ultima. Ma anche perché i palestinisti non rinunciano affatto alla campagna contro Israele. Negli stessi articoli in cui si legge che Arafat non è stato avvelenato, compare questa dichiarazione: 

"Prometto che la prossima conferenza stampa sarà l'ultimo, e verranno esposti alla luce del giorno tutti coloro che hanno perpetrato, ha preso parte o cospirato in materia. Siamo agli ultimi 15 minuti delle indagini. [...] Il crimine ha tre pilastri: il primo è l'autore del reato, che è Israele. Il secondo è il metodo, che è l'avvelenamento. Il terzo pilastro è il mezzo di utilizzo del veleno, che si arriva a Dio piacendo. Se lo strumento è stato un arabo, uno straniero o un palestinese non fa differenza. Quando l'indagine sarà stata completata, Israele non sarà in grado di negarlo. [...] Come potrebbe negare questo fatto? Non c'è un leader palestinese che Israele non abbia ucciso. Ha ucciso i leader di tutte le fazioni palestinesi, e lo ammette 10 o 20 anni dopo. Fra 20 anni faranno ammetteranno [l'uccisione di] Arafat."

Chi lo dice? Un certo Tawfiq Tiraqi, cioè il responsabile ufficiale delle indagini sulla morte di Arafat. Bell'investigatore, non vi pare?
Ma non importa, la verità non conta, quel che interessa a lui e all'Anp è ripetere le sue bufale finché si imprimano nella testa del pubbblico.

Oltretutto, voi concepireste che l'Italia si mettesse a trattare, che ne so con l'Austrralia (o la Russia, più probabilmente) proprio nel momento in cui si scoprisse con tanto di prove che quel paese è stato coinvolto nell'assassinio di Aldo Moro? Non ha senso. Ma vi è un metodo in questa follia. L'Autorità Palestinese e i suoi sostenitori in tutto il mondo non sono affatto interessati a fare la pace con Israele. Le trattative servono come qualunque altra cosa solo come mezzo propagandistico per delegittimare e demonizzare lo stato ebraico. Quel che interessa ai palestinisti è solo diffamare Israele e in generale gli ebrei, creare le condizioni per cui la sua distruzione e il loro genocidio non appaia un crimine odioso come Auschwitz ma una giusta liberazione da un nemico dell'umanità.

Vi faccio altri due esempi, assai meno rilevanti sulla stampa, ma utili a chiarire. Il primo è questo: c'è una campagna palestinista, rivolta innanzitutto ai paesi musulmani, che dice che i "fanatici" ebrei assalgono i poveri fedeli musulmani sul monte del tempio, anzi, dicono loro, sulla Moschea di Al Aqsa. Guardate questo filmato, è breve, e giudicate voi chi aggredisce chi e qual è l'idea della libertà di religione che coltivano questi ceffi: http://elderofziyon.blogspot.it/2013/12/todays-storming-of-temple-mount.html .

Altro esempio, altro filmato altrettanto breve. I palestinisti dicono che "i coloni" aggrediscono i poveri arabi senza ragione. Guardate che cosa succede regolarmente ai cattivissimi "coloni" mentre guidano verso casa: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/174684#.Up7VbMTuKSr . Un bel sasso rompe il finestrino della macchina, poi magari uccide o ferisce chi c'è dentro o provoca uno sbandamento della macchina, che può diventare un incidente mortale, se gli assassini sono fortunati. Chi aggredisce e chi è aggredito? Giudicate voi.

E però in Europa, nella testa vostra o dei vostri conoscenti, una cosa è impressa indelebilmente: che i palestinesi sono gli aggrediti e gli aggressori sono i "coloni" (cioè gli israeliani, i quali, che lo vogliano o no, sono tutti considerati coloni, cioè gli ebrei, che sono tutti israeliani cioè coloni per arabi e palestinisti). Una dimostrazione da manuale della vecchia tecnica di Goebbels, in cui i palestinesi eccellono: una bugia va ripetuta cento, mille, un milione di volte e così - miracolo!- diventa verità. 

Ugo Volli


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