Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 04/12/2013, a pag. 52, l'articolo di Fabio Scuto dal titolo "Cene pop up con il passaparola sullo sfondo del Mediterraneo".
lo chef Uri Levy
È una serata calda a Jaffa, e lungo uno dei vicoli fumosi del quartiere arabo, lontano dalle vie turistiche luminose, più vicino alla Torre dell’orologio e al celebre Mercato delle pulci, un gruppo di benestanti abitanti di Tel Aviv aspetta pazientemente in fila sul marciapiede. Scintillano in lontananza sul lungomare le luci della corniche con i suoi grattacieli di vetro affacciati sulla spiaggia, mentre le strade attorno al porticciolo arabo brulicano di nottambuli che popolano abitualmente uno dei quartieri più cool della città. La piccola folla viene poi lentamente inghiottita dalle porte di un vecchio magazzino per il cotone, dopo un attento screening dei loro nomi e mostrato l’invito arrivato come messaggio sul telefonino. È passata da poco mezzanotte e la “Guerrilla Gourmet” è appena cominciata.
È questa l’ultima moda di Tel Aviv, la piccola New York affacciata sul Mediterraneo, e farà certamente tendenza. Il Pop-up Restaurant — il ristorante che appare e scompare — è sulla bocca di tutti. Cene organizzate da chef per un pubblico ristretto, in luoghi diversi dal ristorante tradizionale. Gallerie d’arte, negozi, rivendite di libri, magazzini di tappeti, falegnamerie, mercati al coperto, si trasformano per una notte in un ristorante d’alta cucina con un menù sempre diverso — portate in atmosfera con il luogo — e adeguati vini per accompagnare le pietanze. Il più famoso si chiama
The Secret Place, diretto come un mastro d’orchestra dallo chef Uri Levy, che una volta al mese organizza per 250 selezionati ospiti (avvertiti mezzora prima dell’appuntamento, in genere è a mezzanotte, via Sms del luogo esatto) una cena in una location sempre diversa. Poi così rapidamente come si è materializzato fra tappeti o spezie lo show scompare. Tutta la città ne parla. È trendy, molto trendy. E l’esclusività degli inviti lo rende ancor più oggetto del desiderio, perché non basta registrarsi sulla pagina Facebook diThe Secret Placeper essere invitati, in qualche modo si viene scelti, quasi come compagni d’avventura.
Partecipare per una notte alla “Guerrilla Gourmet” alla fine non è poi così caro: bastano 250 shekel (circa 50 euro). Ma si è totalmente in balia dei capricci dello chef perché anche il menù (cinque portate più le bevande) resta segreto fino all’ultimo.
Il Pop-up Restaurant è una forma estrema di mangiare che è fiorita in città come New York e Londra, ma fino a poco tempo fa era ancora sconosciuta da queste parti. E la risposta, dice Levy, è stata fantastica. «Non è come qualsiasi altra cosa. Se le persone che partecipano, pensano di venire in un posto magari con tre stelle della Michelin, sbagliano. Vengono per mangiare, certamente. Ma anche per qualcos’altro, per partecipare a un’esperienza non solo gustativa ».
I costi di allestimento e smontaggio di un’intera cucina professionale e la sala da pranzo in una sola notte sono elevati, dice Levy, questo comporta che, nonostante il prezzo,The Secret Place non genera molti profitti. Ma questieventi sono il suo fiore all’occhiello e lui li ama. «Ho altre attività come chef per party privati e come consulente di altri ristoranti», racconta Levy, «per me, questi eventi sono solo divertimento. Abbiamo bisogno di fare qualcosa di diverso qui in Israele. Sto cercando di partecipare, di spingere verso un cambiamento. La gente vuole cose nuove, qualcosa che è fuori dalla scatola».
A volte Levy vede uno spazio interessante e ci costruisce un menù intorno, altre volte ha un’idea per una cena e cerca soltanto il luogo giusto in cui metterla in scena. Lo scorso mese The Secret Place è comparso su un tetto, con una vista mozzafiato sul Mar Mediterraneo. L’energia del posto gli ricordava la Grecia, ha spiegato Levy, così ha pianificato una cena a base di yogurt, pistacchi e pesce fresco. Ha chiamato anche un cantante greco, e alla fine — in un crescendo di pathos e atmosfera sulle note della danza popolare del sirtaki — lui e il suo staff hanno rotto tutti i piatti, antico rito tradizionale ellenico ricordato a tutti noi dal meraviglioso film Zorba in Grecomusicato da Mikis Theodorakis. È stata più di una cena greca, raccontano ora gli ospiti, è stato come essere “dentro” una grande notte greca.
«Per me è come un concerto nella testa», spiega lo chef Levy parlando delle sue idee e percezioni aromatiche, gustative e culinarie, come un maestro Zen parlerebbe dei suoi satori,delle sue illuminazioni. «Alla fine non è soltanto una cena. Sto mandando in scena un ristorante per una notte e lo spettacolo, in ogni suo aspetto, deve essere eccellente».
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