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Ugo Volli
Cartoline
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L'attuale re di Francia è calvo e dunque Gaza è come Auschwitz 02/12/2013

L'attuale re di Francia è calvo e dunque Gaza è come Auschwitz
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra, Gaza come Auschwitz ?

Cari amici,

ci sono dei modi di mentire particolarmente insidiosi, perché non si prendono neppure il rischio di proferire esplicitamente la loro menzogna, col rischio che essa sia discussa e smentita, ma la danno per presupposta. I filosofi del linguaggio hanno lavorato su queste tecniche  delle "presupposizioni" o delle "implicature pragmatiche", prendendo ad esempio una celebre frase ingannevole presa in esame da Bertrand Russell oltre un secolo fa: "L'attuale re di Francia è calvo." Naturalmente non posso dire che sia vera, ma anche se mi limitassi a scartarla come falsa resterebbe il dubbio che ci sia un'attuale re di Francia, fornito però di abbondante chioma. E' un trucco retorico micidiale, che va denunciato ogni volta che lo si incontra.

Questa tecnica è molto usata in politica e in particolare, per quel che ci riguarda, dai nemici di  Israele, per esempio quando dicono che "l'assedio israeliano rende impossibili le costruzioni a  Gaza", nascondendo il fatto che Israele non può assediare da solo Gaza più di quanto l'Italia possa assediare la Svizzera, dato che come la Svizzera ha confini con Francia, Germania, Austria, così Gaza ha un confine con Israele e un altro con l'Egitto; oppure che, "a causa di questo assedio" nella "prigione a cielo aperto" o addirittura nel "campo di concentramento di Gaza" non vi sarebbe sufficiente elettricità, insinuando che l'isolamento di una base terrorista sia un atto di prigionia o addirittura di genocidio e inoltre che la colpa della mancanza di elettricità dipenda da Israele invece che da una disputa fra Hamas e l'Autorità Palestinese sul prezzo da pagare per l'importazione di gasolio per la centrale elettrica.

Questo tipo di affermazioni si sono fatte più rare di recente, forse perché è più difficile  dare la colpa a Israele, dati gli sviluppi del conflitto fra Hamas e Anp ed Egitto, o forse perché è evidente la sproporzione che ci sarebbe fra un allarme umanitario su Gaza, dove gli scontri con l'esercito israeliano provocati da Hamas hanno causato, da quando  Israele si è ritirato ed esiste il regime islamista, tanti morti quanti in Siria ne fa una giornata o due di ordinaria guerra civile.

Manifesto del film su Gaza premiato insieme al film 'Wolf' 

Ma le eccezioni non mancano. Prendete per esempio il film "Striplife"di Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli, che è stato appena premiato al Torino Film Festival. Vi prego di leggere la presentazione che si trova su Internet: " un progetto filmico da realizzare nella Striscia di Gaza, costa Est della Palestina, nel Mar Mediterraneo. La Striscia di Gaza è dal 2007 sotto il controllo politico di Hamas e da questo momento Israele, gli Stati Uniti, il Canada e l’Unione europea hanno congelato tutti gli aiuti allo Stato Palestinese perché consideravano il gruppo una organizzazione terroristica. Israele ha inoltre posto un embargo sulla Striscia e permette solo ad una quantità ridotta di aiuti umanitari e ospedalieri di entrare ed escludendola dal libero mercato, causando così una forte crisi energetica.[...] è un film collettivo. L’obbiettivo principale è descrivere la vita quotidiana a Gaza, in particolare la vita delle generazioni più giovani, caratterizzata da piccoli ma profondi segni di resistenza."  Ci sono numerosi errori marchiani ("costa est" quando il Mediterraneo è a Ovest; "della Palestina", come se Gaza fosse sulla costa della Palestina e non confinasse con Israele, mai nominata; la cessazione degli aiuti (mai avvenuta) allo "Stato Palestinese", come se Gaza fosse uno stato autonomo, il che non è riconosciuto da nessuno. E c'è un grande silenzio sul significato di quel "controllo politico" di Hamas, che in realtà è una dittatura sanguinosa e una continua aggressione terrorista."

La stessa assenza si nota nella sinossi: " Il film si compone di molteplici personaggi per raccontare in maniera esaustiva la complessità della realtà di Gaza. Donne e uomini, giovani e anziani, benestanti e poveri: un mosaico di umanità, ogni persona rappresentata attraverso la sua tensione specifica. L’anziano contadino della Buffer Zone che coltiva la sua terra tra i colpi sparati dai soldati, il rapper che si esprime con la musica. La giornalista agiata, chiusa nel suo microcosmo, per cui i social network sono una finestra sul mondo, la tessitrice della cooperativa di donne, la cui forza è la collettività. I ragazzi che praticano il parkour durante I bombadamenti, i pescatori in un mare di sole 6 miglia, la donna che ha perso casa e marito nell’ultima guerra. E ancora uomini e donne che resistono, capaci di tenerezza e sorrisi, determinati a non soccombere a condizioni di vita che ai nostri occhi appaiono impossibili." Mancano semplicemente il terrorismo, Hamas, la militarizzazione della Striscia, le armi, i tunnel per i rapimenti, i razzi. E' una menzogna omissiva ; come se qualcuno avesse parlato della Germania di settant'anni fa senza mai mostrare il nazismo. (qui c'è la presentazione: http://moviengtogaza.indivia.net/progetto/ e qui c'è il teaser: http://www.youtube.com/watch?v=u5tevSYu9wU . Per rimediare a questo silenzio, sarebbe stato almeno necessario aggiungere il filmato che vi ho fatto vedere ieri, in cui sono espliciti gli obiettivi e i metodi di Hamas (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=51552 ) o gli attacchi dei razzi, l'islamizzazione della vita quotidiana, il militarismo dilagante, le dichiarazioni di morte agli ebrei, lo statuto di Hamas che cita i Protocolli dei savi di Sion, le parate militari, gli attentatori suicidi con le loro cinture esplosive, le spose bambine, la repressione delle donne e della vita normale.  Tutto questo è assente, anzi sostituito da una parola ombrello giustificatoria: "resistenza". Siamo chiaramente in quell'ambito di presupposizioni menzognere che le immagini rendono ancor meglio delle parole.


David Meghnagi con Wolf Murmelstein

Ma oltre all'autocensura politicamente orientata del film, vi è un altro livello da considerare. Come vi ho detto, "Stripfilm" è stato premiato al TFF nella categoria dei "premi speciali della giuria". Non è stato il solo, però. Accanto ad esso è stato premiato "Wolf" di Claudio Giovannesi, scritto e concepito da David Meghnagi. E' la storia di " Wolf Murmelstein, bambino di Terezin, figlio del rabbino "traditore" Benjamin Murmelstein, il bambino con cui nessuno voleva giocare. Il padre fu chiamato dai nazisti a dirigere il consiglio degli anziani, in pratica a gestire il ghetto, prendendo decisioni terribili, come stilare le liste di coloro che dovevano partire verso Auschwitz " (http://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/54/5600/claudio-giovannesi-wolf-prigioniero-di-suo-padre.aspx ). E' una storia difficilissima, piena di implicazioni tremende, che coinvolge un giudizio ingiusto ormai passato fra i luoghi comuni per colpa di Hannah Arendt, che enfatizzò la funzione dei consigli ebraici, come se la colpa della Shoà fosse più loro che dei nazisti, un giudizio che ebbe anche il senso di nascondere le gravi responsabilità degli alleati che non agirono quasi direttamente per impedire la Shoà (mentre potevano bombardare i binari che portavano ai campi e cercare di organizzare la resistenza ebraica) e anche degli ebrei americani che non si mobilitarono per chiederglielo.

Ma questi sono temi complessi, che non è possibile toccare qui. Quel che conta è la scelta della giuria di accostare un film sulla Shoà con un film su Gaza: un modo per ripetere, senza dirla, l'equazione assolutamente infondata ma diffusa negli ambienti della sinistra europea fra Gaza e Auschwitz, che è un falso storico e un insulto alle vittime del genocidio. Anche questa è un modo di dire che il re di Francia è calvo. Il solo modo per rispondere è smascherarne l'inganno, spiegare la macchina retorica che lo sostiene.

Ugo Volli


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