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Il Foglio Rassegna Stampa
29.11.2013 Usa/Pakistan: rapporti in rapido deterioramento
i droni americani, la copertura saltata di una spia

Testata: Il Foglio
Data: 29 novembre 2013
Pagina: 3
Autore: Editoriale del Foglio
Titolo: «Spy game a Islamabad»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 29/11/2013, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Spy game a Islamabad".


Un drone

La prima notizia è che la campagna dei droni americana in Pakistan continua. In uno dei suoi “major speech”, qualche mese fa il presidente Obama aveva annunciato una revisione della strategia del controterrorismo per quel che riguardava i droni e Guantanamo. Per la cronaca, il supercarcere non è stato chiuso: ieri sul Daily Beast, Daniel Klaidman ha raccontato il programma “Penny Lane” studiato per trasformare i prigionieri in agenti della Cia: non è andato benissimo. L’utilizzo dei droni è stato sì ridimensionato, non ci sono più gli attacchi ripetitivi e numerosi degli scorsi anni, ma la campagna non è certo terminata, anche perché non esistono alternative strategiche, nell’Amministrazione Obama, alla tattica dell’ammazzamento dall’alto da parte di aerei telecomandati (lo stesso Obama in quel discorso era stato ambiguo sulla questione). La seconda notizia è che Imran Khan, il mondanissimo giocatore di cricket pachistano poi buttatosi in politica, s’è dato come missione la fine degli attacchi dei droni americani nel suo paese – e chissà quanti si stanno mangiando le mani, a Washington, tra quelli che hanno inopinatamente celebrato l’arrivo di Khan sulla scena politica pachistana come la svolta riformista che si aspettava da anni. Khan fa sul serio: in una lettera alla polizia pachistana, una delle sue più strette e visibili collaboratrici, Shireen Mazari, ha accusato il direttore della Cia, John Brennan, e un uomo – con nome e cognome – poi identificato come il capo della stazione della Cia a Islamabad, di “commettere omicidi e di fare una guerra contro il Pakistan”. In televisione, mercoledì, Khan ha detto di aver fatto il nome dell’agente in rappresaglia all’attacco del 21 novembre, a Khyber Pakhtunkw, nel nord-ovest del paese: un drone ha colpito un centro spirituale legato al network degli Haqqani, ci sono stati almeno sei morti. Se il nome citato è giusto, l’agente sarà già sulla via di ritorno, anche se la Mazari ha chiesto di trattenerlo e interrogarlo. Dietro alla rivelazione di Khan ci sarebbe l’Isi, il potente servizio segreto pachistano, in guerra contro la Cia che in Pakistan ha una rete strutturata. Ma la campagna antidroni, che formalmente non sarebbero nemmeno più della Cia ma del Pentagono, è un bottino politico attraente, ancor più ora che, nei negoziati con l’Afghanistan, l’America sta mostrando la sua faccia più debole.

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